Pet therapy in rianimazione a Firenze
Abbiamo già parlato della rivoluzione relativa alla pet therapy che sta finalmente avvenendo anche negli ospedali italiani. Sempre più istituti aprono le porte a cani, gatti e altri animali riconoscendo e approfittando del forte potere che sembrano avere sulla psiche dei degenti: la presenza e il contatto con l’animale innescano meccanismi di recupero. Ebbene, ecco una notizia clamorosa: la pet therapy arriva anche in rianimazione.
Pet therapy come terapia di recupero
Il forte legame empatico tra cane e uomo può essere usato per aiutare i pazienti e i convalescenti a recuperare, tanto da non aver più bisogno della terapia intensiva. Ecco il progetto avviato all’ospetale Careggi di Firenze, il primo a integrare la pet therapy all’interno di un reparto di rianimazione di emergenza.
La sperimentazione, con i primi 10 pazienti dall’inizio dell’anno, si avvale della partecipazione delle coppie conduttore-cane della Scuola nazionale cani guida per ciechi della Regione Toscana, che garantisce la presenza accreditata di personale con formazione ed esperienza qualificate e certificate. Obiettivo del progetto, ridurre lo stress del ricovero in rianimazione, incentivando esercizi fisioterapici spontanei come le carezze, gesti caratteristici di un forte legame di amicizia tra l’uomo e il cane, che possono agevolare anche lo svezzamento dalla ventilazione meccanica invasiva, soprattutto in quei malati in cui si instaura una forte componente ansiosa.
foto da Shutterstock.com
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