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Sulle ali dell’avventura

di Valentina Romanello

Sulle ali dell'avventura
Per la distanza Sprint è previsto un minimo di due cani (per 4-5 km), ma si può arrivare a otto per slitta, che percorrono 15 km

Lo scorso gennaio, sul Monte Bondone in provincia di Trento, la sfida sulle slitte (ma anche sugli sci da fondo) del Campionato di Sleddog Fidasc ha assegnato il titolo italiano in discipline sportive che sono pura passione per i cani e rispetto della loro vera natura

Resistenza. Fedeltà. Intelligenza”. Tre parole, quelle incise sotto la statua newyorchese dell’eroico Balto – il celebre Husky che salvò una città alaskana dalla difterite, trasportandovi su una slitta l’antitossina –, che racchiudono la vera essenza (con le relative esigenze) dei cani da slitta e di quello che, per renderli felici e realizzati, dovrebbe essere il loro mondo: tra la neve, a correre in muta, collaborando con l’amato conduttore, ma anche capaci, in caso di necessità, di prendere autonomamente importanti decisioni.

Sulle ali dell'avventura
Nelle categorie aperte ai cani non nordici ci sono soggetti meticci che hanno sangue e grinta (e a volte occhi) di campoini da slitta.

Lo Sleddog di oggi – l’attività delle corse con la slitta – è un salto nel passato per valorizzare una memoria storica (e genetica) che chi ama questi cani non vuole e non può dimenticare. E allora ci si allena, si compete, si supera o si viene superati dagli altri equipaggi, magari si perde la medaglia, ma in una gara di Sleddog il premio è assicurato a ogni cane…

Articolo pubblicato su Quattro Zampe di Marzo 2023

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