Il mio cane soffre d’ansia: un male comune
Il mio cane soffre d’ansia, il mio gatto è ansioso e agitato. Quante volte l’abbiamo sentito? Impegni frenetici, giornate senza sosta, continue chiamate, lunghe file al supermercato, traffico insopportabile … sono tutte sgradite “variabili” che ci rendono nervosi e che si ripercuotono negativamente anche sui nostri amici pelosi che convivono con noi.
Lo diciamo tutti: “il mio cane soffre d’ansia”
Quante volte sarà capitato anche a noi di vivere una situazione di disagio, magari per un esame, per l’attesa snervante dell’esito di un concorso o di un colloquio di lavoro, per la visita da un medico o per la risposta di un referto. Quella sensazione così spiacevole, quel senso di frustrazione, di paura, di inadeguatezza si chiama “ansia”. E anche i nostri amici a quattro zampe ne possono soffrire. L’ansia è uno stato emotivo spiacevole in cui vi è un’aumentata possibilità di avere reazioni analoghe a paura, in risposta a qualsiasi variazione dell’ambiente esterno e interno. Ne consegue una disorganizzazione degli autocontrolli e una perdita di adattabilità alle variazioni ambientali.
Tre tipi di ansia
Esistono tre tipi di ansia: parossistica, intermittente e permanente.
- Parossistica. La prima, conosciuta in psichiatria come “disturbo di panico”, è caratterizzata da crisi di breve durata, accessi brutali e manifestazioni neurovegetative quali tremori, sincopi, tachicardia, tachipnea, diarrea e vomito. Può manifestarsi sia nel cane che nel gatto. Tra le razze di cani più predisposte: Setter Irlandese, Yorkshire Terrier, Shitzu, Dobermann e Barboncino.
- Intermittente. L’ansia intermittente è caratterizzata da fasi alternate da periodi di remissione, manifestazioni neurovegetative, aggressione per paura o irritazione. Le manifestazioni neurovegetative che riscontriamo sono minzioni emozionali, diarrea, vomito, talora tremori, tachicardia e tachipnea.
- Permanente. È fondamentale intervenire affinché non evolva in ansia permanente. In quest’ultima prevale l’inibizione. Cosa significa? Il soggetto tenderà a esplorare meno il territorio e ridurrà notevolmente l’attività motoria. Il nostro amico compenserà il suo forte disagio con attività sostitutive, quali per esempio il leccamento, la bulimia, la potomania (assunzione eccessiva d’acqua) e l’onicofagia (mangiarsi le unghie). Cosa sono le attività di sostituzione? Sono atti volontari che il soggetto mette in atto per rispondere a una situazione di disagio.
Ansia da separazione
È sera. Apriamo la porta di casa, Fido come un vulcano si precipita a salutarci. Entriamo e troviamo un disastro. Per un attimo pensiamo ai ladri, ma poco dopo ci rendiamo conto che il responsabile di tale misfatto è proprio il nostro amico peloso che ci sta guardando con quei due occhioni così dolci. Non abbiamo abbastanza energia per arrabbiarci e francamente servirebbe a poco. Fido ha combinato grossi guai, ha rotto tutti i cuscini, ha rosicchiato le zampe della nostra scrivania, ha distrutto la poltrona che avevamo appena comprato e ha sporcato ovunque. Questo è il tipico scenario che si verifica quando il nostro amico a quattro zampe è affetto da “ansia da separazione”.
di Irene Cassi, medico veterinario comportamentalista
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