Tom si è smarrito: una ricerca disperata
Tom è un gattone che si è smarrito durante le vacanze di Natale. Da questo evento scaturisce una ricerca affannosa. Ce la racconta Annamaria, la sua proprietaria.
Tom è arrivato otto anni fa a casa nostra, a San Martino in Rio (Reggio Emilia), dove già vivevamo con tre cani. Ma con la sua calma si è ambientato subito, anzi, è diventato un ottimo amico di Nala, la cagnolina più piccola con cui si divertiva (e continua ancora dopo anni) a giocare pazzamente. La settimana dello scorso Natale decidiamo di andare in vacanza. Partiamo il 22 dicembre e lasciamo a casa i nostri tre cani e il nostro gatto Tom sotto la sorveglianza di mia madre. Mentre ci godiamo tranquillamente la vacanza, il 27 arriva una telefonata di mia madre preoccupata perché Tom è sparito da due giorni e non è ancora tornato. Da allora la vacanza diventa un incubo. Sono impossibilitata a tornare prima del ritorno previsto per il 29 in aereo, quindi mi attivo chiamando un’amica che incomincia le ricerche e stampa i primi volantini.
Tom è scomparso!
“Tom non si trova… va beh, ma quando tornerò a casa e sentirà la mia voce, uscirà dal suo nascondiglio!”, pensavo. Invece la sera del ritorno e i giorni successivi, nonostante i richiami, il suo nome urlato ovunque nel vicinato, di Tom nessuna traccia.
Arriva l’Associazione
Passano i giorni… Mi rivolgo all’associazione “Animali Persi e Ritrovati” che mi fornisce preziosi consigli per ottimizzare le ricerche. Telefono ai veterinari della zona, ai gattili… niente… continuo con un volantinaggio intenso, a chiamare il suo nome in zone diverse del paese, a spargere la voce tra amici e conoscenti. Tom non si trova. Fuori c’è molto freddo e i forti botti di capodanno. Qualcuno mi chiama dicendo che l’ha visto, ma vado a controllare e non è lui. C’è chi sostiene che sarà andato a morire in qualche posto, oppure che “l’avranno rubato”, oppure ancora che “l’avranno mangiato”…
Termina l’incubo
Quando ormai le speranze si affievoliscono, il 12 gennaio scorso verso le 17 mi vengono a chiamare a casa perché hanno visto un gatto simile al mio, in prossimità di un canale a poche centinaia di metri da casa. “Impossibile”, penso, ma corro col trasportino a vedere. È propri lui! Lo chiamo e, dopo un primo tentennamento, mi corre incontro incredulo. Lo prendo in braccio, è magrissimo, ma sta bene. Finalmente l’incubo è finito.
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