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Trenitalia e i viaggi con il cane: la storia dei Andrea e Bruce

di Maria Paola Gianni

Trenitalia e i viaggi con il cane: la storia dei Andrea e Bruce

Abbiamo già trattato la questione che riguarda i viaggi sui mezzi di trasporto con i propri cani. In molti casi, in Italia, è possibile riscontrare difficoltà che creano malumori e casi che rimangono negativamente impresse nella memoria. Qualche mese fa Andrea Valerio Santarelli ci ha raccontato la storia di un episodio poco piacevole capitatogli alla Stazione Termini di Roma.

Il viaggio con Trenitalia

Lo scorso 14 febbraio, Andrea prenota un treno che da Milano lo avrebbe portato a Napoli, dove si trova la sua famiglia.  Appena salito sul vagone, però si accorge che, nonostante avesse dovuto acquistare anche un biglietto di viaggio per il suo cane Bruce, a lui non erano stati riservati diritti di alcun genere.  Non c’era lo spazio adatto per farlo stendere e non erano presenti strutture di sicurezza che garantissero, al cane e al padrone, di viaggiare serenamente. A condire questo disagio si aggiungevano le continue occhiate degli altri passeggeri e il bisogno di Andrea e Bruce di alzarsi e spostarsi per far camminare i viaggiatori lungo il corridoio del vagone, o per far sistemare ai nuovi arrivati i propri bagagli.

Un vero e proprio martirio, se si pensa anche alla preoccupazione di Andrea nei confronti del suo peloso che, nell’eventualità di una brusca frenata o di un passeggiero disattento, avrebbe potuto farsi male. Tenere un cane disteso nel corridoio di passaggio del treno non è una cosa logica e sicura per nessuno durante il viaggio. I Frecciarossa, come ci spiega Andrea, si dividono in tre categorie: 500, 600 e 1000. Mentre le prime due, hanno un posto singolo a inizio vagone, con uno spazio molto ampio davanti e intorno, la categoria 1000 presenta, nei vagoni, solamente posti a coppia o salottini per quattro persone:

Come soluzione al problema basterebbe tenere riservato il posto singolo del vagone nel 500 e 600 senza avere perdite economiche in termini di diminuzione di posti, perché il cane starebbe a terra. Mentre sul 1000 si potrebbero assegnare al viaggiatore e al cane due posti affiancati, così che il cane possa stare per terra nello spazio dei piedi di uno dei due sedili. Così il problema posto sarebbe risolto.

Commenta il proprietario del cane ragionando su come ovviare alle difficoltà.

Il problemino della pipì

Nella tratta Milano-Napoli il treno fa una sosta più lunga delle precedenti nella stazione Termini di Roma, quindi, Andrea ne approfitta per far prendere un po’ d’aria al suo Bruce e fargli scaricare la tensione di tre ore di viaggio sgradevoli. Scendono dal vagone e si dirigono in testa al treno, dove Bruce fa una pipì che Andrea, munito di una bottiglietta d’acqua, è pronto a sciacquare via non appena il suo cane avrà finito. Non gli viene dato il tempo, però, che subito un addetto Trenitalia si avvicina minacciosamente, intimando al nostro protagonista di fargli una multa. Andrea non si lascia intimorire e l’uomo in divisa esordisce con una frase che allude alla scarsa educazione di Andrea, il quale commenta:

sono cresciuto a tavola da piccolo con i libri sotto le braccia, dunque, si può immaginare la mia reazione nel sentirmi dare del “maleducato” da uno sconosciuto che mi teneva bloccato su un binario del treno senza alcun plausibile e logico motivo.”

L’arrivo della Polizia

Trenitalia e i viaggi con il cane: la storia dei Andrea e Bruce

Per evitare discussioni, il nostro eroe risale sul treno con il suo cane a seguito, ma poco dopo si accorge che l’addetto Trenitalia aveva chiamato la Polizia. Arrivano cinque agenti per verificare la situazione e Andrea decide di prendere ironicamente la questione chiedendo loro se fossero stati chiamati per sventare un grave attentato chimico. La battuta suscita ilarità negli agenti, che comprendono la reale entità del problema e invitano Andrea a risalire a bordo del treno per evitare l’aumento del nervosismo generale, che la storia generava anche nel resto dei passeggeri, costretti a rimanere bloccati per tutta la durata del fatto. Prima di ripartire, però, Andrea ha dovuto lasciare all’addetto di Trenitalia le sue generalità e dopo qualche tempo si è visto arrivare a casa una multa di 21,94 euro per “insudiciamento locali e loro arredi”.

La replica di Trenitalia

Il Direttore commerciale di Trenitalia, Alessandra Bucci, ha risposto a questa storia ritenendo che il nostro è stato un protagonista particolarmente sfortunato, in quanto, sui treni Frecciarossa ogni anno viaggiano oltre 200mila passeggeri a quattro zampe di piccola taglia nel il trasportino e altri 100mila di taglia più grande al guinzaglio.

Per la questione specifica del posto a sedere, la Bucci spiega che la compagnia raccomanda sempre i propri addetti alla vendita assistita di proporre al passeggero, che viaggia con il suo peloso, un posto singolo sui treni 500 e 600, mentre per le prenotazioni self-booking su internet dovrebbe essere il passeggero interessato a scegliere il posto più agevole per lui e il suo cane. Aggiunge, inoltre, che lo scorso anno Trenitalia si è distinta per la sua campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono, facendo viaggiare tutti i cani ad un prezzo simbolico di un euro e la previsione è di adottare una politica simile anche per questa estate.

La sensibilità dell’Azienda nei confronti degli animali è data anche dal fatto che, proprio il Direttore commerciale di Trenitalia è “mamma adottiva” di Cacao, una piccola meticcia che sua madre trovò per strada:

Cacao viene sempre con noi in vacanza, sta con noi anche quando usciamo a spasso o andiamo al ristorante e ama il mare: insieme facciamo lunghe passeggiate in spiaggia, andiamo sul gommone e appena io mi tuffo un attimo dopo lei si tuffa dietro di me. A casa vive con mia figlia, che ora ha sedici anni, sono in simbiosi, sono cresciute insieme e sono inseparabili“.

 Conclude Alessandra Bucci che ci conferma, così, di stare dalla parte degli animali e dei loro padroni.

di Maria Paola Gianni

 

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