Consigli di comportamento: fa parte della famiglia
La relazione con il cane rappresenta una di quelle occasioni speciali che non ti aspetti: per viverla in pienezza occorre abbassare il volume delle aspettative e seguire alcuni consigli di comportamento.
Sul cane sembra che tutto sia stato detto, anche perché fin da bambini siamo bombardati da immagini e racconti che parlano di questa relazione. Risuonano in noi le immagini di Pongo e della carica dei 101, poi Lilly e il vagabondo, Rin Tin Tin e Rex in un girotondo di situazioni memorabili, epiche come per Argo dell’Odissea, drammatiche come in Hachiko, ironiche come in Beethoven, malinconiche come in Belle e Sebastien.
Parlano d’intimità, di condivisione, di lontananza, di fedeltà, parlano soprattutto di legami indissolubili che sembrano accordarsi su un unico tema.
Eppure è come l’amore: ogni volta arriva inaspettato e puntualmente sconvolge i parametri di riferimento.
Il motivo è molto semplice: la relazione tra l’essere umano e il cane è sempre l’espressione di due individualità precise che s’incontrano in un particolare momento della vita, per cui tutto è ancora da inventare.
Occorre, pertanto, lasciarsi andare e vivere il momento con serenità e con un pizzico di spontaneità.
Consigli di comportamento
La relazione è una cartina di tornasole, capace di rivelare sogni nascosti, aspetti inattesi, tratti che mai avremmo potuto immaginare. E non si tratta solo di conoscere quel cane nelle sue tendenze, vocazioni e attitudini, ma altresì di scoprire qualità, propensioni, vulnerabilità e doti sepolte nel profondo di noi stessi.
Anche con il cane il “so di non sapere” di tradizione socratica diventa un’accortezza fondamentale per costruire un rapporto rispettoso delle sue caratteristiche etologiche.
Se è vero che la relazione sempre ci sorprende e che ogni progetto o proposito rischia puntualmente di cadere nell’oblio, questo non significa, tuttavia, lasciarsi andare agli eccessi dell’improvvisazione e credere che tutto magicamente si conformi nel modo migliore per moto spontaneo.
L’intuito sicuramente ci può aiutare, un po’ di buon senso è pur sempre una bussola, l’autenticità è di certo una componente irrinunciabile in un rapporto, ma quando ci si relaziona con un animale è necessario anche armarsi di conoscenze specifiche rispetto alle sue caratteristiche.
Bisogni diversi dai nostri
Un cane ha dei bisogni e delle tendenze differenti dalle nostre: nella maggior parte delle situazioni la semplice immedesimazione ci porta fuori strada.
E c’è un aspetto che non sempre si tiene in debita considerazione: la propria ignoranza, una condizione che non deve essere vissuta come un’offesa, bensì come la premessa per apprendere.
Anche se sommersi da un gran parlare dell’argomento “cane”, in realtà spesso a mancare sono proprio quelle conoscenze di base che ci consentirebbero di affrontare nel modo corretto i primi momenti.
Spesso si è travolti da questa esperienza e si commettono tanti piccoli errori proprio quando il cane è ancora cucciolo, dandogli delle impostazioni e delle abitudini che poi sarà difficile superare.
Occhio ai trabocchetti
La relazione con il cane è piena di sorprese travolgenti e di gioia, ma riserba anche trabocchetti: non bisogna spaventarsi, ma nemmeno prenderla sottogamba.
Talvolta si arriva totalmente impreparati a questo appuntamento e ci si tuffa nel rapporto con la frenesia disordinata della festa e con la concitazione di chi vuole risolvere gli imprevisti con risposte dell’ultimo momento.
Presi dalla tenerezza del cucciolo o dall’entusiasmo del nuovo arrivo in casa nostra, di colpo siamo colti dal panico di fronte a una pipì sul tappeto, al suo prendere in bocca con ostinazione distruttiva l’orlo della tenda o del copripoltrona, a una cacca improvvisata in cucina, al suo catturare il portafoglio dimenticato sulla sedia e scappare poi nel recesso meno raggiungibile per masticare con accuratezza banconote e carta di credito.
Errori comuni
È allora che le persone commettono gli errori più comuni, quando strappando di bocca gli oggetti facilitano le evoluzioni di comportamenti possessivi, quando sgridando il cane che compie le deiezioni in casa creano un problema nel cane a fare i bisognini alla presenza del proprietario, quando strappando un tessuto dalle fauci del cucciolo inscenano un tira- molla divertentissimo per il cane che inevitabilmente riproporrà lo stesso comportamento sul medesimo target.
Si pretende che il cucciolo dorma da solo di notte, suscitando in lui veri e propri stati di terrore che andranno a compromettere non solo il pro lo emozionale del cane ma, paradossalmente, anche il raggiungimento di una sua autonomia affettiva. È uno spreco di risorse, oltre che un errore, perché basterebbe veramente poco per iniziare col piede giusto, evitandosi tanti problemi in futuro.
È sbagliato…
- Strappare di bocca gli oggetti: facilita comportamenti possessivi
- Strappare un tessuto dalle fauci del cucciolo inscenando un tira-molla
- Far dormire il cucciolo da solo di notte: suscita in lui stati di terrore e di carenza affettiva
- Sgridare il cane che la fa in casa: crea problemi a Fido a fare i bisognini alla presenza del proprietario
- Non accettare il cane come un familiare: lui non è un ospite, ma deve far parte della nostra intimità
Saper condividere la casa con loro
Adottare un cane significa accettare il fatto che, d’ora innanzi, la propria casa diventi anche casa sua, è cioè una condivisione nel senso più profondo del termine.
Portare in casa un elettrodomestico, un oggetto di arredo, un giocattolo significa fare spazio a qualcosa, vale a dire trovare una collocazione utile nell’insieme di cose che ci appartengono: è quindi un “possedere”.
Al contrario, nel momento in cui un cane entra nella nostra casa immediatamente ne prende possesso, la fa propria perché vi dimora: in questo caso il verbo corretto è “condividere”.
È un passaggio importante cui non sempre si attribuisce il giusto peso. Per condividere occorre mettere in discussione alcune tendenze che spesso sorgono spontanee nello stile individualista che la nostra società ha ampiamente alimentato.
Accettare una sovranità limitata
La condivisione è un “mettere in comune”, accettare una sorta di sovranità limitata, considerare gli oggetti presenti come tramiti di relazione e non come espansioni di se stessi. Si tratta di una trasformazione interiore che non riguarda soltanto aspetti gestionali o di mera organizzazione dello spazio.
Per condividere è necessario riconoscere una convivialità nella vita quotidiana che coinvolge e non di rado stravolge i propri ritmi e le abitudini più consolidate.
Occorre accettare che il cane non è un ospite, da confinare o al massimo tollerare, bensì una presenza che partecipa pienamente perché vive con noi e risiede in quella casa.
Il cane non occupa pertanto uno spazio, ma entra nell’intimità della nostra vita. Capire questo è preliminare a ogni altro preparativo.
A cura di Roberto Marchesini, Direttore del Siua
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