In ospedale, visite a quattro zampe
Risale allo scorso marzo la notizia che in Toscana ospedali e cliniche aprono le porte agli animali domestici. Le linee guida sono state dettate dalla Giunta Regionale e a queste dovranno attenersi tutte le strutture sanitarie che vogliono aderire all’iniziativa.
Devono far parte della famiglia
L’ingresso sarà consentito solo agli animali domestici che vivono nelle famiglie dei pazienti, previa richiesta di accesso presentata dal paziente o da un familiare; saranno i medici a valutare, caso per caso, la compatibilità delle visite con lo stato di salute dei pazienti, e quindi i possibili benefici derivanti dalla presenza dell’animale; saranno accettati solo gli animali (cani, gatti o altro) regolarmente iscritti all’anagrafe degli animali d’affezione; un incaricato mostrerà il percorso da seguire e la saletta dove potrà avvenire l’incontro; in ogni azienda sanitaria, che dovrà emanare uno specifico regolamento interno, sarà creato un pool multidisciplinare di operatori adeguatamente formati.
La presenza di animali domestici porta a:
- risultati positivi su alcuni parametri comportamentali e cognitivi dei pazienti con demenza senile, in particolare affetti da Alzheimer;
- miglioramenti nell’attenzione e nella socializzazione, dell’umore e della comunicazione linguistica;
- riduzione dello stato di depressione, del senso di solitudine e di abbandono che spesso accompagnano la malattia e peggiorano il profilo psicologico dei pazienti;
- riduzione della pressione arteriosa, che ha effetti favorevoli anche sotto il profilo cardiovascolare.
A cura di Federica Forte
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