Gravidanza: con gli animali è meglio
Molto spesso si sente dire che non è consigliabile vivere insieme agli animali durante la gravidanza: ma cosa c’è di vero? Il pericolo di contrarre la toxoplasmosi per la mamma e il bambino è reale o si tratta solo di vecchi retaggi tradizionali?
Più pericoloso ingerire le verdure non lavate o gli alimenti crudi
“È un vecchio retaggio quello del gatto come rischio per la gravidanza”, spiega Marco Melosi, presidente dell’Associazione dei veterinari, “ormai i meccanismi di trasmissione della toxoplasmosi sono stati capiti meglio. Il toxoplasma è un parassita dei gatti e viene eliminato attraverso le feci in forma di oocisti, che contaminano l’ambiente esterno. Mangiare alimenti contaminati da oocisti nei primi tre mesi di gravidanza può portare all’aborto ed è importante, quindi, che la donna non li ingerisca. Ma il problema”, assicura il presidente di Anmvi, “non è il gatto domestico. Sono piuttosto le verdure non lavate o gli alimenti crudi, la carne su tutti”.
In gravidanza qualche accorgimento in più
Come può, quindi, il nostro gatto costituire un pericolo? “I felini possono contrarre l’infezione mangiando carni o prede crude”, spiega Alessandro Arrighi, medico veterinario. “Il più delle volte non si sviluppa la malattia, mentre in rari casi si possono avere patologie che vanno dalla polmonite all’epatite, retinite, encefalite e ad altro ancora. Dopo l’infezione, indipendentemente dal fatto che ci sia stata o meno la malattia, il gatto può restare portatore sano del parassita, che si localizza, tra le altre sedi, nel tubo digerente. Proprio questo fatto costituisce la fonte di potenziale pericolo, visto che il micio elimina le feci in casa. Un gatto infetto”, continua Arrighi, “statisticamente elimina parassiti solo pochi giorni in tutta la sua vita, e la forma in cui fuoriescono i toxoplasmi non è infettante, ma lo diventa dopo 24-36 ore di permanenza nell’ambiente esterno. La futura mamma, per infettarsi, dovrebbe ingerire accidentalmente delle particelle fecali contaminate e in alta quantità. Durante la gravidanza, sarà bene che sia il marito a pulire giornalmente la lettiera del gatto, e la futura mamma dovrà lavarsi le mani dopo aver accarezzato il proprio gatto. Se uniamo tali precauzioni alle premesse precedenti, il rischio di contrarre la toxoplasmosi dal gatto è pressoché pari a zero”.
Entrare in contatto col gatto non basta
Avere un gatto in casa, quindi, non basta a contrarre la malattia. Non basta neanche accarezzare l’animale o dargli un bacio. Se il gatto s’infesta mangiando carne cruda, la cosa più logica sarebbe non dargliene mai. Se poi il micio ha sempre vissuto in casa, senza alcuna possibilità di leccare terriccio contaminato, la probabilità che possa contrarre la toxoplasmosi è praticamente nulla. E se il nostro piccolo felino avesse la malattia in atto? Sarebbe infestante per 15-20 giorni, poi diverrebbe immune, proprio come le persone che l’hanno già contratta. Cosa fare in quel lasso di tempo? Perché le oocisti sporulino, ossia diventino infettanti, è necessario che le feci restino ad una temperatura e ad un’umidità piuttosto elevata, e per più di 24 ore. E le oocisti che rimangono sul pelo del gatto? Non hanno le condizioni giuste per sporulare, dunque non si corre alcun pericolo.
Il dog walking fa bene al cane e alla futura mamma
Toxoplasmosi a parte, quali sono gli altri rischi che si corrono in gravidanza convivendo con un pet? A quanto pare nessuno. Non solo. Possedere un cane ridurrebbe del 50% sia il rischio di sviluppare complicanze durante la gestazione che quello di aumentare eccessivamente di peso. Ad affermarlo è l’Institute of Infection and Global Health dell’Università di Liverpool in uno studio testato su 11mila future mamme. “Abbiamo scoperto che possedere un cane fornisce motivazioni in più per uscire di casa e fare una passeggiata, camminando a ritmo sostenuto su base regolare”, spiega Carri Westgarth, il docente che ha promosso lo studio. “Gli esercizi consigliati durante la gravidanza includono passeggiate, jogging e nuoto ma molte donne preferiscono camminare. In più la presenza di un amico a quattro zampe ha un effetto benefico sul tono dell’umore che in questo periodo della vita della donna è particolarmente altalenante. Nel dog walking (camminare con il cane) si ha uno scambio reciproco, il cane è felice di scorazzare e lo dimostrerà con tante coccole in più”.
Convivere con un animale riduce il rischio allergie
E per quanto riguarda le precauzioni da prendere all’arrivo del bebè? Anche qui nulla che vada oltre le basilari norme igieniche da rispettare: regolari controlli, vaccinazioni e disinfestazioni da parassiti interni ed esterni. Il contatto con un animale domestico, inoltre, ridurrebbe il rischio di allergie infantili. A dimostrarlo è stato uno studio pubbicato sullo European Respiratory Journal e presentato lo scorso anno al Congresso della Società Europea delle malattie respiratorie. “Vivere a stretto contatto con un animale ‘allena’ il sistema immunitario dei bimbi a essere meno sensibile”, spiegano gli studiosi, “e dunque a scattare con meno probabilità di fronte agli allergeni, con una riduzione dei casi di asma, eczema e febbre da fieno. A fare la differenza è la coabitazione con il cane, e non le saltuarie carezze con animali incontrati al parco o da amichetti. Non basta far avvicinare il proprio bimbo ai cani di amici e parenti, se si vogliono ridurre i rischi, bisogna fare spazio in casa a un amico a quattro zampe”.
Chiediamo sempre al nostro veterinario di fiducia
Un consiglio? Per evitare inutili allarmismi, non affidiamoci solo a quello che passa in tv o gira in rete. Andiamo sempre oltre, senza rischiare di incappare in errori che potrebbero danneggiare inutilmente i nostri animali. Se qualcuno ci ha messo una pulce nell’orecchio, parliamone subito col nostro veterinario.
Le precauzioni da prendere in gravidanza
- Far pulire la lettiera a qualcun altro, ma, se non fosse possibile, basta mettersi dei guanti ed eliminare le feci prima che sporulino, quindi entro le 24 ore;
- Non dare carne cruda al gatto;
- Non fare giardinaggio o mettersi sempre i guanti prima di toccare terra o sabbia che potrebbe essere contaminata;
- Non toccare la carne cruda con le mani, poiché i tachizoiti sono mobili e possono penetrare attraverso le piccole ferite delle mani; meglio usare i guanti;
- Non mangiare verdura, salumi o carne cruda (marinarla col limone non serve).
- Non bere latte crudo di capra.
di Federica Forte
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