Vangelo e animali: non solo lupo e agnello
Al di là che se ne condivida o meno il contenuto a livello di fede, quello che sorprende è che il Vangelo, punto di riferimento imprescindibile per la religione più diffusa al mondo, il Cristianesimo, ricorre agli animali per trasmettere alcune fondamentali verità. Eh sì, è proprio così: nella vita di Gesù gli animali sono quasi una costante, dei veri e propri compagni di viaggio che lo aiutano a trasmettere il suo messaggio di salvezza per tutti gli uomini.
Vangelo: tanti e diversi animali
Ma quello che ancor più sbalordisce, tenendo presente il tempo in cui è vissuto, sono la diversità e la quantità degli animali menzionati da Gesù: Agnelli, Asinelli, Avvoltoi, Buoi, Cammelli, Cani, Capre, Cavallette, Chiocce, Colombe, Corvi, Galli, Lupi, Moscerini, Passeri, Pecore, Pesci, Porci, Pulcini, Puledri, Scorpioni, Serpenti, Spugne, Tarme, Tortore, Uccelli, Vermi, Vipere, Vitelli, Volpi.
La prima pet therapy della storia
Secondo l’insegnamento del Vangelo, ognuno di questi animali, essendo creature di Dio, aiuta gli uomini e le donne di ogni tempo non soltanto a cogliere con maggior profondità ed immediatezza le realtà spirituali per avvicinarsi al Creatore, ma anche a vivere meglio il tempo presente e, soprattutto, le relazioni con tutti gli esseri viventi. Senza forzare troppo la mano, tuttavia si può certamente affermare che già in questo testo sacro si può intravedere una sorta di pet therapy a tutto tondo, un palese reciproco aiuto tra uomo-animale che giova sicuramente ad entrambi.
Vangelo secondo Luca
Un esempio eclatante possiamo trovarlo nel Vangelo secondo Luca nella parabola del “ricco e del povero Lazzaro” (Lc 16,19-21). I due protagonisti si contrappongono fra di loro: il ricco banchetta in continuazione, mentre il povero non ha nulla per sfamarsi, se non il carpire alcune briciole che cadono dalla tavola del benestante. Alla morte dei due la situazione si ribalta, in quanto l’indigente può godere in Paradiso, mentre il ricco soffre all’Inferno. In questa narrazione, che sembrerebbe già completa, Gesù volutamente inserisce un cane che si accorge della situazione di difficolta del povero e, materialmente, gli accarezza le ferite e le piaghe che si erano formate per la malnutrizione e lo stato di abbandono in cui si trovava.
Il cane aiuta chi ha bisogno
Questo sbigottisce veramente: un cane, senza che gli si chieda nulla, aiuta chi vede nel bisogno, mentre l’uomo non si accorge, o peggio, fa finta di niente. Il cane, si dice, “lecca le ferite”, apportando così un beneficio di rimarginazione fisica e uno morale a livello di incoraggiamento.
Lupi e vipere
Un aspetto curioso, come si avrà capito dall’elenco sopra riportato, si trova nel fatto che Gesù menziona anche degli animali che, almeno nell’immaginario comune, possono comparire negativi, o non tanto simpatici, come ad esempio i lupi e le vipere. Eppure sono creature di Dio e anch’esse hanno una valenza positiva in se stessi, oltre ad aiutarci a interrogarci sull’utilizzo delle nostre potenzialità. Sì, giacché questi due animali si servono solo in condizioni estreme e in situazioni particolari della parte aggressiva e velenosa, non in condizioni ordinarie.
Lupo e agnello
Per questo Gesù associa il lupo con l’agnello (Mt 7,15), per farci prendere coscienza di quale dei due aspetti prevale in noi, in quanto possiamo trasformarci in dolci e mansueti, o aggressivi e violenti.
Così le vipere (Lc 3,7), sono collegate a quelle persone ipocrite che sono sempre preoccupate di mettere la maschera per apparire buone, mentre in realtà sono perfide. Anche qui gli animali, quasi quasi, fanno più bella figura degli uomini.
Gesù li rispetta
Il grande rispetto di Gesù verso gli animali e il suo operato per la loro salvaguardia, si può notare palesemente quando Lui stesso si sostituisce a tutti gli agnelli che venivano sacrificati al Tempio. Egli afferma l’inutilità di questa prassi per ottenere la riconciliazione con Dio (Gv 1,29). Basti pensare alle parole pronunciate durante la S. Messa, “ecco l’agnello che toglie i peccati del mondo”, poiché è Gesù Cristo che espia veramente e definitivamente tutto e tutti. Questi brevi accenni possono stimolarci a scoprire quanto gli animali menzionati nel Vangelo, concretamente ci aiutano a vivere meglio e con maggiore consapevolezza la relazione con i nostri inseparabili amici animali.
IL LIBRO
Don Pierluigi Plata, prete della Diocesi di Brescia. Da dicembre è in tutte le librerie il suo ultimo libro: “Fratello agnello e Sorella volpe”, Edizioni San Paolo, 11 euro.
Info: www.assaggidivangelo.it
A cura di don Pierluigi Plata
Foto da Shutterstock.com
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