Prevenire i disturbi dermatologici del cane
Sorprendenti i risultati emersi dal “Pet eXperience Program”, un’indagine che Hill’s Pet Nutrition Italia ha condotto sui disturbi dermatologici, uno tra i motivi più frequenti che costringe i proprietari ad accompagnare i cani dal veterinario.
Le patologie dermatologiche più frequenti
Nello specifico, le patologie diagnosticate più comunemente (Sischo et all 1989, Scott e Paradis 1990) nel cane sono:
- allergia (da morso di pulce, ipersensibilità, dermatite atopica),
- neoplasie cutanee,
- pioderma batterico,
- seborrea,
- dermatosi parassitaria,
- reazioni avverse all’alimento,
- dermatosi immuno-mediate,
- dermatosi endocrine.
L’indagine ha coinvolto più di 130 strutture e oltre 150 cani, di cui il 78% si grattava, si graffiava, si leccava e si sfregava; il 41% perdeva il pelo; il 35% aveva delle zone con macchie rosse o brufoli; il 33% lamentava delle escoriazioni con croste o cute ispessita; il 33% soffriva di cattivo odore della cute; il 21% di lesioni cutanee a scaglie o a squame; il 5% aveva un incremento dell’appetito e il 4%, invece, la perdita della fame.
Una serie di disturbi che incide negativamente sul rapporto cane-proprietario: secondo il giudizio espresso dal proprietario, infatti, quasi la metà dei cani esaminati (41%) aveva uno stato d’umore triste.
Alimentazione: primo passo per la guarigione
Al fine di avviare un percorso terapeutico efficace, il veterinario ha consegnato alcune confezioni gratuite di “Hill’s Prescription Diet Derm Defense” da 12 chili, avviando così il Px Program durante il quale il cane è stato alimentato con questa soluzione nutrizionale per 28 giorni. E per il 75% dei casi la condizione dermatologica dei cani è migliorata, di questi l’87% ha notato progressi positivi entro il 21° giorno di alimentazione.
La salute della pelle viene dall’intestino
L’alimentazione è un elemento basilare per arginare i problemi dermatologici, perché la salute della pelle passa attraverso la salute dell’intestino. Senza una corretta alimentazione l’equilibrio della pelle viene immediatamente aggravato
A parlare è il medico veterinario Antonella Vercelli, Past President Società Italiana di Dermatologia Veterinaria (Sidev) e Società di Oftalmologia Veterinaria Italiana (Sovi) , dell’Ambulatorio veterinario associato di Torino, che ci spiega nel dettaglio il problema che affligge sempre più i nostri amici a quattro zampe.
Dottoressa Vercelli, che incidenza hanno i problemi dermatologici negli animali da compagnia?
In un ambulatorio medico veterinario, in media, il 25 per cento dei problemi sanitari è legato alla dermatologia. Di quelli dermatologici, un’alta percentuale (il 30 per cento di cani) è costituito da dermatite atopica, mentre il 10 per cento dei problemi deriva da una reazione allergica alle pulci e altre malattie dermatologiche come quelle parassitarie, neoplastiche e immunitarie della pelle.
Un suo commento sulla formula Prescription Diet Derm Defense di Hill’s?
Molti miei clienti hanno riscontrato beneficio nei loro pet, perché è un “unicum”: contiene gli integratori necessari per ricostruire la barriera cutanea e tiene conto dell’importanza degli acidi grassi per ricostruire tale barriera, cioè quel cemento che tiene insieme i cheratinociti che può essere integrato solo in un’alimentazione studiata ad hoc da un nutrizionista, e che non può essere ritrovato ben inserito in un alimento già pronto.
Perché la nostra resistenza agli antibiotici può essere trasmessa al cane e viceversa?
I batteri, in generale, possono passarsi dei piccoli frammenti di DNA attraverso dei meccanismi particolari. Se noi siamo a contatto con i batteri dei nostri animali e loro sono a contatto con i nostri si possono scambiare delle informazioni genetiche e, tra queste, quella del gene della resistenza ad alcuni farmaci, e quindi ad alcuni antibiotici. Per cui, se noi siamo resistenti a un antibiotico, possiamo trasmettere questa informazione ai batteri del nostro cane e viceversa.
Per quale motivo i bambini che crescono con un cane o un gatto in casa sono più resistenti alle allergie?
Si spiega attraverso la teoria dell’igiene: tenendoli in una capsula di isolamento totale, quindi senza contatti con il microbioma dell’animale, restano con un sistema immunitario in perenne stato d’allerta che però non reagisce mai verso nulla e quindi può dirigersi verso allergeni anomali come acari, polline e altre sostanze presenti nell’ambiente. Invece, il
bimbo che fin da subito ha contatti con l’animale, che ha comunque delle analogie con noi circa il sistema immunitario, avrà una tolleranza nei confronti di tante cose.
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