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Bocconi avvelenati: ecco il cane che li scopre

di Redazione Quattrozampe

Bocconi avvelenati

Tra le molte brutture del nostro Paese ce ne sono alcune che ci lasciano sempre allibiti e sono le crudeltà nei confronti degli animai, cani e gatti o da affezione che siano, anche quelle subdole, come il lasciare per terra bocconi avvelenati. Purtroppo questo fenomeno non si limita solo alle zone di città ma anche ai capi e ai boschi, anche nelle zone dove si raccolgono i tartufi. Proprio dal Molise arriva però una buona notizia: cani da tartufo addestrati e impiegati dalla Corpo Forestale per individuare i bocconi avvelenati.

Africa il cane antiveleno

Si chiama Africa il primo cane che quest’estate è uscito in perlustrazione sulle montagne del Molise alla ricerca di bocconi avvelenati. Proprio qui, nei territori della ricerca ai tartufi, molti individui senza scrupoli cercano di eliminare i cani che cercano il prezioso tubero. La prima uscita di Africa è stata soprattutto una dimostrazione pratica, un’esercitazione. Che però serve come esempio di quello che si potrebbe fare. Se oggi Africa presta il suo aiuto per limitare le “faide tra tartufai”, un domani il suo esempio potrebbe essere usato per rintracciare la presenza di bocconi avvelenati anche in aree urbane o di campagna che costano la vita a randagi e animali selvatici.

Bocconi avvelenatiBocconi avvelenati e lotta al crimine

“Spesso ci sono vere e proprie faide interne al mondo dei tartufai – spiegano i Forestali – che si contendono aree di raccolta e che per eliminare la concorrenza fanno ricorso a metodo distruttivo e pericoloso. Questo progetto è quindi finalizzato a contrastare l’uso di esche e bocconi avvelenati, una pratica illegale e barbara che ogni anno causa la morte di centinaia di animali, sia selvatici che domestici”. I cani antiveleno della Forestale, utilizzati anche in altre regioni d’Italia per scopi diversi, svolgono ispezioni periodiche nelle aree più a rischio e ispezioni di urgenza nel caso di segnalazione di carcasse o bocconi avvelenati, con lo scopo di bonificare il territorio da eventuale altro materiale avvelenato, prevenendo così altre morti di animali e consentendo di recuperare elementi utili per le indagini.

 

 

Immagini da Shutterstock.com

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