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Cane nel giardino condominiale

di Claudia Taccani

Cane nel giardino condominiale

Esperienza insegna che, purtroppo, spesso gli animali, sono vittime di “liti bestiali” in condominio e, addirittura, talvolta, utilizzati come “strumenti” per infastidire l’odiato vicino. Così è accaduto, tempo fa, nella provincia di Sondrio. A causa di liti e incomprensioni, le proprietarie di un cane lo lasciavano volontariamente libero di circolare nelle parti comuni del condominio per spaventare le figlie minorenni dei vicini con l’intento di far cambiare loro l’abitazione.

Responsabilità penali per un cane

La Corte di Cassazione, con sentenza penale numero 31981 del 2019, ha confermato la sussistenza di responsabilità penale per il reato di “stalking” delle due imputate proprietarie dell’ignaro cane per aver cagionato ai due coniugi e alle loro figlie minori un “perdurante stato d’ansia”.

Nel corso dell’istruttoria processuale era emerso che le due imputate lasciavano circolare incustodito e libero il cane nel giardino condominiale e nelle aree comuni, al fine di spaventare le minori, minacciando le stesse e i genitori, con conseguente grave turbamento psichico, tipico evento del reato di atti persecutori di “stalking”.

Tali condotte moleste, sempre come emerso nel processo, erano state reiterate per un lungo arco temporale (più di un anno), proprio per fare in modo che le vittime cambiassero casa, andando a incidere in maniera negativa sulle relative abitudini di vita.

Cani al guinzaglio nelle parti comuni

Cane nel giardino condominiale

Come abbiamo ampiamente scritto in questo spazio, nel condominio è nostro diritto, per legge, vivere tranquillamente con il nostro cane (e con qualsiasi altro animale domestico), e poter utilizzare, al pari di altri condomini, le parti comuni e il giardino condominiale.

Tuttavia, sempre per legge e secondo il buon senso civico, è doveroso adottare comportamenti basilari come, appunto, tenere il cane al guinzaglio nelle parti comuni: per intenderci, in ascensore, sulle scale, sul pianerottolo, ecc. Il caso in questione, ovviamente, è “estremo”, perché rappresenta una condotta penalmente rilevante finalizzata a spaventare e allontanare il vicino.

Altro caso: cane nel giardino condominiale

Ma le liti condominiali non hanno limiti di fantasia. Tempo fa il proprietario di un cane di grossa taglia aveva ben pensato di “occupare” il piccolo giardino condominiale lasciandoci il quattro zampe da solo per tutta la giornata contro la volontà dei condomini e, molto probabilmente, anche contro le necessità dello stesso cane che, per natura, è un animale sociale, bisognoso di contatti sia con gli umani che con i suoi simili.

Il caso, per fortuna, si è risolto positivamente con il tempestivo intervento dell’amministratore, evitando un’omessa custodia del cane e un uso improprio della parte comune ma, contestualmente, garantendo al proprietario del cane di poter fare tranquille passeggiate in giardino con lo stesso. È doveroso non utilizzare gli animali come “strumenti” di litigio con il vicinato, così come con l’ex convivente o in altre situazioni complicate perché, purtroppo, come esperienza insegna, lo stesso pet può diventare la vittima della cattiveria e dell’ignoranza umana.

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