Prevenire la struvite nel gatto
Quando si tratta di gatti, non è strano sentir parlare di urolitiasi e struvite. Cos’è? “È una patologia molto frequente nei gatti domestici”, spiega Alessandro Arrighi, medico veterinario della clinica Etiopia di Roma, “e consiste nella presenza anomala di concrezioni cristalline a carico dell’apparato urinario. Gli uroliti, o calcoli, possono avere una struttura fine come sabbia o più grossolana e definita, fino ad assumere l’aspetto di veri e propri sassi, con dimensioni variabili, a volte insospettabilmente grandi”. Ma come si sviluppa questa patologia? E perché il gatto ne è particolarmente colpito?
Diverse le cause
L’anomalo ristagno dell’urina, l’alta concentrazione di sali al suo interno, un determinato grado di acidità (adatto alla precipitazione dei vari tipi di cristalli), la presenza di materiale che funge da nucleo del calcolo stesso (essudati infiammatori) e le fermentazioni batteriche recidivanti favoriscono la patologia che nel gatto è particolarmente presente. Questo perché le sue abitudini alimentari lo predispongono alla stessa: è un animale che beve poco, il che gli fa avere urine molto concentrate, e consuma molti piccoli pasti nell’arco della giornata, facendo sì che il suo stomaco sia sempre attivo e favorendo, per questo, la produzione dei particolari cristalli in questione. Il mangime secco potrebbe essere una concausa, ma c’è chi sostiene invece che con le crocchette il gatto beva di più diluendo, così, le urine. In alcuni casi, poi, si tratta di una predisposizione soggettiva contro la quale c’è ben poco da fare.
Come intervenire?
I sintomi sono diversi: “episodi di ematuria ricorrente, infezioni recidivanti, coliche, ostruzioni”, spiega Arrighi e continua, “i calcoli possono localizzarsi in tutto l’apparato urinario, ma nel gatto per lo più si trovano in vescica, e da lì, soprattutto quando sono in forma di sabbia, si possono spostare in uretra provocando infiammazione, dolore e, talvolta, ostruzione. Quest’ultima evenienza è favorita dalla particolare conformazione dell’uretra peniana, che è un tronco di cono rastremato verso l’uscita”. Insomma, quando si arriva all’ostruzione o nei casi in cui il calcolo sia molto grande, l’unica via di intervento è quella chirurgica. E se preso in tempo? “Nei casi in cui si effettua diagnosi prima dell’emergenza”, conclude il veterinario, “potremo curare l’infiammazione e l’infezione inevitabilmente connesse all’urolitiasi e, con diete e integratori alimentari, tentare di sciogliere i cristalli manipolando la composizione dell’urina nella quale si trovano”.
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