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Zoomafie: gli affari della mafia sulla pelle degli animali

di Redazione Quattrozampe

zoomafie

“La mafia- tutte le mafie- fanno affari d’oro sulla pelle degli animali” è il titolo del dossier di 66 pagine inviato 3 giorni fa dall’AIDAA (associazione italiana difesa animali ed ambiente) alla procura di Roma contente i dati delle zoomafie, ovvero delle attività gestite dalle associazioni mafiose, della sacra corona unita, e della n’drangheta relativamente mondo degli animali.

Si tratta nello specifico di attività che vanno dalla gestione dei canili al traffico internazionale dei cani, dalla macellazione dei cavalli ad attività illegali quali i combattimenti di cani e la gestione di veri e propri cimiteri-discariche riservate alle carcasse dei cani uccisi nei canili ma per i quali si continuano a prendere i soldi pubblici.

Il giro di affari complessivo delle attività mafiose sulla pelle degli animali supera il mezzo miliardo di euro l’anno. “Il dossier inviato è ovviamente riservato- afferma Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- anche perché contiene nomi e cognomi delle persone e delle pseudo-organizzazioni animaliste coinvolte con i dati da noi raccolti durante cinque anni di controlli ed attività sul territorio, ma posso dire che oltre a confermare quanto già risaputo ci sono nuovi canali di interesse quali quello della macellazione dei cavalli clandestina e quello del traffico internazionale dei cani, dall’Italia e dalla Spagna (attraverso il nostro paese) verso il Nord Europa, si tratta di business ad alto reddito e basso rischio ecco perché dobbiamo denunciare questo nuovo filone di attività criminale sulla pelle degli animali, a costo di rischiare la nostra incolumità personale”.

Dal sito dell’AIDAA ecco di seguito una piccola scheda riepilogativa delle principali attività delle zoomafie:

1. Gestione dei canili
Sono 88 i canili sparsi in Italia e prevalentemente in Puglia, Calabria, Sicilia, Campania, ma anche rifugi privati nel centro nord Italia gestiti direttamente da famiglie malavitose, in questi canili sono ammassati migliaia di cani senza alcuna possibilità di controllo da parte delle associazioni animaliste. Si presuppone che per la gestione di questi canili le famiglie ricevano direttamente dagli enti pubblici una somma che supera abbondantemente i 6 milioni di euro l’anno. Operano in particolare in questo settore Sacra Corona e famiglie della Camorra.

2. Combattimento tra cani e corse clandestine
Il giro di affari attorno ai combattimenti di cani ed alle loro scommesse si aggira a circa 300.000 euro a combattimento, diverse decine di migliaia di euro girano attorno alle scommesse per le corse di cavallo clandestine, se i combattimenti avvengono prevalentemente al nord Italia, le corse sono una prerogativa delle regioni del centro sud. Il business sarebbe gestito da famiglie mafiose in collegamento con la mafia russa ed ucraina e con l’appoggio di alcune famiglie malavitose originarie della ex Jugoslavia e della Romania.

3. Traffico internazionale di cani
In Italia vi sono diverse organizzazioni che attraverso prestanome girano i canili specialmente nelle regioni del centro sud proponendo di svuotarli e di dare i cani in affido a canili o strutture dei paesi del nord europa ed in particolare in Germania. L’invio di camion di cani è un operazione che avviene oramai settimanalmente e per ogni cane si presume che le organizzazioni ricavino circa 30 euro. Tenendo conto che sono migliaia i cani che ogni anno partono dai canili del sud diretti nel nord Europa e che dalla Spagna transitano per l’Italia diretti poi nel nord europa attraverso associazioni compiacenti il giro degli affari è di diversi milioni di euro, questa attività pare essere di particolare interesse per le famiglie mafiose e della n’drangheta.

4. Macellazione dei cavalli
Questo è un settore purtroppo non ancora ben conosciuto, ma l’aumento dei cavalli abbandonati dopo l’attività sportiva apre una nuova prospettiva affaristica legata all’esportazione di cavalli verso i paesi dell’est europeo cavalli destinati alla macellazione, non siamo in grado di dare un numero concreto, ma vale la pena ricordare che sono migliaia i cavalli che ogni anno finiscono la loro attività agonistica e che per i quali in Italia vige il divieto assoluto di macellazione, cosa che invece è possibile nei paesi dell’est europa, specialmente se le esportazioni avvengono in maniera semiclandestina. A gestire questo giro sarebbe in particolare la malavita pugliese e la camorra.

5. Business del caro animale estinto
Business minore, ma non per questo privo di guadagno, si tratta di vere e proprie pompe funebri per animali che gestiscono cimiteri fantasma e discariche. Uccidendo i cani in canile ma continuando a mantenerli in carico in modo che venga erogato il contributo pubblico, ma specialmente la camorra opera anche sugli animali di affezione che ritira dagli studi veterinari facendosi pagare la cremazione, mentre gli stessi vengono invece seppelliti in discariche e fosse comuni.

Fonte Aidaa

© Riproduzione riservata.

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