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Condannati i vertici di Green Hill

di Redazione Quattrozampe

Cuccioli salvati da Green Hill

Una sentenza storica che segna una straordinaria vittoria per gli animali. Il 23 gennaio sarà la Giornata della Memoria dell’animalismo“. Queste le parole con cui la presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, il 23 gennaio presente in aula a Brescia per assistere al verdetto del processo Green Hill, commenta a caldo la condanna di tre dei quattro imputati a complessivi quattro anni e due mesi di reclusione. I beagle, confiscati, restaranno felici nelle abitazioni degli adottanti e non conosceranno più le gabbie dei laboratori. “Con la sentenza di oggi – aggiunge Rocchi – si chiude la triste stagione degli allevamenti dei beagle da laboratorio“.

La Rocchi prosegue: “Animali che venivano trattati alla stregua di merci e non come esseri senzienti e che, in quanto tali, vedevano calpestato il loro diritto a una vita comunque dignitosa a prescindere dal fatto che fossero destinati alla sperimentazione. Questa sentenza è importantissima proprio perché afferma in modo inequivocabile che nessun essere vivente può essere costretto in condizioni di sofferenza e di deprivazione, tanto più se ciò avviene come conseguenza di un impiego per attività umane“.

Proprio per questo motivo l’Enpa si è costituita parte civile nel processo Green Hill, rappresentata dall’avvocato Valentina Stefutti. Questo pronunciamento si spera possa rappresentare un primo vero passo per superare tutte quelle situazioni di inaccettabile sfuruttamento degli animali.

Queste le condanne:

  • Renzo Graziosi, veterinario dell’allevamento e Ghislane Rondot, co-gestore di “Green Hill 2001” entrambi condannati a 1 anno e 6 mesi;
  • Roberto Bravi, direttore dell’allevamento condannato a un anno più risarcimento delle spese;
  • Sospensione dalle attività per due anni, per i condannati, e confisca dei cani;
  • Assolto Bernard Gotti, co-gestore di “Green Hill 2001”.

Queste condanne non sarebbero state possibili senza la Legge 189 del 2004, fortemente voluta sostenuta dalla LAV. Queste le dichiarazioni di Gianluca Felicetti, presidente della LAV: “La sentenza di condanna di Green Hill è un riconoscimento a tutte e tutti coloro che in tanti anni hanno partecipato a manifestazioni a Montichiari e in tante altre parti d’Italia e del mondo, hanno digiunato, firmato petizioni, realizzato inchieste giornalistiche, presentato denunce, scavalcato barriere fisiche e ideologiche che difendevano l’indifendibile sapendo bene che “Oltre il filo spinato di Green Hill”, la vivisezione esiste ancora e uccide quasi 3000 animali al giorno, tutti i giorni, solo nel nostro Paese, e non da alcuna risposta positiva alla nostra salute: per questo la nostra battaglia è continua”.

Fonte: www.enpa.it e www.lav.it

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