Gatti custodi di tesori
Fin da piccoli, tra storie e leggende, ci hanno sempre raccontato un fatto: i tesori nascosti sarebbero difesi dai draghi. Ma siamo proprio sicuri? In realtà non è così, in quanto tradizioni più “credibili” ci raccontano tutt’altra storia: sarebbero i gatti i veri custodi dei forzieri inaccessibili.
Sono i gatti a proteggere forzieri e ricchezze che un tempo erano nascosti nei castelli. Viaggio tra le leggende di gatti custodi di tesori
Gatti celtici custodi di tesori
Di gatti custodi di tesori parla ampiamente la cultura celtica, dove il felino viene associato alla dea Anu (Madre Terra), divinità madre di una razza divina che successivamente si evolve nella più conosciuta Brigid, dea della fertilità, prosperità e conforto e, dunque, dispensatrice di “ricchezze”.
Secondo i celti erano i gatti a custodire forzieri pieni di gioielli, al posto dei draghi che, oltretutto, sembra non siano mai esistiti, se non all’epoca dei dinosauri.
La leggenda del principe irlandese Maeldune
Le avventure del principe irlandese Maeldune ci raccontano proprio di un micio che si occupava di custodire il tesoro della rocca.
Accadde un giorno che, insieme a tre compagni, Maeldune si ritrovò su un’isola al cospetto di un castello abbandonato, colmo di ricchezze. La rocca era disabitata, unica presenza, un inoffensivo gattino. Apparentemente, il loro arrivo fu perfino accolto da una tavola imbandita di ogni cibo prelibato, un invito impossibile da rifiutare e, tra un bicchiere di vino e l’altro, il gruppo di avventurieri si rilassò, osservando divertito il gattino che nel frattempo giocherellava con corone e monete d’oro. Uno degli uomini allungò la mano per osservare da vicino una delle meravigliose collane, ma all’istante il gatto si trasformò in un essere di luce, folgorandolo all’istante.
Non ci fu il tempo per capire se era colpa del troppo vino, se tutto fosse reale o solo un’allucinazione: il principe e la sua truppa fuggirono, lasciando la tavola quasi intatta, magari per altri sprovveduti visitatori. Ma, soprattutto, da quel momento temettero tutti i gatti.
Il gatto nero e il tesoro di Castel Corno
Abbiamo un esempio simile anche in Italia, a Castel Corno, in Trentino Alto Adige, un luogo con una leggenda davvero unica: si dice che nei sotterranei ci sia un tesoro difeso da un gatto nero.
Castel Corno è, a oggi, un castello ormai in rovina: costruito dopo il Mille, fu abitato fino all’occupazione napoleonica, con un’organizzazione degli addetti alle mansioni ben precisa, distribuita nel Castello superiore (Cornu Superius) e nel Castello inferiore (Castrum Corno). La famiglia Liechtenstein lo ristrutturò nel 1759, costruendo la famosa casa giurisdizionale di Isera, oggi municipio, e la relativa galleria, luogo presunto di conservazione del mitico tesoro. La rocca fu, purtroppo, progressivamente disabitata e abbandonata.
È affascinante possedere un castello, ma è difficile mantenerlo, almeno fino a quando non si trova il tesoro. Di questo luogo, infatti, non rimane più nulla, se non seducenti leggende, storie di banditi, vicende di spiriti che ancora oggi aleggerebbero attorno alle mura. Un lungo cunicolo conduce dalla rocca al palazzo del giudice di Isera, la cittadina poco distante. A metà del tragitto sarebbe celato un tesoro di inestimabile valore, custodito da un gatto nero che lo veglierebbe giorno e notte contro eventuali intrusi.
Chi sono i veri custodi dei tesori? I Siamesi!
Secondo la leggenda di Castel Corno, il felino avrebbe il manto nero, ma se ci atteniamo alle tradizioni antiche, il gatto dovrebbe essere un Siamese, razza prescelta come guardiana di templi e palazzi. Questo spiegherebbe i suoi “difetti” fisici, quali occhi strabici e coda attorcigliata: lo sguardo incrociato è la conseguenza del continuo fissare del tesoro, per non perderlo mai di vista, mentre la forma della coda è tale perché vi avvolgeva i forzieri, per tenerli stretti.
Se avete un gatto Siamese in casa, servitelo nel migliore dei modi, potrebbe rivelarvi, un giorno, il luogo dove in un lontano passato custodiva il suo personale tesoro!
Approfondimenti:
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