Il web che aiuta i pet
“Web fondamentale ma convive con carta”. È quanto emerge dal 9° Censimento generale dell’Industria, dei servizi e delle istituzioni non profit. I risultati sono chiari: “Il 60,9% delle istituzioni non profit che fanno ricorso ad almeno uno strumento di comunicazione prediligono il sito Internet, mentre il 54,2% adotta comunicati e brochure informative e il 30,6% sceglie i social network come veicolo per condividere idee e creare community sul web, seguito dalla pubblicità (29,8%) e dalla newsletter periodica (15,2%)”. Dati che fanno pensare che il web e i social network hanno indubbiamente assunto un ruolo importante e a volte fondamentale, ma non sostitutivo rispetto all’impiego degli strumenti tradizionali.
Associazioni animaliste e social network
A riferirlo è l’Adnkronos. Dalla ricerca risulta che le istituzioni non profit che utilizzano almeno uno strumento di comunicazione sono il 68,3%, ossia 205.792. Di queste, sono le organizzazioni di Protezione animali (18,3%) a impiegare maggiormente i social network per la loro strategia comunicativa e il più utilizzato è senz’altro Facebook. Quasi tutte le associazioni animaliste dispongono, infatti, di un profilo sul più grande social esistente al mondo che conta all’interno della propria community qualcosa come 1,23 miliardi di persone.
Tanti vantaggi
Va da sé, quindi, che la rete ha un’importanza fondamentale per tutte quelle organizzazioni che hanno bisogno di coinvolgere un bacino di utenti molto grande, il più ampio possibile. Ciò a cui si punta è, infatti, la condivisione, ulteriore possibilità a disposizione degli utenti che possono rilanciare quanto pubblicato da un altro utente, dando così maggior visibilità al contenuto. Appelli, iniziative, raccolta firme, petizioni, news e tutto ciò che riguarda il mondo animale riescono così a raggiungere i posti più lontani, anche andando al di là del globo terrestre. Quanto è vantaggioso tutto ciò per le organizzazioni stesse? Probabilmente molto, ma i rischi sembrano essere altrettanto grandi.
Attenzione ai pericoli
La facilità, infatti, con cui si può accedere a questi strumenti digitali potrebbe portare alla nascita di organizzazioni inesistenti sulla carta, che promuovono raccolte fondi non finalizzate all’aiuto reale degli animali. Se a ciò aggiungiamo un minore controllo in fatto di affidi e staffette, il quadro è chiaro.
Il vantaggio, quindi, di una maggiore visibilità e possibilità di raggiungere un altissimo numero di persone si accompagna al rischio di incappare nella “bufala” di turno a danno sì degli utenti, ma soprattutto degli animali. Attenzione, dunque. Ogni qualvolta si accredita un mi piace a un Gruppo o a una Pagina, occorre tener presente come tale interazione rappresenta di fatto un legame e un’attribuzione di fiducia. Chi gestisce tale Pagina, infatti, ha la possibilità di cambiare l’oggetto della stessa in qualsiasi momento, coinvolgendo così potenzialmente migliaia di utenti in argomenti o opinioni arbitrarie, anche del tutto opposte a quelle originali.
di Federica Forte
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