La magia della laparoscopia

di Maria Paola Gianni

Intervento in laparoscopia

La laparoscopia: viaggio all’interno dei nostri amici a quattro zampe. Una sonda entra attraverso l’ombelico nel loro corpo, perlustra, scova e risolve il problema. Tecnologia ed eccellenza veterinaria risparmiano dolore e complicazioni post-operatorie

Ciak, si gira… La telecamera è accesa, ora può riprendere, tutto è pronto per il video… Solo che stavolta è un film particolare, in un luogo davvero insolito. Dove si svolge la “scena”? All’interno dell’addome di un cagnolino  da sterilizzare. Alla regia c’è Klaus G. Friedrich, direttore sanitario dell’ambulatorio veterinario di chirurgia mini invasiva e diagnostica endoscopica (a Roma, zona Parioli), esperto in animali esotici e da compagnia. Emozione e curiosità prendono il sopravvento. Non solo per il fascino della tecnologia, ma per il fatto che questa tecnica risparmia al cane o al gatto lunghi tempi di anestesia, dolore, ferite, collare elisabettiano, perdita di tempo, nonché l’odioso decorso del post-operatorio.

Cos’è la chirurgia mini-invasiva

La chirurgia mini-invasiva permette di visualizzare nel dettaglio gli organi interni del paziente, senza dover ricorrere alla chirurgia classica più invasiva. Attraverso questa tecnica innovativa si possono oggi eseguire indagini diagnostiche approfondite, interventi chirurgici come la sterilizzazione e interventi come la gastropessi. Durante la videochirurgia, il paziente viene sottoposto a un monitoraggio accurato e una micro-telecamera viene introdotta attraverso un accesso di cinque millimetri (chirurgia mini-invasiva) praticato a livello ombelicale: permetterà di visualizzare tutti gli organi presenti nella cavità addominale. Se necessario, un secondo accesso permetterà l’ingresso degli strumenti specifici e quindi il prelievo di materiale a scopo diagnostico.

Vantaggi notevoli

I vantaggi di questa tecnica sono notevoli: al posto di una chirurgia classica che prevede, a seconda del caso, operazioni anche di notevoli entità e gravità, avremo invece dei piccoli fori attraverso i quali anche operazioni chirurgiche complesse si potranno svolgere sul paziente con una precisione incomparabile e in tempi sorprendentemente brevi. Tutto ciò comporta il recupero rapido a vantaggio del paziente.

Diagnostica endoscopica

Con una tecnica simile, ma utilizzando endoscopi flessibili, si praticano gastroscopie, colonscopie, per la valutazione dell’apparato gastro-intestinale e broncoscopie per analizzare tutto l’apparato respiratorio. Una tecnica che permette anche il prelievo di biopsie o l’asportazione di corpi estranei.

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Laparoscopia: metodo dolce

Tantissimi animali vengono sottoposti a un intervento chirurgico, per cui in genere viene rasato tutto il pelo dell’addome e aperta la pancia con un taglio chirurgico, tecnica chiamata laparotomia. Il metodo molto più dolce, invece, è la “laparoscopia”, con la quale si inserisce nella pancia del cane o del gatto una micro-telecamera attraverso un forellino di cinque millimetri a livello dell’ombelico, per visualizzare bene sui monitor tutti gli organi interni. Attraverso altri due forellini vengono introdotti strumenti molto lunghi e molto fini, grazie ai quali l’intervento viene eseguito con la massima precisione.

Laparoscopia: quando può essere utilizzata?

La laparoscopia, però, non è una tecnica che si può usare per tutti i tipi di chirurgia. Ad esempio, quando è necessario intervenire per asportare una milza, chiaramente serve più spazio. Ma va bene per la sterilizzazione, la vasectomia, l’asportazione dei calcoli dalla vescica, tanti interventi oncologici, biopsie di organi, nefrectomia, interventi preventivi come la gastropessi, per la prevenzione della torsione dello stomaco.

Insomma, gran parte degli interventi chirurgici, anche i più complessi, si risolvono ora in breve tempo. “Una sterilizzazione dura solo venti minuti, senza fretta, e si fa tutta in laparoscopia. L’animale torna a casa subito dopo l’intervento”, continua Friedrich, “ciò significa che una persona viene qui in clinica, si fa una visita pre-operatoria, lascia l’animale che poi nel giro di due ore sarà di nuovo a casa. Di norma le persone vengono da noi una settimana prima dell’intervento, per far visitare il loro cane o gatto, si conosce il paziente, si parla col proprietario, si risponde a tutte le sue domande, i suoi dubbi, le sue paure, specialmente quando si parla di sterilizzazioni. Nulla è affidato al caso”.

Ideale per animali esotici e selvatici

“Utilizzo la laparoscopia da tantissimi anni per operare animali esotici e selvatici, che nel post-operatorio non sono gestibili”, spiega il veterinario Klaus Friedrich. Un esempio? Beh, una ferita chirurgica tradizionale sulla pancia di una tigre o di un orso non è di facile gestione. Appena si svegliano non si può più intervenire per disinfettarla, non si può impedire che si lecchino, né si può imporre il collare elisabettiano”

Quanto costa?

Se questa tecnica non è ancora tanto conosciuta è a causa di alcuni limiti: strumentazione, formazione specialistica del chirurgo e costi dell’intervento.

Qual è il costo di un intervento in laparoscopia per la sterilizzazione per un cane e un gatto? “L’intervento costa mediamente tra 400 e 600 euro“. I cani grandi, a causa della mole superiore, e i cani più piccoli tipo Chihuahua costano un po’ di più, i primi per le diverse quantità di anestetici utilizzati, i secondi per l’uso di strumenti pediatrici specialistici, più piccoli”, precisa ancora il direttore sanitario. “A seconda della tipologia dell’intervento operiamo in tre, fino a cinque persone. Questo è un altro limite economico, la laparoscopia è una tecnica che richiede almeno un anestesista, il chirurgo e l’aiuto chirurgo. Con interventi più complessi si arriva a quattro o cinque persone, perché servono più mani”.

Anidride carbonica e basculamento

Come spiega ancora nel dettaglio il medico veterinario, un aspetto determinate è l’inserimento dell’anidride carbonica nell’addome dell’animale, tecnica che aumenta la visibilità interna: poi si introduce una telecamera e due strumenti che sono le due porte di accesso all’interno dell’addome, si chiamano “trokar”, e le cannule hanno un diametro di cinque millimetri, nel gatto bastano addirittura trokar da tre millimetri. Gli strumenti, particolarmente lunghi e fini, sono gli stessi della chirurgia tradizionale. Alla fine dell’intervento viene fatta uscire l’anidride carbonica.

Altra cosa importante: il basculamento laterale dell’animale, per evidenziare meglio sul video tutti gli organi interni: così, ad esempio, nel monitor si vedono distintamente la milza, l’ovaio, i reni, si distinguono molto meglio che con l’ecografia, anche se solo superficialmente. Gli strumenti sono dei “dissettori a ultrasuoni”, non tagliano con l’elettricità, non sono elettrobisturi, bensì agiscono con gli ultrasuoni, che delicatamente coagulano e tagliano. Il rischio di emorragia è bassissimo.

Come un videogioco…

Sono strumenti che devono stare in mano a chi sa usarli, che abbia acquisito la giusta manualità. Un chirurgo abituato a operare in chirurgia tradizionale non può utilizzare la tecnica della laparoscopia senza un’adeguata preparazione. Sembrerà strano, ma come spiega lo stesso Friedrich, il saper giocare coi videogiochi aiuta moltissimo. In questo caso, infatti, non si mettono le mani direttamente sugli organi e non si vede direttamente. Anzi, il cervello deve coordinare le immagini riportate su tre monitor. Quello che si vede a destra sul video, in realtà sta a sinistra, e viceversa, è un po’ come l’immagine riflessa allo specchio. È solo una questione di coordinamento mentale.

Testo e foto di Maria Paola Gianni

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