Bocconi avvelenati: cosa fare quando se ne trova uno
- Avvertire la Polizia provinciale o il Corpo Forestale dello Stato, oppure le altre Forze dell’ordine e nel frattempo delimitare l’area in maniera da non far accedere nessuno;
- Prelevare con cautela l’esca facendo attenzione a non toccarla senza protezione (usare guanti in lattice o sacchetti in plastica) e chiuderla in un contenitore a tenuta stagna, per consegnarla poi al Servizio veterinario del Comune o alla Polizia provinciale;
- Non annusare mai l’esca, potrebbe contenere prodotti volatili (ad es. cianuri) altamente tossici.
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I doveri del sindaco
In caso di accertata presenza di sostanze velenose o comunque pericolose per gli animali in un determinato sito, il sindaco, entro 48 ore, provvede a individuare le modalità di bonifica del luogo interessato dall’avvelenamento, nonché a segnalare con apposita cartellonistica e a intensificare i controlli da parte delle autorità preposte.
Segnalazione alla Polizia Locale
Segnalare alla Polizia locale (se ci troviamo in un centro abitato), pretendere un sopralluogo in breve termine affinché siano raccolti campioni della sostanza presente e sottoposti a controllo. Contattare comunque l’autorità pubblica per gli adempimenti necessari, affinché altri utenti siano informati e non frequentino l’area pericolosa fino a bonifica.
Violazione penale
L’utilizzo di bocconi, esche avvelenate o comunque sostanze nocive per gli animali, comporta anche la violazione penale: la lesione e\o uccisione di un animale, qualora avvenga per crudeltà o senza la necessità, comporta l’integrazione di delitti puniti dal nostro codice penale con multe salate e carcere. L’apposizione di bocconi o esche velenose in un’area cani è un atto penalmente rilevante, punibile anche solo a titolo di tentativo, quindi, anche se di fatto non si verifica alcun danno a carico dell’animale.
Denuncia contro ignoti
Presentare denuncia nei confronti di ignoti affinché l’autorità di pubblica sicurezza proceda con opportune indagini; informare, attraverso passa parola o social network, i frequentatori dell’area.
di Claudia Taccani,
Responsabile sportello legale Oipa Italia
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di Valentina Maggio
foto di Shutterstock
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