Europei di agility, il sogno diventa realtà

di Redazione Quattrozampe

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Agli Europei di agility, magistrale performance della squadra azzurra “The Doc Friend’s”, formata da Ruggiero Rociola con Albireo, Andrea Occhini con Giò, Carlo Fazio con Hindia e Alfonso Sabbatini con la sua infallibile Milù

Ci sono voluti cinque Europei di fila per coronare il mio sogno, ci sono voluti quattro cani forti e generosi per salire sul tetto d’Europa e ci sono voluti tre compagni di squadra eccezionali per vivere questa magia che resterà scolpita per sempre nella storia dell’agility italiana. Vice Campioni d’Europa la dice lunga perché quest’anno a Neeroeteren, una bellissima cittadina a nord del Belgio, l’Eo 2013 (European open di agility) era molto più importante del mondiale, poiché, visto il flop del campionato del mondo sudafricano, l’appuntamento per tutto il pianeta internazionale dell’agility è stato proprio in questa gara che ha vantato la partecipazione di ben 800 cani e di tutti i più forti binomi mondiali.

Lo scenario delle ricognizioni era davvero di un altro pianeta: il muovermi in mezzo al campo a cercare le linee più corrette da far percorrere alla mia Milù, sfiorando i mostri sacri dell’agility, come la campionessa del mondo Lisa Frick, il fantasioso francese Gregory Bidalot, la tedesca Krisztina Kabai, la polacca Tereza Kralova, il croato Alen Marekovic, la pluricampionessa svedese Jenny Damm, la campionessa slovena Silvia Trkman, la bravissima russa Tumanova, il giovane campione francese Jérémy Chomienne , i finlandesi Jaakko Knuutti e Janita Leinonen campionessa individuale large e la slovena Polona Bonac, solo per citarne alcuni, mi fa venire ancora i brividi e mi induce a pensare che si è trattato solo di un bellissimo sogno.

L’ambita coppa

Invece no, mi giro intorno e vedo i nostri video su facebook, commenti bellissimi, messaggi carichi di felicità e poi lei… l’ambita coppa che mi riporta alla straordinaria realtà dell’impresa. Tutto ha avuto inizio alla fine delle selezioni di questo fantastico europeo, dove ho cercato di costruire la mia squadra coinvolgendo amici che, secondo me, potevano unirsi e formare un team allegro divertente e competitivo.

Ho esaudito subito il sogno del mio carissimo “pupillo” Ruggiero Rociola (con il suo Border Collie Albireo) che durante uno dei tanti seminari fatti assieme mi aveva espressamente detto che il suo sogno in agility era quello di partecipare a un campionato europeo in squadra con me, ed io, onoratissimo, ho colto l’occasione per accontentarlo ben conscio che avrei portato in questa squadra il classico genio e sregolatezza che ha messo a punto giri da manuale e da brividi. Sabbatini con i suoi cani

Gli altri due componenti della squadra non hanno bisogno di presentazioni, perché sono al top delle classifiche italiane, il mitico “doc” (il dottore) Andrea Occhini con la fantastica Giò ed il “comBagno” di sempre Carlo Fazio con la giovanissima Hindia. I tre hanno subito accettato e non appena trovato il nome della squadra “The Doc Friend’s”, in onore del mitico campione Andrea, abbiamo iniziato ad allenarci e a preparare al meglio questo evento. Ci siamo ritrovati un giorno ad allenarci assieme e dopo una pizza finale ci siamo promessi impegno e volontà nel provarci.

Appuntamento in Belgio, il mercoledì 24 luglio per i classici saluti con tutta la squadra capeggiata dal grande coach Angelo Lione, alla sua ultima apparizione da Team Leader, per poi ritrovarci, il giorno dopo, alle consuete routine come le visite mediche, la prova campo, con il grandissimo Arnaldo Benini in prima linea ad aiutare lo svolgimento degli allenamenti e la parata iniziale che apriva ufficialmente l’evento.

Emozione a fior di pelle

Mi soffermavo a guardare gli occhi lucidi e pieni di emozione di Ruggiero che come un bimbo davanti ad un luna park, ammirava con gioia tutta la festa di apertura. Imponente la coreografia di tutte le nazioni che sfilavano con i loro atleti a sei zampe per tutta l’arena esibendo vessilli, bandiere e colori di un mondo fantastico qual è l’agility. Apriamo le danze il venerdì con le squadre con un percorso di agility tecnico e veloce per poi concludere le qualificazioni con un jumping altrettanto bello e degno dell’evento. Non facciamo l’amplein, poiché collezioniamo qualche piccolo errore, ma sicuramente facciamo un’ottima figura davanti agli extra terrestri. Solo la sera escono le classifiche delle squadrefinaliste e l’Italia ne piazza addirittura tre su quattro (ogninazione presenta quattro squadre) a significare l’elevato tasso tecnico nell’agility made in Italy.

Il giorno fatidico

Dopo una giornata fatta di festeggiamenti, arriva il fatidico giorno della finale: domenica 28 luglio. Il giro è un’entusiasmante staffetta con quattro percorsi che si intersecano tra loro numerati diversamente. Ci schieriamo sui quattro start, il primo a partire è Andrea con la sua Giò che pianta un giro da manuale, gli viene però assegnata una discussa zona di passerella in ingresso, ma gli applausi per loro sono immensi, è la volta del “genietto” Ruggiero, alla sua primissima gara internazionale, che con Albireo fa un netto da paura che fa sognare l’Italia. Fischio e parte Carletto con Hindia, sembra un chirurgo, impeccabile il loro giro su un percorso pieno di insidie che si conclude con un netto pari a una punizione magistrale di Michel Platiny.

Milù ed io

È la volta mia e di Milù. Prima di partire mi assale l’angoscia del fischio iniziale e della falsa partenza. Incurante di ciò e per guadagnare metri, metto il cane seduto davanti allo start e mi sposto al secondo ostacolo. Arriva finalmente il fischio del giudice e partiamo. La prima parte del percorso la percorriamo in totale controllo per evitare di regalare inutili metri agli avversari, fino ad arrivare a un pezzo velocissimo in cui la piccola Milù, ad una velocità impressionante e da una distanza di circa venticinque metri, imbocca da sola, in invio, uno slalom che ha quasi fatto venir giù il palazzetto dal boato. Io me la sono goduta da spettatore e guardando quell’ingresso di slalom ho ripercorso gli anni di preparazione e tutte le volte che sfidavo i miei amici a chi era capace di inviare il proprio cane sullo slalom restando fuori dal campo!

Intesa al top

Il giro prosegue alla perfezione fino all’ultimo salto, resto appositamente indietro con la conduzione ed invio Milù verso il traguardo, ma accade l’imprevisto e lei rifiuta, sicuramente per una mia errata posizione corporea, l’ultimo salto, intendendo di doverlo affrontare al contrario, in me cade il gelo e la consapevolezza che avrei gettato all’aria l’europeo dei miei compagni, la freddezza e la consapevolezza di poter riuscire a salvare l’impossibile, ma soprattutto il magico rapporto che ho con la mia Milù ha fatto in modo che lei non affrontasse l’ostacolo al contrario (credetemi è stato come togliere un gelato a un bambino senza farlo piangere). Milù è tornata sulla linea giusta ed ha affrontato ottimamente l’ultimo salto.

201310b_QZCon questa prestazione balziamo al comando della classifica generale provvisoria e con i nostri cani ci godiamo le restanti squadre. La Russia, che ci ha battuto solo perché ha fatto una sola penalità, ha avuto un tempo superiore al nostro e, anche se non lo dovrei dire, il giudice gli ha letteralmente regalato una zona dicontatto nettamente saltata. Prima la Russia, seconda l’Italia e terza la Slovenia. L’europeo termina con un doppio giro di campo tra l’ovazione del pubblico e la consapevolezza di essere riusciti a compiere un’impresa. La mia felicità è quella di essere riuscito a coronare il sogno di Ruggiero e di aver fatto felice i miei compagni di squadra Carletto e Andrea e tutti i miei sostenitori che hanno sempre creduto in noi.

La mia piccola Milù è super

La mia piccola Milù è stata super e mi ha dato l’anima, veramente non saprei come ripagarla! Questo podio ci sta stretti, ma siamo ugualmente felici perché siamo riusciti a portare con noi sul secondo gradino d’Europa, seppur con un cartello rappresentativo, tre cani atleti che sono tragicamente scomparsi… Moon, Pepper e Tarak questo podio è tutto vostro!

Di Alfonso Sabbatini

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