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Centro militare veterinario di Grosseto: fiuto, mimetica ed eccellenza

di Maria Paola Gianni

Centro militare veterinario di Grosseto: fiuto, mimetica ed eccellenza

Si respira un’atmosfera tutta particolare al Centro militare veterinario di Grosseto (CeMiVet), struttura dell’Esercito italiano. L’area è immensa, estesa quasi 600 ettari, conta circa 300 uomini e donne, tra militari e civili, 200 cavalli, oltre 100 cani. Qui dentro, tanto per capire l’estensione, si coltivano persino campi a foraggio per alimentare autonomamente i cavalli ospitati. C’è anche un centro di eccellenza medico veterinaria, specializzato in cani e cavalli. Ad accoglierci tanti militari che non finiremo mai di ringraziare, per la compostezza, la cortesia e la massima professionalità dimostrata. A partire dal colonnello Luca Virgilio, comandante del Centro militare veterinario. “La mia giornata tipo? Alzabandiera alle 8.15, poi un paio di ore di ricevimento in ufficio del personale, la firma della posta, giri di controllo per la caserma, riunioni dello staff, altro giro di posta. Non si finisce mai”. Poi aggiunge: “Al Centro militare veterinario sono concentrate tutte le capacità cinofile dell’Esercito. Produzione del cane, allevamento, addestramento, preparazione delle operazioni, insomma, viene fatto tutto qui dentro, sia con il cane che con i militari. Qui si formano eccellenti binomi cane-operatore cinofilo che partono insieme per trascorrere tutta la loro vita operativa. E che prosegue anche dopo, in pensione. Vantiamo un’esperienza di oltre 150 anni nell’allevamento e impiego degli animali militari”. Quando arriviamo al centro, scorgiamo una cavalla a terra, distesa su un fianco, con attorno dei ragazzi. “Tutto sotto controllo”, assicurano i medici veterinari, che qui sono davvero tanti, “sta per partorire, e dei corsisti del campus universitario la stanno monitorando”. Ogni anno, infatti, i migliori sessanta studenti prossimi alla laurea – scelti fra quelli di tutte le facoltà di veterinaria italiane – partecipano a un campus di quindici giorni all’interno della struttura.

Centro multifunzionale e prestigio

Un centro davvero multifunzionale, dunque. Si provvede anche alla formazione militare e professionale del personale con corsi di aggiornamento per gli ufficiali sottufficiali e graduati del servizio veterinario, nonchè corsi di formazione per conducenti cinofili. Il prestigio di questo centro militare è tale da rappresentare un punto di riferimento anche per il mondo scientifico e universitario. Qui si formano soldati veri e soldati a quattro zampe che ogni giorno, nei tanti teatri operativi dove sono presenti le Forze Armate Italiane, mettono in scena la rappresentazione più autentica della loro “guerra” non violenta: difendere militari, civili e bambini dai rischi connessi a ordigni esplosivi. Oltre a provvedere alla sicurezza del compound, dunque, salvano vite umane. Come spiega il sergente maggiore Massimiliano Pinto, istruttore cinofilo del plotone di riproduzione e allevamento, “uno degli obiettivi fondamentali è quello di abituare il cane agli stimoli che incontrerà nella vita adulta, come l’esplosione o lo sparo. In situazioni reali deve saper fronteggiare scontri a fuoco ed esplosioni improvvise. Per cui il cucciolo arriva in una zona dove è stato sistemato del mangime e associa il rumore dello sparo al cibo e cataloga l’esperienza come positiva”.

Dimostrazioni davvero realistiche

Ricchissimo, variegato e a ritmo serrato il programma preparato per noi dall’instancabile tenente colonnello Carlo Guerrini, comandante del Gruppo cinofilo, a giudicare dalla meticolosità delle dimostrazioni di addestramento, una di seguito all’altra. “Tutti i nostri cani“, spiega il tenente colonnello Guerrini, “dopo una prima fase di socializzazione, iniziano il corso di specializzazione con il proprio conducente della durata di dieci mesi, come ad esempio i binomi cinofili Patrol – Edd addestrati alla ricerca e immobilizzazione di personale ostile”. Il maresciallo ordinario Giuseppe Esposito, comandante di plotone cinofilo di Fanteria, ci spiega alcune dimostrazioni: “Abbiamo inscenato una serie di attacchi sul figurante con tre diversi cani. Ogni quattro zampe ha attaccato in modo diverso, mordendo in diversi punti del corpo. Sono tutti addestrati sia alla ricerca di esplosivi, sia alla ricerca e arresto di personale ostile”. È tutto a ritmo serrato, anche il figurante deve aver seguito un corso specifico che dura almeno due settimane: deve sapere ammortizzare il colpo del cane, ossia l’ingresso del quattro zampe sulla figura umana. Parliamo di soggetti che pesano circa quaranta chili e che si lanciano velocissimi. Basti pensare che la pressione esercitata dal morso del cane è altissima. Alcuni soggetti riescono addirittura a bucare la protezione. Poi Esposito continua: “Quasi tutti i quattro zampe delle nostre dimostrazioni vivono in famiglia, a casa con i propri conducenti, mogli e figli, bambini piccoli. Sanno perfettamente che quando sono in servizio devono investirsi di un ruolo militare, una volta usciti da qui tornano cani normalissimi, socializzati. Vanno comunque gestiti con serietà. Io ho un bambino che è cresciuto col mio cane, hanno entrambi circa otto anni, sono legatissimi, a volte litigano per un pupazzetto”.

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Pettorina e ritualizzazione

“Far indossare la pettorina al cane”, aggiunge il tenente colonnello Guerrini, “è una ritualizzazione che gli fa capire che da quel preciso momento inizia l’attività vera e propria ed è subito concentrato”. E ancora: “Altra fase importante è quella del gioco con la pallina alla quale è legato un tubo di plastica con dentro una piccola quantità di esplosivo. Così il cane associa il gioco all’odore dell’esplosivo”. “Insegniamo al cane, tramite l’olfatto, a memorizzare la sostanza esplosiva col gioco per poi portarlo a ricercare il tutto in natura”, continua il maresciallo ordinario, Paola Gigante, comandante di plotone cinofilo del Genio, “durante il corso il cane memorizza principali tipi di esplosivo che poi aumenteranno con l’esperienza”.

Tensostruttura, unica in Italia

Siamo ora nella tensostruttura addestrativa per il binomio Mdd (Mine detection dog) col cane che individua mine e ordigni interrati. È l’unica in Italia, “perché siamo gli unici a fare questo tipo di addestramento con le mine, è una nostra esclusiva”, precisa Guerrini, “tutti i cani inviati in Afghanistan, e non solo, sono stati addestrati qui”. Il cane viene preparato alla ricerca di mine lungo corridoi con tre diversi tipi di sabbia e larghi un metro, dapprima con dei cordoli ai lati, così memorizza l’ampiezza da esplorare, poi successivamente, quando il cane si è abituato a spaziare mentalmente a destra e sinistra entro un metro di larghezza, senza bordi esterni. “Una volta che il quatto zampe avrà ispezionato un percorso senza pericoli“, spiega il primo caporal maggiore Maurizio Solinas, effettivo alla compagnia cinofila del Genio, operatore Mdd, “avrà individuato un varco sicuro per i soldati e dietro di lui un militare con bomboletta spray segnalerà il tragitto sicuro“. Ciò, ad esempio, sarà utilissimo per l’intervento con un ferito in un campo minato, il cane segnalerà la mina (o le mine), senza toccarla, semplicemente assumendo la posizione di “seduto”. Come tiene a precisare Guerrini, la tensostruttura è attrezzatissima anche per creare disturbi, con casse acustiche che emettono rumori di ogni genere (motosega, elicottero, ecc), per abituare il cane a concentrarsi sul suo obiettivo in qualsiasi situazione. Non manca l’impianto idraulico che bagna e ricompatta il terreno, una volta nascosta la mina, e un altro impianto che lo asciuga, per simulare così il trascorrere del tempo (pioggia, sole). Massima tecnologia e professionalità.

Eccellenza veterinaria

E massima eccellenza, ovviamente, all’Infermeria veterinaria del Centro militare. “Qui visitiamo tutti i cani, quindi curiamo il benessere degli animali ospitati, in particolare ci occupiamo della loro salute prima di impiegarli in missione fuori area. Anche per prevenire le patologie che potrebbero essere introdotte dai paesi dove i nostri animali vanno ad operare, Afghanistan, Libano e Kosovo. Ognuno ha il passaporto europeo e una cartella clinica con tutti i controlli ed esami complementari svolti“, precisa il tenente colonnello Lorenzo Tidu, veterinario e capo sezione medicina e diagnostica canina. Che aggiunge: “Fanno tutti la quarantena, di circa dieci giorni. L’infermeria è strutturata in quattro sezioni, due per cavalli e due per cani (medicina diagnostica e chirurgia). Qui c’è anche l’allevamento di cani, con due o tre cucciolate annue, Pastori Tedeschi e Belga Malinois, ottenute da soggetti da riproduzione esenti da displasia dell’anca e del gomito, nè con patologie condrodistrofiche alla colonna“.

Valutazione di idoneità

Prima della partenza per i teatri operativi, quindi per la missione in Afghanistan o in Libano, il binomio uomo-cane viene “validato” da una commissione mista tra ufficiali e sottufficiali del gruppo cinofilo e un membro esterno, in base a esercizi realistici di interventi in teatro operativo. In questo caso, il membro esterno è il primo maresciallo – luogotenente Filippo Loiacono, specializzato in ordigni esplosivi improvvisati, comando Genio (Cecchignola, Roma), centro di eccellenza Counter-Ied che in Afghanistan ha esperienza da vendere, decine e decine di missioni e un gran fegato, perché è lui che nei momenti di massima allerta deve scoprire l’ordigno e disinnescarlo. “Faccio una valutazione procedurale operativa in base a trasposto tattico, verifica dell’equipaggiamento, acquisizione delle informazioni, osservazione e valutazione dell’area di lavoro, distanze di sicurezza. E tante altre cose. Una volta scelti i ragazzi che fanno coppia fissa con i cani addestrati, entro massimo due mesi partono per l’Afghanistan dove restano sei mesi“.

Specializzazioni

L’Mdd (Mine detection dog) è il cane che individua mine e ordigni sotto il terreno. Mentre l’Edd (Explosive detection dog) ricerca e segnala esplosivi, armi e munizioni in superficie, anche su auto e camion. Lo Scout è in grado di segnalare la presenza di elementi ostili e rilevare mine e trappole esplosive. Il Patrol-Edd, segnala a distanza la presenza di elementi ostili e all’occorrenza ricerca esplosivi non interrati; può essere impiegato per la sorveglianza e il controllo della folla (ad esempio nella distribuzione di aiuti umanitari). È dal 2002 che i binomi uomo-cane del Gruppo Cinofilo di Grosseto sono stati impiegati nei teatri operativi in Afghanistan, Irak, Kosovo, Libano, per garantire la protezione delle forze e incrementare il livello di sicurezza delle basi. Gli animali addestrati alla ricerca di esplosivo, grazie al loro eccezionale olfatto, individuano qualsiasi tipo di ordigno e lo segnalano “in sicurezza” al proprio conducente. Come per i militari, anche le missioni degli animali durano sei mesi, poi si torna a casa, in Italia. I cani vengono addestrati solo con tecniche gentili, sono assegnati al proprio conduttore, un’amicizia, collaborazione e fiducia reciproca che dura tutta la vita.

Sicurezza del compound e salvataggio vite

Nei teatri internazionali i cani sono sempre in allenamento. Vivono nei box, ogni giorno lavorano quasi tre ore per la sicurezza esterna del compound e in genere si addestrano altre due ore per simulare interventi di pericolo con presenza di esplosivo. E nei momenti di libertà, i cinofili non perdono occasione per far sgambare i loro beniamini e per rafforzare il loro rapporto di affetto e complicità.
10 i mesi del corso di specializzazione;
6 i mesi di ogni missione estera, sia per i militari che per i cani;
2 i teatri operativi attuali: Afghanistan e Libano;
4 le specialità dei cani: Mdd, Edd, Scout e Patrol – Edd.

di Maria Paola Gianni – foto Corrado Bonomo

 

A seguito di questo servizio, abbiamo ricevuto anche questa bella lettera di ringraziamento da parte del comandante del Centro militare veterinario, il colonnello Luca Virgilio.

Egregio dott. Morelli,
la ringrazio sentitamente per l’eccellente servizio dal titolo “Fiuto, mimetica ed eccellenza” pubblicato sul numeero di Agosto del mensile Quattro Zampe.

Avrei piacere che questo mio apprezzamento fosse esteso anche ai Suoi collaboratori, la giornalista Maria Paola Gianni ed il fotografo Corrado Bonomo che, grazie alla loro competenza e professionalità sono riusciti a dare ampia visibilità e risalto alle attività svolte quotidianamente dal personale e dai cani del Gruppo cinofilo dell’Esercito e a rendere un’immagine lusinghiera e realistica del Centro militare veterinario.
Con stima

Col. Luca Virgilio
Centro Militare Veterinario Grosseto

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