Cane scomparso: quando invece è stato “rubato”
Abbiamo visto come molte volte gli allarmi in merito a un cane scomparso siano in realtà dei falsi allarmi, perché l’animale si è smarrito oppure si è allontanato. Esistono però dei casi molto angoscianti in cui il piccolo è stato rapito, rubato, per richiedere un riscatto ai proprietari. Una pratica molto subdola e criminosa.
Un riscatto per il cane scomparso
È raro, ma succede. “Rapimenti a scopo estorsivo ce ne sono”, conferma Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio nazionale Zoomafia della LAV. “Non tantissimi, ma è un fenomeno registrato”. Come quello di una ex-moglie avvenente della Milano bene, di quarant’anni, un amante di ventinove e un biglietto per Ibiza nella borsetta, che per ottenere i soldi necessari alla vacanza ha pensato di prendere in ostaggio il cagnolino dell’ex-marito che da mesi non le pagava gli alimenti. “O mi paghi quello che mi devi”, gli ha gridato al telefono dopo il ratto del quadrupede, un pechinese di tre anni, “o di lui non vedrai più nemmeno un pelo”. Dopo pochi giorni, fortunatamente, il cagnetto è saltato di nuovo in braccio al suo padrone e la signora ha incassato l’assegno con gli arretrati degli alimenti. “Non volevo pagare”, ha spiegato l’uomo, “perché sapevo che li avrebbe usati per andare in vacanza con l’amante”. Ma alla fine l’amore per il quattro zampe ha prevalso sul dolore per le corna. Soddisfatto anche il mediatore, un’associazione animalista, che ha convinto l’uomo a pagare e la donna a restituire il cane scomparso, preso in ostaggio. Fondamentale è stato far capire alla signora che rischiava una pesante denuncia da parte del legittimo proprietario.
La legge è severa
Il comportamento della signora milanese è penalmente rilevante: “l’aver usato minaccia nei confronti dell’ex-marito per ottenere la corresponsione dell’assegno di mantenimento integra l’ipotesi delittuosa di violenza privata e anche quella di furto”, spiegano gli avvocati di Gaia Lex, il centro di azione giuridica dell’associazione Gaia Animali & Ambiente. Il reato di violenza privata di cui all’art. 610 del Codice Penale è punibile con la reclusione fino a quattro anni. Non solo. “La signora, oltre che a minacciare l’ex-coniuge di un male ingiusto all’adorato cane scomparso, ha provveduto a sottrarre lo stesso animale integrando così la fattispecie delittuosa del furto di cui agli artt. 624 e 625 del Codice Penale. Il colpevole è punito, a querela della persona offesa, con la pena della reclusione da sei mesi a tre anni o, se si introduce in un edificio o in altro luogo destinato in tutto o in parte a privata dimora, con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 309 a euro 1.032”, concludono a Gaia Lex. La signora avrebbe potuto e dovuto, invece, tutelare i propri diritti con opportuna azione legale, essendo pacifica la sussistenza del suo diritto a ottenere l’assegno dal marito così come disposto dal giudice.
A cura di Edgar Meyer
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