Valanghe: via al test senza animali
Come dimenticare… In passato l’Eurac, ente di ricerca italiano, ha finanziato sperimentazioni su animali seppelliti vivi (per testare la resistenza sotto le valanghe), stanziando oltre tremila euro per l’acquisto dei suini. Benché i test venissero svolti all’estero, il loro finanziamento da parte di un ente italiano, con la conseguente violazione della normativa della Provincia autonoma di Bolzano sulla sperimentazione animale, era stato puntualmente denunciato dalla Lav.
Ebbene, dopo le numerose proteste degli anni passati contro gli esperimenti compiuti in Austria su maiali sepolti vivi da valanghe artificiali, finalmente quest’anno si legge la notizia di analoghe sperimentazioni sulla fisiopatologia della ventilazione durante seppellimento da valanga, condotte però con metodi alternativi e quindi, senza l’impiego di animali.
Plauso della Lav. L’alternativa c’è “Una notizia che accogliamo positivamente e che conferma come una ricerca senza animali non solo è possibile, ma doverosa e utile”, afferma Michela Kuan, responsabile Lav, settore Vivisezione.
E pensare che lo stesso soccorso alpino aveva ritenuto inutili tali esperimenti, dissociandosi dalle finalità dichiarate dall’istituto di ricerca. Esistono, infatti, numerosi metodi alternativi dimostratisi più utili e predittivi nella diagnostica e nella terapia di persone colpite da slavine, come ad esempio la raccolta e l’analisi di dati epidemiologici e lo studio dei fattori incidenti in situazioni climatiche, geografiche e logistiche di tipo estremo.
Dodici volontari con un dispositivo La nuova sperimentazione condotta da Eurac, dal Centro di Medicina di Montagna dell’Ausl Valle d’Aosta, dal Cnr e dall’Università di Padova, e attualmente in corso a Cervinia, si propone di testare, senza l’impiego di animali, un nuovo dispositivo che permette di respirare più a lungo sotto la neve, prevedendo la raccolta di nuovi dati sulla fisiopatologia della ventilazione durante il seppellimento da valanga. Il test coinvolge dodici volontari adulti, dotati di innovative apparecchiature, basate su un sistema di tubi e un boccaglio, che consente di separare l’aria inspirata da quella espirata, prolungando i tempi di resistenza sotto la neve.
a cura di Lucrezia Castello
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