Brolo, “il paese dei gatti”
Brolo, in provincia di Verbano-Cusio-Ossola, in Piemonte, è noto come “il paese dei gatti”. Secondo un’antica leggenda, infatti, il borgo era infestato dai topi e gli abitanti, per liberarsene, ricorsero a un metodo infallibile: i gatti.
Due leggende
I residenti riuscirono così a procurarsi un folto numero di piccoli felini, che, debellando il problema, divennero subito le mascotte del centro cittadino.
In realtà, questa non è l’unica leggenda riguardante il borgo, situato a 420 metri d’altitudine sulle sponde del lago Orta. L’altra storia risale alla seconda metà del Settecento, ed è legata alla tradizione cristiana.
Originariamente, la Parrocchia di Brolo era unita a quello di Nonio. Quando la comunità pretese la separazione sul piano ecclesiastico, sancita dalla costruzione della Parrocchia autonoma di Sant’Antonio Abate, i Noniesi ironizzarono sulla richiesta con un motto: “Quand al vien parrocchia Brol / al ratt metarà su al friol” (Quando Brolo diventerà parrocchia, il topo si metterà il mantello).
Si narra che, una volta ottenuto il tanto atteso riconoscimento, alcuni Brolesi appesero realmente dei topi morti con mantelli sulle porte dei propri compaesani, offrendo uno spunto per l’appellativo di “paese dei gatti”.
Decorazioni a forma di gatto
Oggi il paesino piemontese non si distingue come il più popolato dai gatti, come si potrebbe facilmente immaginare, tuttavia i pelosi sono ritratti in vario modo per i vicoletti e le stradine. Nel 2006 è stato persino eretto un monumento in onore degli amici a quattrozampe, il profilo di un felino gigante che dall’alto, proprio come farebbe un micio vero, osserva la vallata.
© Riproduzione riservata.