Lupa disabile fa la dog-sitter
Rimasta a tre zampe per colpa di un cacciatore, una lupa disabile fa parte integrante del branco come “dog-sitter”. Il fatto è sorprendente, sappiamo come i lupi abbiano delle regole ben precise all’interno del gruppo. In questo caso, con una lupa a tre zampe, il regno animale fa scuola al genere umano, continuando ad accettare la poverina nel branco e “assegnandole” un incarico di tutto rispetto: prendersi cura dei cuccioli più bisognosi.
Avvistata sull’Appenino Bolognese
Il fatto è stato documentato dai guardiaparco e dai ricercatori del laboratorio di genetica dell’Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale), avvistata di recente nel Parco regionale dei Gessi, sull’Appennino bolognese. La lupa disabile, tripoide dal 2008, ossia da quando perse una zampa dopo un vigliacco colpo di fucile, accudisce amorevolmente cuccioli non suoi. Oggi ha circa quattro anni, non solo ha avuto la fortuna di non essere stata allontanata dal gruppo, ma svolge un ruolo fondamentale per garantire un futuro a questo splendido esemplare.
Lupi sempre più perseguitati dall’uomo
Chissà come la lupa disabile avrà iniziato a fare da “balia” all’interno del branco, aiutando le madri a crescere i loro figli, forse perché il lupo è sempre più in difficoltà, continuamente attaccato dall’uomo, il suo peggior nemico. Ebbene, l’uomo ha molto da imparare dal lupo.
Le nostre storie su Quattro Zampe
Tutte da leggere le nostre storie sui lupi, pubblicate sul mensile Quattro Zampe. Da quella del lupo gravemente ferito da una trappola da frodo, in Abruzzo, sottratto alla morte in extremis grazie alla task-force Parco Sirente Velino, Corpo Forestale dello Stato e Università di Teramo (pubblicato su Quattro Zampe di aprile 2010) alla storia del lupo Navarre, impallinato dall’uomo, ridotto in fin di vita, salvato con la respirazione bocca a bocca dal Centro Tutela Fauna Monte Adone. Dulcis in fundo: la storia della lupa Petra, salvata e liberata dallo stesso centro di Monte Adone e che ora corre libera e felice anche per Navarre, il più possibile lontano dall’uomo. Si spera.
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