Pubblicità
Pubblicità

Comunicare con il cane: l’importanza del tono di voce

di Redazione Quattrozampe

Comunicare con il cane: l'importanza del tono di voce

testo e foto di Diana Lanciotti

Pubblicità

fondatrice del Fondo Amici di Paco, associazione nazionale per la tutela degli animal

  Come ribadisce l’educatore Demis Benedetti, è importante conoscere le qualità naturali del cane (tempra, temperamento, possessività, docilità, combattività), caratteristiche che sono naturalmente insite in ogni quattro zampe, anche se a livelli diversi a seconda della razza, della genetica, dell’ambiente. È davvero nocivo, invece, cercare di comprimerle o, peggio, sopprimerle. “Se gli istinti e le qualità naturali del cane”, spiega Demis, “vengono compressi, da qualche parte devono sfogarsi. Il rischio è che si convertano in aggressività o comunque in comportamenti pericolosi. È invece importante canalizzare queste qualità del cane, insegnargli a modularle, a gestirle, senza che sfocino in atteggiamenti patologici”. L’esempio è quello del cane con un alto livello di temperamento e quindi facilmente eccitabile, che andrà fatto giocare (sbagliato impedirgli di giocare!) evitando di sovreccitarlo, ma aiutandolo a dosare le sue forze e le sue energie. “Solo così gli si dà equilibrio e gli si impedisce di mettere in atto comportamenti parossistici e reazioni inaspettate”. Grazie all’esperienza trentennale con i cani e alla sua passione profonda per loro, Demis riesce sempre a comunicare con chiarezza e immediatezza. Moltissimi i rimandi al “rispetto”, come base di un rapporto di fiducia reciproca.

Non la parola, ma il tono di voce

Grande attenzione va prestata ai diversi toni con cui comunicare al cane (che, ricordiamoci, non conosce il nostro linguaggio parlato) le nostre intenzioni, a seconda dell’occasione e del risultato che si vuole ottenere. “Non conta la parola in sé, ma il tono di voce con cui la si pronuncia. Quello che conta è che io usi un tono diverso a seconda del momento: il momento della lode, il momento della tecnica (cioè quando devo dare un ordine “di servizio” al mio cane: seduto, terra, eccetera, n.d.r.), il momento della correzione (quando un comportamento sbagliato del cane va ripreso con la voce per evitare che il cane lo ripeta, n.d.r.)”. Facendo un paradosso, si potrebbe anche usare la stessa parola per le tre diverse situazioni (lode, tecnica, correzione), adottando un tono di voce ogni volta diverso. Ma, dato che il cane stando al nostro fianco ha imparato nel tempo a percepire anche il significato delle singole parole, è preferibile usare un termine diverso per ogni “comando” o tipo di comunicazione.

© Riproduzione riservata.