Cosa significa educazione

di Redazione Quattrozampe

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Spesso si parla dell’educazione del cane in modo scorretto,vale a dire utilizzando il termine educare in modo lato o volgare senza tener conto del significato specifico di questa parola.

Educare – dal latino ex-ducere = portare fuori – fa riferimento al bisogno dei soggetti in età evolutiva di un indirizzo nello sviluppo, capace di dare delle coordinate di crescita, e parimenti di ricevere un’azione tutorale, in grado di proteggere il cucciolo dai traumi e dalle carenze e di sostenere la sua esperienza offrendogli altresì dei modelli.

La mamma è il vero referente educativo per il cucciolo nelle due varianti:

1) quella di “base sicura”, presentataci da John Bowlby, nei temini di rassicurazione e sostegno alla crescita;

2) quella di “zona prossimale di crescita”, illustrataci da Vigosckji, nei termini di orientamento allo sviluppo.

L’educazione ha come obiettivo primario lo sviluppo delle competenze adattative del cane, vale a dire la capacità di integrarsi nell’ambiente di vita, nelle sua complessità di enti presenti e di eventi occorrenti, e di inserirsi positivamente nelle dinamiche sociali e relazionali. Parliamo di adeguata “correlazione” al contesto, che evita al cane da una parte sensibilizzazioni, stress, conflittualità ovvero difficoltà adattative dall’altra frustrazioni, inquietudini o noia ovvero difficoltà di gratificazione.

L’educazione primaria

L’educazione ha inoltre l’obiettivo di realizzare in pienezza l’identità di specie, come a suo tempo sottolineato da Konrad Lorenz nei termini di apprendimento sociale. Già, perché se biologicamente “cane si nasce” per quanto concerne il profilo comportamentale “cane si diventa” e se il cucciolo viene tolto prematuramente dalla madre non potrà completare il suo apprendistato etologico e non sarà in grado di maturare una piena appartenenza alla sua specie. In questo caso parliamo di “corrispondenza” ossia di assunzione di uno stile specie specifico che viene trasferito dalla madre attraverso un’azione magistrale che va dal farsi semplicemente figurante del modo corretto di espressione agli interventi di vera e propria correzione. L’azione educativa di corrispondenza riguarda altresì il trasferimento delle regole sociali, la capacità di comunicare, la gestione della forza nell’interazione, la rassegnazione. Questo lavoro di indirizzo allo sviluppo realizzato dalla madre prende il nome di “educazione primaria” e va a costruire le fondamenta del carattere del cucciolo.

L’educazione secondaria

D’altro canto a 2 mesi compiuti il cucciolo va in adozione, ma ha ancora bisogno di un’azione educativa e in questo caso sarà cura del proprietario impartirgliela. Parliamo in questo caso di educazione secondaria e ha come obiettivo l’integrazione nel gruppo umano e il finissaggio dei connotati caratteriali. Per riuscire a raggiungere tali proprietà sono necessarie tre qualità di base:

1) una buona dose di equilibrio, ossia nessun eccesso né carenze comportamentali, ma un profilo disponibile a proporsi in diverse attività e a collaborare con il partner umano;

2) una tendenza alla riflessività, in altre parole che il cane non sia impulsivo ed esuberante, non propenda per l’eccitazione e la reattività, ma possegga doti di calma e autocontrollo;

3) un gran numero di conoscenze soprattutto nell’ambito sociale in modo tale da non presentare paure o diffidenza nei confronti degli estranei e non sia portato a comportamenti predatori o conflittuali verso l’uomo o verso altri cani ma sappia stare nche in situazioni di forte affollamento.

Il percorso di educazione secondaria va intrapreso subito non appena si è adottato il cucciolo: è uno sbaglio aspettare qualche mese e portare il cane in adolescenza (6-8 mesi) perché dopo si farà molta più fatica a dargli un indirizzo evolutivo. Per prima cosa occorre far conoscere al proprio cucciolo quante più cose possibili e fargliele incontrare attraverso emozioni positive: a volte è sufficiente un bocconcino per vedere le cose sotto una diversa prospettiva. Esistono poi esercizi che favoriscono la relazione, educano alla calma, costruiscono un piano collaborativo tra cane e proprietario e in tal senso è sempre buona cosa farsi affiancare nei primi periodi da un educatore cinofilo. Un professionista infatti sarà in grado anche di fare una prima valutazione del cane e di impostare un vero e proprio progetto pedagogico riferito alle caratteristiche specifiche dell’educando.

L’educatore come consulente darà delle indicazioni su come giocare col proprio cane, come impostare un buon rito alimentare, come gestire i piccoli problemini quotidiani, quali attenzioni per portare il cane nel mondo, come cioè trasformare ogni momento di vita insieme in un’esperienza educativa.

Corso SIUA per Educatori Cinofili

SIUA (scuola interazione uomo-animale)  ha in programma un corso altamente professionalizzante per Educatori Cinofili in partenza il 29 Giugno a Bologna e a Settembre, il 14 a Milano, il 21 a Napoli e Bari e il 28 a Torino. Il corso prepara esperti sulla relazione uomo-cani, in grado di portare le proprie competenze oltre le consulenze al privato, come attività nei canili, rifugi e allevamenti. Non è necessaria una preparazione di base o titoli specifici per l’iscrizione.

Per informazioni:

– consulta il sito: www.siua.it
– chiama la segreteria didattica allo 051 817421 o 340 2513890
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di Roberto Marchesini (direttore SIUA)

 

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