I Pastori Svizzeri di Kaspar Capparoni

di Maria Paola Gianni

Kaspar Capparoni e i suoi Pastori Svizzeri

Non è stato difficile individuare la villa dell’attore Kaspar Capparoni, in quel di Cerveteri, in provincia di Roma. Lui ci aspetta proprio davanti all’ingresso, sta “preparando” i suoi otto cagnoloni, che da lì a pochi minuti saranno bianchi e spumeggianti. Sono Pastori Svizzeri, a loro basta qualche colpo di spazzola per far esaltare il manto in tutta la sua brillantezza. Kaspar da poco li ha fatti uscire dal recinto, sono liberi di scorrazzare, saltellano allegrotti tutti intorno a lui. Anche se più di qualcuno tanto contento di farsi “strigliare” davvero non lo è, ma lo accetta di buon grado, coerentemente al carattere equilibrato, socievole e ubbidiente che contraddistingue questo splendido cane.

Mentre noi (il fotografo Massimo Ferrari e la sottoscritta) ci avviciniamo con l’auto, piano piano, lo scorgiamo già da lontano, contornato da una nuvola di cani bianchi. È proprio lui a prendersi cura di loro, Kaspar Capparoni, noto attore di teatro, cinema e amato interprete di fiction televisive di successo come Elisa di Rivombrosa, Capri, Al di la del lago, la serie italiana de Il Commissario Rex (col Pastore Tedesco Henry col quale è nato un rapporto speciale ed è ancora in contatto), Tale e Quale Show, dove ha interpretato in modo magistrale cantanti come David Bowie e Renato Zero, dimostrando grandi capacità canore. Ora è attualmente in onda su Canale 5 con la fiction di successo, a metà tra mistery e sentimento, Solo per amore.

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Li accudisce proprio lui

Accudisce i suoi Pastori bianchi tutti i santi giorni, senza aiuti, dedicando loro circa tre-quattro ore al dì. Lui li spazzola dolcemente, con tanto amore e massima cura, li chiama distintamente uno ad uno, ci parla con affetto, e noi ci godiamo lo spettacolo di benvenuto. Così, mentre svolazza qualche ciuffo di pelo di King, Dakota salta come un canguro per prenderli con i denti. Che delizia, un branco di cani, maschi e femmine, così sereno e integrato, guidati dal “capobranco” Kaspar, non a caso nato il primo agosto, nel segno del Leone. È davvero un piacere vederli interagire.

Intervista esclusiva a Kaspar Capparoni

Famiglia allargata

Kaspar da circa cinque anni vive a Cerveteri con Veronica Maccarone, la sua seconda moglie che le ha dato due figli, Alessandro di dodici anni e Daniel, di appena quattro mesi (ha avuto anche altri due figli da un precedente matrimonio). Qui vive con tutti i suoi cani, ora sono “solo” otto, ma in passato sono arrivati anche a ventiquattro.
Ora ci sono cinque maschi e tre femmine: Axel Duke, Blu Sky, Billy Boy One, King, Angel Dream, Yuma White One, Dakota Hastrid e Cristal.
Quello di Kaspar è un allevamento, ma qui gli ospiti a quattro zampe godono di un trattamento a cinque stelle, non solo per la location, ma anche perché si interfacciano sempre con lui. “Non mi fido di lasciare i miei cani a chi non conosco”, racconta l’attore, “preferisco alzarmi presto la mattina e occuparmene io stesso. Quando torno da lavoro li faccio uscire, corro, gioco con loro, il porto fuori con il quod. E quando non ci sono, se ne occupa mia madre, che li adora”. E ancora: “Quando esco in bicicletta li porto tutti con me, chi ci incontra sorride nel vedermi pedalare seguito da questo simpatico codazzo di cani tutti rigorosamente ordinati”.
Due, massimo tre cucciolate l’anno, e uno sforzo pazzesco per seguirli tutti. Un bell’impegno. Nell’area dove vivono i suoi Pastori c’è persino la sala parto, e da bravo “papà”, quando è il momento, li assiste tutto il tempo.
L’ultima volta c’è stato un problema”, racconta, “Dakota, femmina dominante, si era ingelosita e aveva assalito Yuma perché incinta, alcuni cuccioli erano già deceduti prima di nascere, per cui quando è giunto il momento, ha avuto problemi durante il parto. È accaduto in piena notte, alle tre, ero da solo con loro, per il diluvio il veterinario non ci ha potuto raggiungere, l’ultimo cucciolo è nato all’una del giorno dopo. Alla fine su dodici ne ho salvati sei. È stata dura”.

“J-liroy è sempre nel mio cuore””

Il cane che mi è rimasto nel cuore? J-Liroy, morto a dodici anni tra le mie braccia, questa estate. Da piccolo aveva contratto la filariosi, è vissuto con me notte e giorno, lo portavo ovunque, in teatro, in hotel, addirittura in sala doppiaggio, dove non si può fiatare: ciò sta a significare che sono cani davvero silenziosi, non abbaiano se non c’è un vero motivo”. Kaspar quasi si commuove nel ricordo del cane che è stato anche protagonista del suo libro Il Capobranco della Rizzoli, che racconta della loro storia di vita e di massima complicità, “di come lui mi ha aiutato nei momenti difficili, mentre il mio primo matrimonio andava in pezzi, i problemi non facevano che moltiplicarsi e ho pensato addirittura di farla finita. Nessuno mi è stato così vicino come lui”. J-Liroy è il papà di Billy Boy e di Angel Dream.

Amore a prima vista

Kaspar sì che di cani se ne intende. È cresciuto con un Pastore Tedesco. “Si chiamava Hella, è stata il mio primo cane, è arrivata in casa cucciola quando io avevo solo un anno”, ricorda lui, “eravamo compagni di giochi, ho imparato ad amarla e a rispettarla”.
In pratica Kaspar, nome d’arte di Gaspare, ha sempre amato gli animali, in special modo i cani. L’incontro “fatale” coi Pastori Svizzeri, che poi altro non sono se non Pastori Tedeschi Bianchi (sfortunatamente non riconosciuti come tali per inspiegabili resistenze della federazione che non stiamo qui a raccontare) avvenne in montagna. “È stato amore a prima vista”, racconta l’attore, “stavo sciando nel nord Italia, circa quindici anni fa, quando ho visto all’improvviso nella boscaglia un gigante bianco, maestoso, sembrava un lupo, leggevo solo gli occhi, il tartufo e la lingua. Dopo un po’ è spuntato un finanziere da un fuoripista”. Dopo questo incontro “fortuito”, Kaspar si documenta su questo cane che allora non era ancora stato catalogato come Pastore Svizzero, anzi, in passato, quando da cucciolate di Pastori Tedeschi ne nasceva uno bianco, veniva addirittura soppresso perché creduto erroneamente albino, malgrado avesse tartufo nero e mucose scure.
Nella sfortuna, almeno, questo cane non è stato manipolato dall’uomo”, continua, “forse perché non compreso appieno, per cui a livello di buona salute e di robustezza fisica ha tutti i pregi che aveva il Pastore Tedesco negli anni Sessanta, prima che venisse alterato da allevatori senza scrupoli. Per farla breve, dopo passaggi in Usa e Canada, questo cane ha ‘ritrovato’ la sua identità in Europa, riconosciuto come Pastore Svizzero”. Poi aggiunge: “In realtà non esiste da nessuna parte un Pastore Svizzero né bianco, né nero, né di altro colore: esiste un Pastore Bianco Tedesco non riconosciuto, ma almeno Pastore Bianco integro, perché poco sfruttato dagli allevatori, non ha infatti quell’aspetto sofferente, specie nel posteriore, tipico dei Pastori Tedeschi”, precisa Capparoni, che rincara la dose: “Oggi esistono dei Pastori Tedeschi talmente malandati sul posteriore che a volte vengono persino soppressi a cinque anni: tale problematica andrebbe affrontata in modo serio dall’Enci e da chi si occupa della salvaguardia di questa razza”.

Pastori svizzeri, ideali per tutti

Il suo è un amore puro per i Pastori Svizzeri: “Sono i più adatti a vivere in famiglia, hanno un carattere sensibile, equilibrato e tra i lupoidi sono quelli che hanno subito meno manipolazioni. Li consiglio a tutti”.

di di Maria Paola Gianni
foto di Massimo Ferrari

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