Il comportamento alimentare del gatto
Nonostante la sua domesticazione, il gatto non ha cambiato in modo significativo i suoi bisogni nutrizionali così come quelli comportamentali rispetto agli antenati selvatici. Il gatto, pertanto, è rimasto dipendente dai tessuti animali come fonte principale di nutrimento e presenta un maggior fabbisogno di proteine. Difatti è un vero carnivoro stretto con una dieta in natura basata quasi totalmente su alimenti di origine animale come roditori, uccellini, lucertole.
Per nutrire in modo adeguato il gatto è necessario, quindi, capire i suoi bisogni alimentari perché una dieta impropria può causare vari problemi di salute e abbreviare la sua aspettativa di vita. Di più. È necessario anche comprendere il suo comportamento alimentare che non è affatto simile al nostro, né tantomeno simile a quello del cane. Vediamo ora cosa influenza il comportamento alimentare di questo straordinario felino “casalingo”.
Appetibilità della dieta
La temperatura ha un ruolo molto importante nell’appetibilità della dieta. Il gatto preferisce una temperatura tiepida, intorno ai 38° C, perché il calore aumenta il profumo del cibo e anche perché si tratta di una temperatura simile a quella delle prede appena uccise. Sono da evitare, quindi, i cibi freddi di frigorifero o troppo caldi. Questo ci torna utile nel caso di un gatto inappetente perché possiamo sfruttare questo elemento per invogliarlo a mangiare.
Composizione e odore
Le scelte sono più orientate verso i principi nutritivi (grassi e proteine) che gli ingredienti, inoltre l’odore è il parametro chiave per la selezione del cibo. Se l’odore è molto invitante, è sufficiente a incoraggiare il gatto a consumare un alimento di per sé poco gustoso. Come detto in precedenza, la temperatura del cibo ne esalta l’odore.
Forma e quantità
Anche la forma dell’alimento influenza l’appetibilità. I gatti non sono in grado di masticare in modo efficace: riducono le dimensioni del cibo lacerandolo in pezzi che possano essere ingeriti. Questo significa che il cibo deve poter essere masticato e ingerito con facilità. Quando il cibo viene lasciato a disposizione l’alimentazione resta costante, con piccoli pasti consumati nell’arco della giornata. Se possibile, infatti, i gatti amano consumare tanti piccoli pasti durante il giorno, in media 10-12. Questo rispecchia l’attività predatoria del gatto in natura, che uccide e consuma piccole prede più volte al giorno, perché non sempre la battuta di caccia ha successo. Nei gatti che non hanno problemi di sovrappeso e in quelli in crescita è possibile lasciare il cibo secco sempre a disposizione. Un gatto sano e attivo normalmente mangia la quantità di alimento utile a soddisfare le sue necessità caloriche.
Gusto
Per quanto riguarda il sapore, i gatti mostrano una forte preferenza per le sostanze che gli esseri umani giudicano di sapore acido. Il senso del gusto in combinazione con il senso dell’olfatto determinano la percezione del sapore. I gatti hanno sulla lingua delle papille gustative poco sensibili al gusto dolce, ma molto sensibili ai gusti salato, acido e amaro. Infatti, l’estrema sensibilità ai sapori amari permette al gatto di evitare con cura le medicine che abbiamo tentato di nascondere nella ciotola. Il gatto possiede circa 473 papille gustative posizionate sulla punta, ai lati e sul fondo della lingua, dotate di piccole escrescenze cornee composte di cheratina. L’uomo ne possiede 9000, quindi rispetto a noi ha una percezione del gusto estremamente ridotta. La poca percezione del gusto è, comunque, controbilanciata dall’elevatissimo sviluppo dell’olfatto. Difatti, le loro scelte culinarie dipendono soprattutto dall’olfatto.
Momento e ambiente in cui vengono offerti i pasti
I gatti sono molto sensibili alle condizioni in cui consumano i pasti. Alcuni apprezzano la calma, altri la compagnia e la presenza del proprietario. Al momento del pasto molti gatti richiedono qualche coccola dal padrone prima di iniziare a mangiare. Questo è un comportamento che richiama il legame tra il gattino e la madre, quindi esibito nei nostri confronti ha un significato affettivo e di riconoscimento del nostro “compito” di cura nei loro confronti. È bene dedicarci con la nostra presenza con un tempo di coccole e frasi gentili mentre Micio mangia, se ce lo richiede, perché rafforza indubbiamente il nostro legame.
Il materiale e le dimensioni di cui è fatta la ciotola
Se possibile, è meglio non usare la plastica perché può avere un cattivo odore che non si riesce a eliminare nemmeno col lavaggio. Noi lo avvertiamo poco, ma il suo acuto olfatto invece sì, perciò sono da preferire contenitori in metallo o ceramica. Il piatto, invece, deve essere largo perché il nostro amico detesta il contatto con i baffi/vibrisse. Le vibrisse non sono altro che i baffi del gatto, lunghi e rigidi peli presenti sulle guance dell’animale. Esse sono uno strumento necessario per la sopravvivenza del felino. Sono delle vere e proprie antenne, alle quali Micio fa ricorso per esplorare e gestire l’ambiente particolari follicoli alla cui base insistono moltissime terminazioni nervose che permettono all’animale di percepire anche il minimo cambiamento dell’ambiente in cui si trova. Le impercettibili vibrazioni a contatto con una superficie, infatti, gli permettono di identificare la forma e la grandezza di oggetti complessi anche in condizioni di scarsa visibilità. Capiamo, dunque, l’importanza della dimensione della ciotola, sia di cibo sia di acqua.
La posizione
Mai mettere la ciotola della pappa accanto alla vaschetta della lettiera. Anche i gatti selvatici, compresi i grossi felini come leoni o tigri, non mangiano mai nei pressi del luogo dove fanno i loro bisogni. Il territorio del gatto, infatti, è suddiviso in tante aree, ciascuna adibita a un’attività in particolare. Questa suddivisione deve essere rispettata anche nell’ambiente domestico.
La pulizia
Si deve lavare spesso la ciotola del micio, perché non ama sentire l’odore del pasto precedente. Va sciacquata molto bene sotto l’acqua, senza usare detersivi. Molte volte lasciamo profumi che il suo olfatto avverte immediatamente.
Competizione sulle risorse
In case dove convivono più gatti a volte si determinano delle problematiche relative al momento dell’alimentazione. Possiamo trovare un gatto che detiene il controllo delle ciotole, impedendo agli altri di avvicinarsi per mangiare. Oppure ci può essere un micio ingordo che non appena viene proposta la pappa si precipita divorando il tutto nel minor tempo possibile, a volte con il risultato di rigurgitare l’intero “bottino”. Tutto questo può accadere per diversi motivi:
- Ciotole insufficienti – spesso la causa sono le insufficienti ciotole di cibo per tutti i gatti presenti. Forse la quantità di cibo nella ciotola è sufficiente, ma è necessario che venga suddivisa in più ciotole corrispondenti almeno al numero dei gatti presenti, possibilmente poste in più punti della casa così da avere più punti di alimentazione disponibili nel territorio condiviso dai gatti.
- Ereditarietà – Altre volte, invece, può essere influente il vissuto del gatto o l’ereditarietà. Gatti che hanno vissuto in libertà o in ambienti in cui sono stati costretti a essere più veloci degli altri per alimentarsi o lottare per il cibo possono esprimersi in questo modo nel momento del pasto. Il gatto, ricordiamolo, in natura è un animale che caccia da solo e non condivide le sue prede con altri mici. Anche in questo caso è necessario lasciare disponibili un maggior numero di ciotole.
- Bullismo – A volte ci può essere una sorta di bullismo, vanno in questo caso riviste le relazioni e interazioni tra i gatti residenti.
- Obesità – Possono esserci problematiche legate all’obesità con patologie con base organica oppure legate al comportamento. Una visita veterinaria e una rivalutazione dell’ambiente, degli stimoli e delle interazioni con l’umano sono necessarie.
di Ewa Princi – Consulente esperta in Comportamento e Psicologia del Gatto – Centro di Cultura Felina
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