Gli “agenti speciali” della Guardia di Finanza

di Maria Paola Gianni

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Viaggio “dietro le quinte” nell’aeroporto di Fiumicino per vedere come operano i Pastori Tedeschi della Guardia di Finanza, tra cargo merci, bagagli, passeggeri, aerei e simulazioni varie.

Roma, aeroporto di Fiumicino. Gina, splendido Pastore Tedesco di tre anni, raspa con vigore le zampe su una valigia. Non si ferma. Prosegue con insistenza, completamente concentrata, come se volesse aprire quel bagaglio “sospetto”. È il segnale: indica che dentro c’è della droga. Poi finalmente arriva la meritata ricompensa: l’ambito manicotto, altro non è che un semplice asciugamano arrotolato, senza nessuna sostanza. Per il cane è un gioco, per noi una garanzia di sicurezza e tutela dalla malavita.

Agenti davvero speciali

Raccontiamo con dovizia di foto e di particolari la scena, grazie alla disponibilità della Guardia di Finanza che ci mostra, con simulazioni varie, come questi deliziosi “agenti speciali” operano coi loro conduttori. Massima la cortesia e l’accoglienza organizzata dal colonnello Francesco Frattini, comandante del Gruppo Fiumicino, che ringraziamo. Lui stesso ci snocciola dei dati: “abbiamo competenze sia a Fiumicino che a Ciampino: quattro i nuclei operativi, tre antidroga e uno antiterrorismo, e due le squadre cinofile. In particolare, per controlli antivaluta, anticontraffazione, antiterrorismo e antidroga. In quest’ultimo settore i cinofili operano sia tra i passeggeri che nell’area cargo merci, specie agli arrivi. Lo stupefacente arriva soprattutto dal Sud America, destinazione Italia. Quattordici unità antidroga sono utilizzate tutti i giorni, per oltre trentasei milioni di passeggeri l’anno solo a Fiumicino, e cinque milioni a Ciampino”.

Intensa attività h24

Ma partiamo dall’inizio. Arriviamo a Fiumicino: ad attenderci sono il maggiore Alessio Sgamma, comandante del 1° Nucleo Operativo Gruppo Fiumicino e dal maresciallo capo Nicola Gentile, istruttore cinofilo comandante della II squadra, diretta dal colonnello Frattini. Tra cargo merci, bagagli, passeggeri, aerei, simulazioni varie, ci mostrano tutte le numerose fasi di un’intensa e articolata attività h 24, a garanzia della sicurezza pubblica, tutta svolta egregiamente dal Corpo della Guardia di Finanza.

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Il canile e i turni

Iniziamo il nostro viaggio dal canile, ben tenuto, i box sono in ordine, di fronte c’è un ampia area verde per lo sgambamento. Come ci spiegano, non c’è nessuna differenza tra maschi e femmine, vengono addestrati entrambi, senza distinzione.

I turni delle unità cinofile (coppie uomo-cane) sono di sei ore, in pratica ciascun cane segue lo stesso orario di lavoro del rispettivo conduttore. Poi il finanziere “stacca” e di conseguenza anche il cane di riferimento, per essere entrambi sostituiti da una nuova coppia a sei zampe.

Di solito le unità cinofile operano in due coppie (due cani e due finanzieri) per permettere ai quattro zampe di riposarsi a fasi alterne e garantire la completa copertura del servizio. La capacità di concentrazione massima del cane, infatti, scende dopo circa venti minuti, dopodiché l’animale ha bisogno di rilassarsi e di giocare, per poi tornare nel pieno delle sue capacità mnemoniche e mentali. Intervenendo in due unità, dunque, l’una sostituisce l’altra tra riposo e lavoro.

L’addestramento

L’addestramento, a Castiglione del Lago, dura circa sei mesi per il cane (i Pastori Tedeschi cominciano fin da cuccioli), e nove mesi per il finanziere (in particolare, il corso base di addestramento da finanziere dura nove mesi). In pratica il corso relativo ai cinofili dura circa sei mesi, lo stesso identico periodo del cane, perché è il finanziere il “futuro” cinofilo che addestra il quattro zampe col quale andrà in servizio a reparto: tra di loro ci dovrà essere massima intesa e complicità.

Premio e rinforzo positivo

Sfatiamo subito un falso luogo comune. I cani antidroga della Guardia di Finanza non sono drogati, né ricercano le sostanze stupefacenti perché in crisi di astinenza. A parte che molte esercitazioni avvengono con la droga sintetica, se l’animale venisse a contatto diretto con sostanze stupefacenti rischierebbe la vita o lo stato di salute. Il cane in azione è attratto dall’odore della sostanza stupefacente, ma è addestrato solo per scovarla: esclusivamente in questo caso sarà premiato. Sono cani capaci a riconoscere e segnalare la presenza di prodotti cannabinoidi, oppiacei, cocaina e derivati, ecstasy, allucinogeni e anfetamine.

Come spiega ancora il maresciallo Gentile, istruttore cinofilo comandante della II squadra, “il cane prima segue la persona poi ci fa capire che nel suo bagaglio c’è qualche cosa, in seguito viene premiato col manicotto, è solo un asciugamano arrotolato, senza droga, senza nulla. Inizia così la fase del gioco, come rinforzo positivo, per venti minuti, chiamata tira e molla, in cui il cane passa del tempo col proprio conduttore, una sorta di competizione uomo-animale, per soddisfare l’istinto predatorio del cane”. Sono quattro zampe che lavorano in media nove anni, costantemente seguiti dai veterinari del Corpo. Una volta “in pensione” passano la vita in famiglia, col proprio conduttore, oppure, quando ciò non è possibile, grazie a un’adozione del cuore, promossa dalla Guardia di Finanza, trovano una casa. Sono cani-eroi, a loro va riconosciuto il massimo comfort. Sempre.

Guarda il video

Ecco il  video che abbiamo girato durante le operazioni di questi splendidi “agenti speciali”, pronti a fiutare la droga e a segnalarla con l’inseguimento del soggetto e poi raspando le zampe sul bagaglio “incriminato”. Una specie di occhio del “Grande Fratello” che mostra come intervengono “dietro le quinte”. Si vede bene l’arrivo di un figurante con la valigia contenente la droga e come il cane sa farsi capire al volo. Poi il meritato premio: per loro è solo un gioco. I cani fiutano lungo il nastro bagagli, negli aerei ritenuti “a rischio”, tra i passeggeri…

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Di Maria Paola Gianni (Riproduzione vietata)

Foto Corrado Bonomo

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