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Festa del Gatto, ecco sua maestà

di Valentina Maggio

Festa del Gatto, ecco sua maestà

Il 17 febbraio si celebra una ricorrenza davvero speciale: la Giornata internazionale del gatto. Ma perché questa data? Diverse le tesi. Secondo quella più accredita le associazioni animaliste nel mondo hanno voluto scegliere febbraio perché ritenuto il mese dominato da Urano, pianeta degli spiriti liberi e indipendenti, della sregolatezza, proprio come il gatto. E perché il 17? Semplicemente per il fatto che l’anagramma del numero romano 17 è “VIXI” e solo il gatto, che ha sette vite, può dire “ho vissuto”, da vivo. In varie città d’Italia si festeggia questa giornata con iniziative artistiche o di solidarietà a favore dei mici di casa e non solo. Questa ricorrenza si celebra in diverse parti del mondo, ma a volte non cade sempre il 17 febbraio e nel 2002 the International Fund for Animal Welfare fissò come World Cat Day l’8 agosto.

Etimologia della parola “gatto”

Gli antichi egizi chiamavano il gatto con il termine onomatopeico del suo miagolio, Miou o Myeou, corrispondente alla trascrizione fonetica del geroglifico del micio. La gatta era Techau, come risulta dal nome inciso sulle statue funerarie custodite nelle sepolture delle donne protette nell’oltretomba dalla dea con il corpo di donna e la testa di gatta Bastet. Partendo dal termine Techau, i Copti (cristiani d’Egitto e dell’Abissinia) diedero al gatto il nome Chau tramutato successivamente in Chaus per indicare un grosso gatto selvatico abitante dell’Egitto e dell’Asia.
Nel V secolo a.C. lo storico greco Erodoto conobbe il gatto e cambiò il nome dall’onomatopeico Myeou al termine greco Ailuros che significa “dalla coda mobile”. Ben presto questo termine fu rimpiazzato da Gale, termine greco usato per la donnola, e poi scelto dai greci per rappresentare il gatto. Roma antica indicava il gatto selvatico con il termine Felis e da questo temine deriveranno le attuali parole felino e felide.

Estratto Quattro Zampe febbraio 2020

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