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Reati contro gli animali: in aumento in Italia

di Redazione Quattrozampe

Reati contro gli animali

Ogni ora, in Italia, una Procura apre un fascicolo d’inchiesta per reati contro gli animali. Il ritmo dell’attività inquirente è di un indagato ogni 90 minuti.

Sono i dati che emergono dal rapporto sulle “Zoomafie – Crimini organizzati contro gli animali” realizzato come ogni anno dalla Lav che, fin dal 1998, ha istituito l’Osservatorio nazionale zoomafia.

Ebbene, anche per il 2016 i cani compaiono troppe volte nel ruolo di vittime fra traffico di cuccioli, combattimenti clandestini e quant’altro.

Dall’analisi dei dati delle Procure (prendendo in esame un campione di Procure di cui sono disponibili i dati sia per il 2014 che per il 2015), si evince che nel 2015 c’è stato un aumento del 3% dei procedimenti penali per reati contro gli animali, mentre gli indagati sono diminuiti del 4%.

Il reato più contestato è quello di maltrattamento di animali (29,93% del totale dei procedimenti), seguito da uccisione di animali (28,63%).

Tornano i combattimenti

Reati contro gli animaliI combattimenti tra cani rappresentano, nuovamente dopo alcuni anni, una vera e propria emergenza: nel 2015, rispetto all’anno precedente, c’è stato un aumento del 64% dei cani sequestrati e del 110% delle persone denunciate: 46 cani, tra cui 30 pitbull, e 21 persone denunciate, tra cui un minorenne.

A segnalare la recrudescenza del fenomeno, furti e rapimenti di cani di grossa taglia o di razze abitualmente usate nei combattimenti, sequestri di allevamenti di pitbull, pagine internet o profili di Facebook che esaltano i cani da lotta, segnalazioni varie.

Per contrastare il notevole aumento delle lotte clandestine, è attivo il numero telefonico della Lav, Sos Combattimenti: 06.4461206.

Mostruosità umane

Le atrocità che alcuni uomini commettono nei confronti degli animali, peraltro, sembrano non finire mai. Dagli orrori degli allevamenti intensivi (veri e propri lager) ai trasporti, dai traffici illegali ai maltrattamenti nei circhi, dalle “feste popolari” ai palii, dal bracconaggio degli animali selvatici all’abbandono di quelli domestici, non si contano i soprusi della “specie padrona”.

Cresce, però, fortunatamente, anche un movimento che chiede maggiori diritti per gli (altri) animali e che pretende che i diritti che già ci sono vengano rispettati.

Reati contro gli animali prodromo criminalità su persone

C’è, inoltre, sempre maggiore consapevolezza che la violenza contro chi non ha voce è un “evento sentinella”: può cioè essere il prologo e l’antefatto di un comportamento criminale contro bambini, donne, anziani.

Una consapevolezza presente in Italia e nel mondo. Il 2016, ad esempio, è l’anno di svolta per i crimini contro gli animali negli Usa. Il Federal Bureau of Investigation (Fbi) ha iniziato a tracciare i protagonisti di questi reati, i comportamenti criminali, il modus operandi degli autori, e sta dando vita al primo database al mondo su questi crimini.

Chi maltratta gli animali è un potenziale criminale: ora c’è la prova scientifica

Il maltrattamento sugli animali è un fenomeno “spia” di pericolosità sociale e comportamenti criminali. A provarlo per la prima volta in modo scientifico è uno studio di quest’anno condotto dal Nirda (Nucleo investigativo per i reati in danno agli animali) del Corpo forestale dello Stato e dall’associazione Link-Italia effettuato nelle carceri italiane, grazie alla collaborazione del Dap (il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria).

reati contro gli animaliLo studio è stato condotto su un campione di 537 detenuti per reati diversi.

Di questi l’87% da minorenne ha maltrattato, ucciso o assistito a maltrattamenti e uccisioni di animali. Il 64% dei detenuti ha maltrattato animali da adulto e tra questi ultimi quasi la metà aveva già maltrattato animali da minorenne.

Questo studio”, spiega la presidente di Link – Italia Francesca Sorcinelli, “è molto significativo perché consente oggi di affermare in modo scientifico che la stretta correlazione esistente tra maltrattamento e uccisione di animali, violenze interpersonali e lo sviluppo di ogni altro comportamento antisociale criminale è un fenomeno assolutamente vero in termini scientifici e non più solo attribuibile a percezioni o intuizioni personali date dal buonsenso. Oggi è un dato scienti co incontrovertibile no a prova scienti ca contraria”.

Ma quali ragazzate?

Lo studio, che ha sommato i dati raccolti nelle carceri con quelli già raccolti in altri ambiti (tra cui centri di recupero dalle dipendenze, comunità per minori e centri di supporto e assistenza alle vitti- me), ha potuto basarsi così su un campione rappresentativo di 942 ‘casi link’.

Da questi casi è stato possibile delineare l’identikit del maltrattatore di animali: maschio nel 96% dei casi e minorenne nel 27%.

“Per questo è molto importante”, ammonisce Sorcinelli, “che i genitori, gli educatori, la società capiscano che il maltrattamento di animali deve essere inibito n da subito con dei messaggi educativi ben precisi. Perché la violenza sugli animali non è una ragazzata ma un fenomeno grave che può andare in escalation”.Reati contro gli animali

Non sono reati minori

Assassini, stalker, partner violenti, esponenti della malavita organizzata e delle gang malavitose hanno spesso in comune un comportamento violento verso gli animali.

Per questo quanto emerso dallo studio”, spiega Donato Monaco, responsabile del Servizio I del Corpo Forestale, “aiuta noi ma aiuta anche chi si occupa di contrastare altre tipologie di reati molto più pericolosi dal punto di vista sociale e incentiva il Nirda nella pro- secuzione dell’opera di contrasto che già sta facendo”.

Vent’anni di ricerche documentano che la violenza inizia spesso ad essere perpetrata sugli animali per allentare ogni rapporto empatico con le creature viventi. Dagli animali all’uomo il salto è breve e drammatico, per la sua violenza e rapidità.

I maltrattamenti contro gli animali non sono un reato minore.

 

 

 

A cura di Edgar Meyer
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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