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L’ OIPA Palermo salva un cane lasciato a morire di fame

di Redazione Quattrozampe

Salvo: prima e dopo
L’ Oipa Palermo salva un cane lasciato a morire di fame in un bagno, un gravissimo episodio di abbandono e maltrattamento. È accaduto nel quartiere Zisa di Palermo. Ancora qualche giorno in più e di Salvo, così è stato ribattezzato dai volontari dell’associazione animalista, sarebbero rimaste solo poche ossa senza vita. Rinchiuso dentro un piccolo bagno in una casa sfitta chissà da quanti mesi, forse dalla nascita, Salvo (nella foto, prima e dopo), era oramai ridotto a uno scheletro. La sua storia è ancora poco chiara, ma quel che è certo è che chi l’ha ridotto in quello stato aveva la precisa volontà di lasciarlo morire di fame.
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Adesso sta meglio, gioca e scondinzola a tutti

Salvo, dopo alcuni giorni a casa della delegata dell’Oipa Palermo, al momento è sotto osservazione a casa della veterinaria Germana Romeo perché qualche giorno fa le feci non erano nella norma e lo stato di debilitazione non permetteva di somministrargli l’antibiotico. Ora va molto meglio e, per abituare gradualmente lo stomaco a quantitativi normali di cibo, mangia poco e spesso. Ha preso due chili e mezzo e continua a ingrassare. Ma soprattutto gioca, scodinzola, abbaia e fa le feste a tutto: in due parole, ama vivere. Da quando l’Oipa ha reso pubblica la storia, hanno chiamato tantissime persone per proporsi come adottanti, per offrire aiuti o anche solo per mandargli una carezza e sapere come stava.

Avevano chiamato per sopprimerlo

Ma partiamo dall’inizio. Tutto inizia con una chiamata di un’impresa di pulizia a un veterinario che segnala la presenza in un’abitazione sfitta di un cane, forse morto o forse vivo, in ogni caso da abbattere. Non potendo recarsi sul posto, il veterinario allerta una collega, la dott.ssa Germana Romeo che, giunta nell’appartamento segnalato, lo trova completamente vuoto. C’è, però, una porta chiusa a chiave, quella del bagno, e quando la veterinaria riesce ad aprirla, rompendone il vetro, si trova davanti ad una scena agghiacciante: un piccolo cane bianco, ridotto a pelle e ossa, che si trascinava verso di lei, scodinzolando, nella più totale sporcizia, tra stracci sudici e i suoi stessi escrementi. Alla richiesta di chiarimenti alla donna che ha aperto l’appartamento alla veterinaria (si presume sia la proprietaria, ma ci sono ancora indagini in corso) è stato risposto che quindici giorni prima gli avevano portato dei pezzi di pane, mentre per bere il cane aveva a sua disposizione “l’acqua del water”.

L’intervento dell’ Oipa Palermo

La veterinaria ha quindi deciso di allertare la delegata Oipa Palermo, Daniela Brunetto, che si è precipitata immediatamente sul posto: “Non riuscivo a credere a cosa avevo davanti. Il cagnetto era dolcissimo, tentava in tutti i modi di alzarsi e avvicinarsi scodinzolando – spiega Daniela Brunetto – Lo abbiamo delicatamente preso e trasportato in ambulatorio”.

Gli avevano negato tutto

Sottoposto a una flebo e ad una serie di rilievi ematici, Salvo è risultato fortemente anemico, denutrito e disidratato. Lasciato morire di fame probabilmente fin da piccolo, visto che ha solo sette mesi, Salvo ha anche le zampe storte e molti muscoli sono atrofizzati. “Quel cane non ha vissuto – riferisce Daniela Brunetto – non ha potuto socializzare, è stato in quelle condizioni per chissà quanto tempo. L’unica notizia che è trapelata è che sarebbe arrivato in quel luogo da cucciolo quando era un batuffolo bianco“.

Fame da lupo

Ora Salvo, ospitato e accudito dalla delegata dell’Oipa Palermo, si sta rimettendo e le sue condizioni di salute sembrano già migliorate: anche se i primi giorni dopo il salvataggio non si reggeva ancora in piedi, Salvo fin dall’inizio ha dimostrato di avere una forza di ripresa straordinaria e una fame da lupo, viene alimentato ogni due ore per consentire al suo piccolo stomaco di riabituarsi al cibo.

In corso indagini per scovare il responsabile 

Sono tuttora in corso indagini da parte dell’Oipa per individuare chi ha compiuto un atto tanto crudele su una creatura indifesa e sporgere denuncia.

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