Caso Green Hill: tutte le prove contro di loro
La spettacolare vittoria contro Green Hill ha fatto il giro del Web ed è stata una notizia che molti attendevano. Vediamo però quali sono le molte prove raccolte da LAV e che hanno portato al risultato in cui tutti noi speravamo: dapprima il sequestro, poi la confisca dei tremila cani e infine la nuova legge (26/2014) che vieta la riapertura. Condannati per maltrattamento i responsabili dell’allevamento. Secondo la Lav è stata una sentenza storica.
- L’esorbitante numero di decessi di cani, che avveniva per mancanza di cure idonee: 6023 Beagle morti tra il 2008 e il 2012. Secondo il veterinario Moriconi, consulente del pm, almeno 40 cani, stando alla documentazione esaminata, sono stati uccisi senza reale necessità.
- Un unico veterinario doveva occuparsi di quasi 3000 cani, e dalle 18 alle 7 del mattino gli animali erano letteralmente abbandonati a loro stessi anche se malati. I Beagle non venivano adeguatamente curati.
- Beagle soppressi con inalazioni di isoflurane o iniezioni di Tanax somministrati senza pre-anestesia, causa di indicibili sofferenze.
- Il comportamento dei veterinari Asl che andavano a controllare la struttura era evidentemente doloso.
- La prassi di preavvisare le ispezioni della Asl a Green Hill era sedimentata e le ispezioni erano fatte in modo sommario. Il pm ha definito “superficiali” i controlli dell’istituto zooprofilattico di Brescia. Mai nessuno è andato a verificare come e perché morivano i cani lì dentro.
- Incompletezza di verbali e registri di Green Hill.
- L’uso di segatura scadente per le lettiere, causa di diversi decessi.
- La foto agghiacciante di un dipendente di Green Hill, con un Beagle morto in condizioni terribili.
- Lo sfruttamento delle fattrici.
- L’intenzione da parte di Green Hill di approfittare dell’introduzione nella struttura di alcuni manifestanti durante le proteste del 28 aprile 2012 per “sopprimere un numero maggiore di beagle con rogna demodettica”.
- La mancanza di aree di sgambamento per i cani.
- La promiscuità degli animali e il frequente contatto con le feci.
- La pratica di ammansire i cani appendendoli ad un’imbracatura per fargli perdere ogni cognizione sensoriale.
- L’interno dei capannoni non era biologicamente puro (requisito per animali destinati ad esperimenti)
- Il rappresentante legale di Green Hill Ghislane Rondot, secondo i messaggi di posta elettronica acquisiti dal pm, cercò di chiedere all’Fbi di spiare gli animalisti impegnati nelle proteste.
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