Agility: i consigli di un astro nascente
Ecco la storia di Francesco e Martin e la loro ascesa nell’agility.
“La mia favola con il mio Border Martin continua. Ho iniziato lo scorso fine ottobre in un centro della provincia di Milano. Prima con un corso di educazione e un assaggio di agility un po’ spartana. Infine, ‘approdando’ al Free Dogs, ho imparato la gestione corretta del cane, finalizzata alla comunicazione e conduzione del cane, per poi passare all’agility vera e propria, alla velocità e rapidità di pensiero e movimento”.
A parlare è Francesco Pullella, promessa dell’agility, che fa coppia fissa con il suo amatissimo Border Collie Martin: entrambi si allenano al Free Dogs Agility Team Varese, dove vivono con entusiasmo l’agility e il rapporto quotidiano uomo-cane. Un sentimento diffuso in molti dei giovani che frequentano il centro.
Francesco, presentiamo ufficialmente il tuo compagno di squadra? Come si chiama e da quanto tempo vivete assieme?
Il mio amico si chiama Martin, uno splendido maschio di Border Collie preso dall’allevatrice Valentina Balli, che non finirò mai di ringraziare per avermi dato il formidabile Martin, col quale vivo insieme dal novembre 2014.
Quando avete iniziato pensavi di potervi spingere fino a questo punto?
Assolutamente no, però vedevo che il mio amico aveva una buona dinamicità, tanta voglia di “fare” e io mi sono adeguato e rimesso in gioco. In tutto ciò, tu Alfonso, in qualità di nostro istruttore, hai avuto un ruolo determinante, perché con maestria e tanta pazienza hai iniziato a farci innamorare di questa disciplina, che mi ha molto affascinato ed oggi mi sta dando grandi soddisfazioni.
Quali sono i vostri obiettivi in termini di gare?
Martin ed io non abbiamo ancora iniziato con le gare e, sinceramente, non vediamo l’ora di debuttare. L’obiettivo che mi prefiggo è di riuscire a fare una bella gara in cui risulti l’intesa e il sincronismo con il mio Martin e, perché no, un percorso pulito che gratifichi l’impegno di entrambi e la tua grande professionalità di nostro coach.
Credi davvero che l’agility sia uno sport per tutti?
Come tutti gli sport che si rispettino, anche l’agility ha dei canoni da rispettare: sia il conduttore che il “condotto” devono godere di buona salute. Poi sicuramente alla base di questa disciplina penso ci voglia un buon allenamento fisico, tanta passione, fare il tutto con tanta allegria divertendosi e facendo divertire il nostro amico a quattro zampe.
Quante volte vi allenate a settimana e che tipo di preparazione fate?
Una o due volte a settimana, per ora. Si inizia con un po’ di riscaldamento a bordo campo, si procede con la ricognizione del percorso, per poi passare all’allenamento vero e proprio: ostacoli, tubi, out, in, aeroplanino, cambi di direzione.
Durante l’esercitazione si correggono posture delle spalle e delle braccia e comunicazioni verbali col cane. Molta attenzione va data all’aspetto psicologico di fine esercizio che, com’è giusto che sia, prevede tante coccole per il cane e altrettanti gratificazioni per i frutti raccolti dopo tanto impegno e sacrificio.
Che consiglio daresti a chi prende un cane solo per compagnia?
Ogni amico peloso a quattro zampe che si decida di accogliere in famiglia ha delle esigenze che bisogna “ascoltare” e percepire. Al nostro amico quattro zampe bisogna dedicare il giusto tempo, rispettare i suoi spazi, accudirlo con amore, stimolare le attitudini dettate dalla razza di appartenenza e soprattutto cercare di ricambiare il suo infinito amore. Se si decide di prendere un cane per il solo piacere di avere una compagnia è davvero poco.
Visto che l’agility, unisce, consolida e rallegra il rapporto tra cane e conduttore, come vivi il tuo cane fuori dal contesto sportivo?
Tra Martin e me c’è una grande intesa e tanta complicità. Fuori dal contesto sportivo cerco di passare con lui più tempo possibile: facciamo lunghe passeggiate nel verde dei parchi o anche nei centri commerciali tra la gente e in presenza di altri cani. È chiaro che Martin, quando incontra qualche cagnolina, si lancia subito in una sfrenata danza di corteggiamento: è una sagoma.
Lui vive in casa, tutti, in famiglia, rispettiamo il suo spazio e i suoi tempi. La sua presenza è sempre molto discreta e mai invasiva.
Prima di affrontare un percorso di agility con il tuo cane, a cosa pensi e soprattutto, appena finisci il giro, cosa fai?
Mi auguro di aver memorizzato bene il percorso per non far sbagliare il mio amico. Allafi ne, comunque vada, abbraccio il mio Martin, lo premio col suo giochino preferito. Mi confronto col mio coach e prendo coscienza di eventuali errori di percorso.
Cosa manca all’agility per essere riconosciuto sport a tutti gli effetti dal Coni?
Ha tutti i requisiti per diventare un vero sport e mi chiedo come mai ancora non lo sia. Quello che manca, secondo me, è l’attenzione di tutte le istituzioni e su questo credo ci si debba battere tutti.
Francesco, auguro a te e al tuo amico Martin una vita piena di successi, ma soprattutto di indissolubile legame.
Buona agility a tutti, Alfonso
A cura di di Alfonso Sabbatini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© Riproduzione riservata.