Incontrare un lupo: è successo così
La mia storia di studioso e appassionato viscerale di lupi inizia quattro anni fa, quando cominciai a seguire i comportamenti cinofili in un’altra chiave. Data la discendenza dai lupi dei nostri amici a quattro zampe, ho tentato di risalire a ritroso e, così facendo, mi sono ritrovato a studiare il lupo.
Non è semplice studiare un animale sfuggente e riservato e, soprattutto, inevitabilmente intimorito dall’uomo. Per mia fortuna lungo il cammino ho incontrato persone uniche, sagge, pazienti e disponibili ad accogliere uno sconosciuto che viene dalla capitale, quindi, da una realtà lontana dai lupi, che si presentava come un semplice educatore cinofilo, desideroso di apprendere a qualsiasi costo.
I primi passi per incontrare un lupo
Il mio primo incontro con una persona che aveva a che fare con i lupi è stato con Shaun Hellis. Un’esperienza unica. Anche perché è stato il mio primo avvicinamento a questo animale per me diventato sacro.
Ovviamente con Shaun ci siamo soffermati sul gruppo di lupi che ospitava il suo “Wolf Center”, in Inghilterra, quindi elementi in cattività. Questo particolare è di fondamentale importanza, perché studi su soggetti in libertà sono molto più difficili e le dinamiche sociali sono completamente diverse. Ciononostante alcuni comportamenti mi sono stati utilissimi nel percepirli anche sui nostri amici a quattro zampe.
L’occhio per immortalare l’evento
Il secondo incontro è stato con Giovanni Fasoli, un fotografo naturalista che per primo, anni fa, riuscì a fare scatti unici sui lupi in Italia. Organizzai un seminario di due giorni nel mio centro cinofilo “Dog Village” di Roma, dove Giovanni espose la sua esperienza a contatto ravvicinato con una famiglia di lupi e parlò delle dinamiche sociali di questi splendidi esemplari allo stato selvatico, dei loro movimenti lungo il territorio, della visione che hanno dell’uomo: insomma, dell’essere lupo.
Il lupo Merlino
Da qui la mia passione è diventata maniacale, ossessiva, quasi religiosa. Sino al giorno in cui mi sono messo in contatto con Giuseppe Festa, uno scrittore fantastico e un grande naturalista che mi fece entrare ancor di più in questo mondo, realizzando un servizio su un esemplare di tutto rispetto, non uno qualsiasi, ma il lupo Merlino. Un lupo recuperato in situazioni gravissime, affetto da rogna e in sottopeso alla tenera età di soli due mesi, mantenuto in forze e protetto all’interno del centro faunistico del Parco dei Monti Sibillini.
Parlai con Giuseppe esprimendo in maniera quasi patologica la mia fame di conoscenza e la mia voglia di vedere e guardare negli occhi questo dio. Ricordo che in quell’occasione sorrise quasi come si sorride a uno studente che presenta in direzione una proposta di laurea a dir poco audace, ma comprese la mia necessità e mi diede il contatto di una persona di invidiabile saggezza, Massimo dell’Orso, che si occupa direttamente di Merlino.
L’emozione di incrociare il suo nobile sguardo
Con la coda tra le gambe lo chiamai, chiesi umilmente di poter assistere al miracolo della natura, cioè scrutare lo sguardo del lupo Merlino, e con timore reverenziale attesi attaccato alla cornetta la risposta di Massimo: dopo qualche secondo di silenzio rispose positivamente al mio desiderio.
Non vi nego che appena chiusa la telefonata avrei preso la macchina e sarei andato direttamente sui Sibillini, ma l’appuntamento è stato fissato dopo tre mesi, quindi, durante questa attesa infinita mi misi a cercare qualsiasi testo che mi avesse potuto preparare in maniera degna a questo incontro.
“Mi trovai a pochi passi da un dio…”
Arrivò il 17 settembre scorso tanto atteso, mi svegliai e mi vestii in un secondo. Ovviamente la borsa era pronta da giorni, presi la macchina e intrapresi questo viaggio che da Roma mi portò lì, dove vive lui, il lupo.
Massimo dell’Orso, appena arrivato, con la sua calma e gentilezza, mi fece visitare il centro faunistico dei Monti Sibillini e il suo ecomuseo, del quale è il direttore, mi portò con lui a dare da mangiare agli animali in stallo nel centro, con cervi, scoiattoli, aquile, ovviamente tutti in fase di stallo temporaneo, alcuni in attesa di essere reinseriti in natura, altri, purtroppo, ormai lesi dall’uomo, in stallo permanente, non più in grado di vivere allo stato selvatico.
Il giorno seguente mi portò a vedere Merlino. Il cuore scalpitava, seguii Massimo lungo un sentiero impervio, lui andava spedito, io lo seguivo a fatica e col fiatone: in quel momento pensai che la città mi stava facendo perdere la vera concezione di vita.
Arrivati nel posto dove si trovava Merlino mantenni un religioso silenzio. Massimo mi indicò dove appostarmi per ammirare il lupo, mi misi in posizione e dopo qualche secondo di interminabile attesa Merlino mi degnò della sua presenza, mi trovai a pochi passi da un dio. Si fermò tutto attorno e i suoni della natura circostante che fino a pochi secondi prima sovrastavano il mio silenzio, sparirono.
di Mauro Bassano educatore ufficiale Enci e presidente del Dog Village www.dogvillage.info
© Foto Massimo dell’Orso
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