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Amico fedele, cosa vuoi da me?

di Redazione Quattrozampe

Cane: un amico fedele anche per i bambini

La collaborazione profonda e insondabile del cane: oltre l’affettività e la prestazione

Se mettiamo insieme la vocazione collaborativa del cane, un amico fedele, con il suo bisogno di sentirsi parte di un gruppo, comprendiamo che molto spesso noi equivochiamo il desiderio relazionale del cane, pensandolo esclusivamente in termini di affettività o di performatività.

Molto più di uno scambio di affetto

Agire insieme è qualcosa che va oltre il semplice scambiarsi affettuosità o compagnia come peraltro il solo mettere in atto una prestazione. Collaborare all’interno di una squadra significa sentirsi in ogni circostanza come un gruppo che vive e opera insieme, che condivide, cioè, tutte le situazioni del vissuto senza porre dei limiti a questa partecipazione.

Per questo la sensazione che si riceve nella convivenza con un cane è sempre quella di non essere all’altezza della sua dedizione. Il cane ci sovrasta nella socialità, oltrepassa il nostro esile altruismo e ci spiazza, perché noi umani siamo di gran lunga più individualisti di lui. Non saprei come altro chiamare questo essere sempre in noi se non con il termine di “amore”, ma un amore attivo, lontano dagli egoismi che ci caratterizzano, una dimensione di piena presenza: noi siamo sempre nei pensieri del nostro cane.

Cani amici fedeli

Abbandono, incomprensibile per il cane

Per tale motivo l’abbandono rappresenta qualcosa di incomprensibile e tragico per il cane. Abbandonato, rincorre la macchina che lo ha lasciato sul ciglio della strada o fa le feste alla persona che lo ha lasciato solo. Non c’è rancore in lui, ma desiderio di ritrovare il piacere della condivisione operosa della vita. Ogni momento è una preparazione allo slancio attivo nel mondo. Anche gli scambi di affettività diventano propedeutiche di accordo, consolidamento di legami, schemi di concertazione operativa.

Cosa significa quindi che il cane è un amico fedele? La dedizione al gruppo per il cane non è rinuncia di sé, limitazione del proprio spazio di vissuto ma, al contrario, è piena realizzazione del sé, tripudio di vissuto. E allora non ci sono parole perché fatichiamo a circoscrivere e delineare questa totalità che non si lascia descrivere proprio perché coinvolge ogni aspetto della vita del cane.

Il cane sembra sempre in credito di relazione, non è possibile non sentirsi in qualche modo debitori nei suoi riguardi e siamo sempre noi i primi a stancarci nelle attività collaborative con lui. Questo significa peraltro che, se è vero che la relazione con un cane rappresenta una delle più belle esperienze della vita, è altresì evidente che comporta un bel carico di responsabilità.

a cura di Roberto Marchesini,
Direttore del Siua
(www.siua.it)

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