Perché i cani attaccano i bambini? Facciamo attenzione
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Il cane non può essere considerato un sostituto del babysitter: la presenza e la supervisione dei genitori sono sempre necessarie per prevenire incidenti potenzialmente pericolosi
Perché a volte i cani attaccano i bambini? Ci sono vicende drammatiche, come quella di quest’estate, in Sicilia: un bambino di diciotto mesi è stato azzannato da uno dei due cani del papà, un Dogo Argentino maschio, ed è morto poche ore dopo.
L’inchiesta della magistratura è ancora in corso anche se gli inquirenti, come atto dovuto per procedere all’autopsia, hanno dovuto iscrivere nel registro degli indagati la mamma del bimbo, per accertare o escludere eventuali comportamenti negligenti da parte della stessa.
Casi come questo, fortunatamente, sono rarissimi. Va ripetuto: rarissimi.
Troppi media, infatti, si “buttano” sulla notizia, creando talvolta reazioni scomposte. Ma accadono, purtroppo.
Come nei casi che hanno visto un Pitbull incustodito mordere, a Milano, un bimbo di otto anni (guarito in dieci giorni) apparso d’improvviso al cane da dietro un’auto, un Rottweiler azzannare per errore una ragazzina a Legnano o un Pastore Maremmano aggredire per spavento il suo padroncino cadutogli improvvisamente addosso sulle spalle.
Cani pericolosi?
Ogni volta sorge la domanda sulla pericolosità di certe razze (selezionate dall’uomo) come i Dogo, i Rottweiler, i Pitbull, i Mastini, i Dobermann e i Molossoidi in genere, o se, invece, si tratta di un problema legato all’educazione (o alla non educazione) che il proprietario del cane dovrebbe dare e invece non dà al proprio quattro zampe.
È indubbio che le caratteristiche morfologiche di certe razze le rendano più pericolose di altre. Alcuni cani di tipo molossoide hanno un morso che esercita una pressione che supera i 200 kg per cm2. Chi li prende dovrebbe essere conscio di quale forza sia dotato il proprio cane e fare di tutto perché lo stesso sia sotto controllo. Purtroppo l’errore commesso è sempre quello di sottovalutare il problema. Mi dispiace dirlo, ma la stragrande maggioranza dei proprietari, purtroppo, non ha idea di cosa voglia dire gestire e comunicare con il proprio cane. Certe aggressioni avvengono ad opera di quei cani considerati “di famiglia” anche se relegati in giardino per l’intera vita e mai socializzati con bambini e congeneri. Quindi, sì, a mio parere i Molossoidi sono potenzialmente più pericolosi di altri cani se si considera la forza fisica che la selezione umana gli ha conferito. Questo non toglie che la differenza la fa sempre la nostra gestione.
Educatore cinofilo Luca Bartelloni
I cani non sono babysitter
Crescere insieme a un cane è una grande opportunità per un bambino. Il legame che s’instaura tra un bambino e il proprio cane è molto forte e importante. Crescere con un animale può essere un’esperienza arricchente e stimolante. Ma non si può considerare il cane come un “baby sitter” per bambini. La presenza dei genitori è sempre necessaria, specie nei primi tempi, per evitare “incomprensioni” tra il “cucciolo d’uomo” e il quattro zampe. Troppo spesso si verificano casi di gravi morsicature ad opera dei cani nei confronti dei bambini con i quali convivono e troppo spesso viene attribuita la colpa “al cane aggressivo”. Occorre molta attenzione e responsabilità da parte dei genitori, che dovrebbero seguire da vicino questo rapporto bambino-animale contribuendo a impostarlo nel migliore dei modi e prevenendo il rischio di pericolosi incidenti.
Veterinarie comportamentaliste Manuela Michelazzi e Simona Cabras
A cura di Edgar Meyer
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