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L’età evolutiva del cane

di Redazione Quattrozampe

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Nella vita dei mammiferi esiste un periodo speciale definito “età evolutiva“: si tratta di un momento di grande fermento e di forte disponibilità all’apprendimento. Questo significa che il cucciolo non solo è facilitato ad apprendere – perché aperto al mondo, estremamente curioso e soprattutto ricco di risorse evolutive – ma risente in maniera considerevole degli avvenimenti che capitano intorno a lui.

Si dice che il cucciolo abbia molta virtualità (da virtus = potenzialità) ma questo stato di grazia non deve essere interpretato solo in termini di possibilità. Virtualità significa anche vulnerabilità nel senso che il soggetto in età evolutiva risente molto:

a) delle carenze esperienziali, proprio come un organismo in crescita che richiede attenzioni nella dieta;

b) di eventuali traumi che possano danneggiare il sistema che è ancora molto fragile oppure dargli una impostazione di sviluppo sbagliata.

Lo sviluppo comportamentale ha perciò bisogno di un indirizzo, vale a dire di un tutore che predisponga al cucciolo le esperienze necessarie, gliele faccia compiere al momento giusto, lo tenga al riparo da eventi traumatizzanti, orienti la crescita nel modo corretto ossia più vantaggioso per il futuro dell’individuo. Si tratta di un intervento complesso che prevede un’azione di sostegno e sollecitazione all’esperienza, la presentazione di modelli utili per affrontare le situazioni, l’orientamento verso le cose importanti, di protezione e di vigilanza per evitare le compromissioni e gli eventi traumatici.

Per questo essere in età evolutiva significa aver bisogno di un tutoraggio. Lo sviluppo o processo evolutivo è un dispiegarsi di risorse interne – un po’ come il germoglio che esce dal seme – alla ricerca di contributi (l’acqua e la luce) in grado di rendere possibile la crescita. E’ chiaro che tali complementi esterni – nel caso del processo evolutivo si tratta degli stimoli – non solo consentono la crescita ma nella loro specificità ne danno anche un indirizzo particolare.

Pochi si rendono conto dell’importanza dell’indirizzo evolutivo che va dato a un cucciolo, ignorando che sono proprio i primi mesi di vita a connotare l’identità del cane:

a) gli oggetti e gli eventi con cui prenderà familiarità;

b) le abitudini che andranno a caratterizzare il suo profilo;

c) le frequentazioni, ossia chi avrà modo di incontrare, che definiranno le competenze sociali. Se solo si avesse una maggiore consapevolezza dell’influenza del mondo sulla crescita indubbiamente si affronterebbe l’adozione con più responsabilità.

I primi mesi dopo l’adozione richiedono infatti un grande impegno: molta presenza e altrettanta pazienza, un’attenzione di coerenza nelle abitudini e nelle risposte che si danno al proprio beniamino, la disponibilità e la fermezza di una mamma. Il cucciolo apprende continuamente, il suo cervello è in costante evoluzione e si educa da ogni avvenimento e in ogni momento. Per questo la scuola più importante per il cucciolo è lo stile di vita della famiglia e le caratteristiche dell’ambiente frequentato.

Virtualità significa che l’innato è come una scatola di mattoncini che vanno montati in una costruzione individuale, per adattarsi al mondo e realizzare la propria identità di cane. E’ proprio nel suo contesto abitudinale che il cucciolo ritrova tali informazioni: stimoli che lo sollecitano a esplorare o a giocare, oggetti presenti o a disposizione verso cui correlare le proprie tendenze (per esempio il predatorio verso palline o rocchetti), nessi causali o temporali che gli consentono di costruire un catalogo di tutto ciò che fa parte del suo mondo e di attribuire a ogni cosa una particolare funzione. Inoltre l’ambiente di vita è fatto di momenti e di situazioni specifiche e il cucciolo impara che certi eventi ne preannunciano altri e che esistono delle abitudini e dei rituali.

Essere virtuali è una forza, perché tutto va ancora deciso, ci sono tante risorse e i vincoli sono veramente pochi, ma è anche una condizione di notevole esposizione: lo sviluppo chiede attenzioni, il sistema è vulnerabile, gli sbagli hanno effetti molto più incisivi rispetto al tempo di adulto. Virtualità significa che tutto quello che accade ha un peso considerevole nel futuro del cane. I primi passi infatti decidono la traiettoria e influenzano i passi successivi. Essere in una condizione di virtualità vuol dire trovarsi esposti a ogni occorrenza. Come una lastra di marmo, la virtualità indica un orizzonte ampio di possibilità che diminuisce via via che lo scultore toglie frammenti di marmo: a ogni colpo la virtualità diminuisce e la scultura prende forma. I primi colpi sono perciò decisivi.

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di Roberto Marchesini

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