Nome del cane e gatto: dai fumetti ai film, qualche consiglio
Prima o poi arriva quel preciso momento, la scelta del nome del cane e del gatto. Qual è meglio? E soprattutto, perché? Ecco un po’ di idee e spunti, tanto per stuzzicare la fantasia. L’importante è che alla fine ci rispondano.
Pensiamo al nostro cane, magari a uno Yorkshire dispettoso e provocatore, sempre in cerca di guai, come solo i Terrier sanno fare. Mettiamo che sia riuscito a sgraffignare con le sue corazzate “fauci” da Terrier che si rispetti, un bell’assegno circolare volato per terra dal comò dell’ingresso. Apriti cielo! La prima cosa che facciamo, così, per istinto, preoccupati per l’insano gesto, è chiamarlo a gran voce. Per sgridarlo e bloccarlo dal malaugurato rischio di veder andare in fumo tanti bei soldini, tutti in un colpo solo. Di questi tempi, poi… In questo caso la scelta del nome del cane è decisamente stata cruciale.
Sbagliato scegliere nomi del cane lunghi
Mettiamo anche che in passato abbiamo avuto la pessima idea di chiamare l’esile monello-ladruncolo “Massimiliano”, oppure “Vercingetorige”. In men che non si dica, il prezioso assegno farebbe in tempo a finire nello stomacuccio della piccola peste. Ma approfondiamo meglio “il fattaccio”.
Prima di finire di pronunciare Maaassiiimiilliianoooo, proprio come ironizzava il grande Massimo Troisi nel lm “Non ci resta che piangere”, il minuscolo discolo neanche farebbe in tempo a capire che lo stiamo chiamando. Chissà quanti disastri combinerebbe, nel frattempo.
Diversamente, invece, se si fosse chiamato “Ugo”, nome corto, conciso e soprattutto di facile apprendimento per un cane, magari l’assegno sarebbe rimasto incolume, o quasi. Anche se molti potrebbero obiettare che un pet dispettoso e disubbidiente come lo Yorkshire Terrier, appunto, non mollerebbe comunque l’osso, anzi, l’assegno.
Evitare troppe sillabe
A parte gli scherzi, anche solo scegliere il nome del cane o gatto dovrebbe essere frutto di una sana meditazione. Gli animali riconoscono più i suoni legati alle vocali, piuttosto che alle singole lettere. Hanno, dunque, seri problemi a distinguere “Fido” da “Dido”. Più i suoni sono incisivi e meglio è. E soprattutto: meglio i nomi corti. Magari come Bob, Bart, Rex, Leo, Zara, Tex, Ken. Chiamare, comunque, un cane o un gatto con un nome formato al massimo da due o tre sillabe. Ma per favore, non chiamiamolo in modo strano e interminabile, difficile da pronunciare anche per noi stessi, e soprattutto impossibile da comprendere e da ricordare per i nostri poveri beniamini. Cosa avranno fatto mai di male per sentirsi chiamare sempre così?
Un po’ di consigli sulla scelta del nome del cane
- Mai cambiare il nome prima che si abituino si potrebbero confondere. Per cui, se lo accogliete in casa e già riconosce il suo primo nome, cercate di confermarlo;
- Sceglierlo con attenzione il nome è per sempre;
- Distinguono a fatica le lettere cani e gatti percepiscono il proprio nome come un suono, non distinguono le singole lettere (per loro “Fido” e “rido”sono la stessa parola);
- Meglio nomi corti composti da due o tre sillabe, con suoni decisi e concisi. Risponderanno prima al comando (e non chiamatelo “Massimiliano”, prima di finire di pronunciare il suo nome chissà dove si sarà cacciato);
- Meglio nomi originali evitiamo quelli soliti, ovvi e banali, anche per non ritrovarci in un parco con tre o quattro “Fido”;
- Meglio nomi più appropriati alla taglia (come si fa a chiamare “Pulce” un San Bernardo?);
- Preferite nomi adatti al carattere e alle attitudini del cane;
- Mai storpiare il suo nome pronunciarlo con chiarezza e decisione;
- Evitare nomi da addestramento lo potrebbero confondere (“seduto”, “resta”);
- Per chi ha un altro animale è consigliabile non scegliere nomi simili, per non confonderli;
- Meglio evitare nomi di persona non è piacevole sentirsi chiamare e poi scoprire che stanno cercando un pet. Anche se, in verità, i nomi di persona agli animali sono davvero buffi;
Nome a misura di pet
Altro criterio: basarsi sul tipo di cane o gatto, per scegliere il nome più adatto a seconda della stazza, del tipo di pelo, delle caratteristiche, nonché del carattere. E per favore, non storpiamoglielo.
Loro, a volte, fanno già fatica a comprenderlo, figuriamoci se lo pronunciamo a voce strascicata. Certo che se potessero parlare ce ne direbbero di tutti i colori e comunque i loro metodi per comunicare li hanno eccome.
Chissà se a loro piacerebbe, ad esempio, avere nomi di persona (che molti umani proprio non gradirebbero). Anche se, bisogna riconoscerlo, chiamare “Ugo” o “Luciano” un cane o un gatto li rende davvero buffi e simpatici.
Al bando i nomi comuni
Meglio evitare, in ne, nomi troppo comuni. Chiamando Lilli o Fido in un parco pubblico potremmo rischiare di vederci arrivare due o tre cani, magari di altri, e non il nostro. Dulcis in fundo: i gatti. Per loro la cosa è un po’ diversa. Sono pigri, sornioni, regali, aristocratici. Magari potremmo ispirarci a qualche personaggio famoso, sempre con un nome corto, però. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Su internet fioccano migliaia di ipotesi. L’importante è che alla ne ci diano retta… o chissà.
Siti di ispirazione per scegliere il nome del cane e del gatto
Ecco alcuni link interessanti che possono indirizzarvi al meglio nella scelta del nome del vostro cucciolo, ma non dimenticate di guardarlo bene in faccia, il nome verrà fuori automaticamente!
A cura di Maria Paola Gianni
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