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4 zampe per sorridere, il progetto di Pet Therapy a Torino

di Redazione Quattrozampe

4 zampe per sorridere, il progetto di Pet Therapy a Torino

Dopo la frattura del femore, Renata aveva mollato. A 72 anni, lontana dai suoi luoghi affettivi e ospite di una casa di riposo, non aveva trovato più l’energia dentro di sé per ripartire, per affrontare questa nuova disavventura. Quando la mente si disaffeziona dalla vita, l’umore ne patisce immediatamente e precipita in depressione. La persona stacca; non c’è più flusso di emozioni, i sensi si inaridiscono e non producono più energia per godere ancora della vita. Il corpo, depauperato, non gode più del movimento e della ricerca di nuovi stimoli. Anche il farmaco non riesce più a fare la magia di riattivare in modo forzoso una persona scarica. Si spalancano, invece, gli occhi di Renata nel momento in cui entrano nella sua stanza alternativamente Noah, Rum e Holly, i Golden Retriever scelti con l’intendimento di riattivare la mente e l’animo degli ospiti di una casa di riposo a Torino.

Progetto di Pet Therapy a Torino grazie all’associazione Aslan

4 zampe per sorridere, il progetto di Pet Therapy a TorinoQuesto splendido progetto va avanti da tre anni ed è uno degli interventi di pet therapy più noti e conosciuti a Torino. L’associazione Aslan porta avanti l’attività grazie a una valida équipe multidisciplinare e al fondamentale sostegno economico della Fondazione La Stampa – Specchio dei Tempi.

I cani, scelti per questo compito speciale, sono stati scrupolosamente educati per coinvolgere le persone in difficoltà aiutandole a sbloccarsi e a risvegliare il desiderio di vita. L’associazione viene fondata nel 2015 da Antonia Tarantini, pedagogista ed educatrice cinofila, in onore di Aslan, il suo cane, un Golden Retriever che a soli nove mesi morì per un arresto cardiaco. Insieme avevano intrapreso la strada degli Interventi Assistiti con Animali, conosciuta a tutti come “Pet Therapy”. L’associazione promuove gli Interventi Assistiti con Animali a 360°: dai Corsi di formazione riconosciuti dalla Regione Piemonte, che preparano i professionisti, alla formazione – secondo l’Approccio Cognitivo-Relazionale – dei cani da pet therapy, ai molti progetti realizzati sul territorio piemontese a favore delle persone in difficoltà.

Antonia, la presidente, è una giovane donna, solare, dalla voce sicura e rotonda, con un sorriso accattivante, innamorata del suo lavoro per cui ha dovuto andare un po’ controcorrente perché sembrava davvero bizzarro e senza prospettive. La sua passione le ha dato ragione e ha avuto un particolare apprezzamento da parte della Fondazione La Stampa – “Specchio dei Tempi”.

Progetto 4 zampe per sorridere

Il nome del progetto la dice lunga, poiché racchiude l’essenza di quello che accade quando i cani varcano la soglia delle case di riposo e interagiscono con gli anziani. Il cane ha il potere di catalizzare l’attenzione su di sé e risvegliare scene di vita dimenticate, emozioni che si erano spente; dona autentici momenti di calore e affetto che migliorano la qualità della vita in casa di riposo. I risultati emersi sono meravigliosi e sorprendenti: l’animale agisce a livello profondo per aiutare l’anziano a uscire dall’isolamento, a rimettersi in gioco, a sentirsi ancora utile e importante.

Il cane offre così la grande opportunità di lavorare non solo sull’aspetto emozionale, ma anche su quello motorio e cognitivo della persona anziana. Lanciare una pallina e giocare al riporto, nonostante la sedia a rotelle, impugnare il guinzaglio e riuscire a passeggiare lentamente con l’animale accanto sono azioni inusuali, ma intriganti che stimolano l’anziano e risvegliano un corpo invecchiato e arrugginito. Gli esempi della bellezza di quello che succede durante le sedute sono innumerevoli. L’effetto del passaggio dei cani, dicono gli operatori delle strutture, ha una risonanza anche durante la settimana, quando si vive nell’attesa dell’incontro successivo.

4 zampe per sorridere, il progetto di Pet Therapy a TorinoLa storia di Renata, 72 anni, è quella che più ha colpito. Solo il forte legame creato con Noah l’ha riportata in piedi davvero, aprendo uno spiraglio di luce.  Per spingerla fuori dalla stanza, ogni giorno, veniva proiettato nella sala principale un video del cane. Si doveva infatti trovare un modo per aiutarla a reagire e a uscire dall’apatia. Il cane è stato per lei l’unica leva. All’anziana è stato anche affidato un compito speciale: creare un collage con le foto di Noah. Nel quadro Renata ha lasciato uno spazio “È per la mia foto con Noah, quando mi alzerò in piedi per portarlo al guinzaglio”. E così è stato.

 

Di Lino Cavedon

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