Finalmente potranno venire a trovarci in ospedale!
Gli ospedali della Toscana aprono le proprie porte alle visite a quattro zampe: gli animali domestici registrati all’anagrafe e che vivono con il degente possono fargli visita. Ne abbiamo parlato qui. Vediamo come si evolve la cosa nel resto d’Italia.
Proposte anche per Friuli e Lombardia
La Toscana non è l’unica regione pronta al cambiamento. Anche il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, infatti, ha approvato all’unanimità le modifiche alla legge regionale 20/2012. Tra i vari emendamenti c’è quello che riguarda l’accesso degli animali da affezione nelle strutture residenziali e ospedaliere regionali, pubbliche e private accreditate, qualora sia previsto dalla Direzione sanitaria. Una proposta di legge è, invece, nel calderone per la Lombardia, dove è stato presentato dalla lista Maroni un progetto regionale al fine di tutelare gli animali d’affezione e contrastare il randagismo. Tra le novità il libero ingresso dei cani in tutta la Regione, inclusi gli ospedali pubblici e privati, accreditati anche dal Servizio Sanitario Regionale, “nel rispetto delle disposizioni e dei criteri individuati e disciplinati dalle direzioni sanitarie”. Lara Magoni, campionessa bergamasca di sci e Consigliere regionale del Gruppo Maroni Presidente, è colei che ha presentato il progetto in Regione e che, a tal proposito, ha ricordato il gesto fatto dai medici quando il marito era ricoverato in un hospice di Milano. “Gli animali non erano ammessi, ma permisero comunque a Roberto di stare un po’ col nostro cane”. L’obiettivo è che questa diventi la regola in tutte le strutture ospedaliere, e non l’eccezione, vista ormai anche l’importanza della pet therapy.
Opportunità di sollievo
Ma la regione Emilia Romagna ci aveva già pensato più di un anno fa, nel marzo 2013, quando per la prima volta in Italia, aveva approvato una legge che introduceva la possibilità di far riunire i pazienti con i propri animali. “La presenza dell’animale agisce sul benessere fisico e psichico del malato”, aveva detto l’allora Assessore alla Sanità Lusenti. “È importante e innovativo l’articolo che introduce la possibilità per la persona ricoverata di vedere il proprio animale da compagnia all’interno delle strutture di cura pubbliche e private accreditate nelle ore di visita. È questa una opportunità di portare sollievo, soprattutto nei casi di lungodegenza o nelle fasi più avanzate della malattia”. Un regolamento stabiliva la gestione degli animali all’interno della struttura. “Non si potranno tenere cani e gatti in ogni caso in terapia intensiva, in chirurgia e traumatologia d’urgenza, nei reparti o nelle stanze di isolamento, nei centri trapianto e tra i grandi ustionati, nei centri dialisi, in ostetricia e nursery e in altre zone particolarmente delicate degli ospedali. Per l’accesso degli animali, il paziente o i suoi familiari dovranno fare richiesta scritta alla direzione sanitaria della struttura ospedaliera”.
a cura di Federica Forte
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