Consigli pratici per animali nell’età della fragilità

di Redazione Quattrozampe

Consigli pratici per animali nell'età della fragilità

Come per noi, anche per cani e gatti la vita media ha subìto negli ultimi anni un confortante aumento. Con il risultato che, dati alla mano, un folto e longevo esercito a due e quattro zampe vive fianco a fianco anche da senior, condividendo problemi e bisogni tipici della terza età.

Problemi dentali, renali, epatici e oculari, artrosi, diabete e cardiopatie sono infatti all’ordine del giorno anche per i quattro zampe anziani e/o geriatrici. E dalle obbligatorie trasformazioni della vecchiaia non è esente nemmeno il loro cervello. Tant’è che vanno incontro a forme di degenerazione cerebrale che si manifestano come minor efficienza delle funzioni di memoria, emotività e capacità di apprendimento, fino a sfociare in vere e proprie “demenze senili”, simili all’Alzheimer dei pazienti geriatrici umani.

La fragilità dei nostri vecchietti a quattro zampe

Anche se il normale invecchiamento non può certo considerarsi una malattia, si porta dietro un inevitabile calo delle capacità funzionali e adattative di vari organi e apparati. L’intestino si fa pigro; il cuore rallenta l’azione di pompa; reni e fegato riducono le capacità di smaltimento e depurazione; ossa e articolazioni diventano rigide e non garantiscono più adeguato sostegno e movimento; i sistemi immunitario ed endocrino si indeboliscono, preparando la strada a infezioni e disfunzioni varie; le funzioni cerebrali si riducono e compaiono cambiamenti di comportamento e umore.

Questa zona grigia, che precede anche per molto tempo una vecchiaia francamente patologica, si chiama “fragilità” ed è alla base della suscettibilità dell’anziano a essere più esposto a stress di varia natura e, dunque, ad ammalarsi con più frequenza e facilità.

Consigli pratici per cani e gatti “fragili”

Uno dei modi migliori per salvaguardare gli “anni d’oro” dei nostri amici a quattro zampe è di agire proprio sulla loro “fragilità”, adottando, in stretta collaborazione con il veterinario di fiducia, strategie mirate a innalzare questo limite soggettivo di vulnerabilità, sotto il quale si è in balia dei tanti pericoli della terza età, dunque del rischio di “malattia conclamata”.

In primo luogo, vale agire sull’ambiente e sullo stile di vita. L’alimentazione, ad esempio, deve essere equilibrata e adatta alla terza età. Da non trascurare, poi, l’attività fisica che, pur facendo attenzione a sforzi intensi o troppo prolungati o evitando passeggiate con temperature o troppo rigide o troppo calde, va regolarmente praticata. Continuiamo anche a coinvolgere i nostri “vecchietti” di casa nella vita di famiglia, impegnandoli in diverse attività di gioco che mantengano la mente elastica e allenata e che trasmettano loro la sensazione di essere sempre al centro delle nostre attenzioni e del nostro affetto. Altrettanto importanti sono i check-up veterinari periodici, fondamentali per riferire al veterinario eventuali sintomi o comportamenti “sospetti” e metterlo nelle condizioni di agire con tempestività e, dunque, con le maggiori probabilità di successo terapeutico. Nell’ambito di questo programma integrato di attenzioni e cure per l’anziano (pet senior care), vale privilegiare scelte terapeutiche compatibili con la sua intrinseca condizione di fragilità. Usiamo dunque, quando servono, le necessarie misure farmacologiche, ma teniamo presente la possibilità di affiancarle ad approcci curativi “più dolci”, che possono anche potenziare gli effetti benefici dei farmaci e ridurne dosaggi e tempi di somministrazione.

Grazie agli studi realizzati nel settore del pet senior care, è possibile avvalersi, quando le condizioni cliniche del paziente lo consentono, di un approccio integrato “secondo Natura”, utile a innalzare la soglia di fragilità del cane anziano e, così facendo, a incrementare le chances di un invecchiamento di successo. Tali approcci curativi prescritti dal medico veterinario garantiscono effetti benefici perché potenziano le naturali risorse di difesa e protezione che l’organismo possiede, ma che con l’età avanzata possono diventare insufficienti a garantire un invecchiamento di successo.

a cura di Sabrina Giussani, medico veterinario esperto in comportamento animale, Dipl. Envf

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