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Separazioni e divorzi: e il pet?

di Redazione Quattrozampe

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Amati e coccolati fin dall’inizio, a volte finiscono vittime di liti familiari, di separazioni e divorzi. Finché non arriva il fatidico giorno: cane e gatto, che fine fanno? Ecco i casi più frequenti. E soprattutto, vediamo come rendere il distacco il meno doloroso possibile

Che si tratti di cani o di gatti, sono sempre di più le coppie che al momento della separazione si rivolgono a un tribunale per stabilire attraverso la pronuncia di un giudice l’affidamento del loro amico a quattro zampe. Per fortuna sono anche numerosi i casi di affidamento condiviso, nel quale i coniugi responsabili riescono a gestire di comune accordo il povero pet senza ricorrere all’aiuto di terzi, evitandogli traumi e disorientamenti dovuti alle separazioni.

In ogni caso bisognerebbe sempre tenere in considerazione il ruolo che l’amico a quattro zampe ha all’interno della famiglia e agire in modo tale da non creargli ulteriore stress, mettendo da parte orgoglio e strane voglie di vendetta.

Tre milioni di animali contesi

Secondo alcune stime, dei circa 44 milioni di animali domestici presenti sul territorio nazionale, circa tre milioni sarebbero contesi fra i proprietari che si separano. Tra questi si contano: un milione di pesci, e dunque il problema di traumi non si pone, a differenza di ben 450mila gatti e 500mila cani. Nella maggior parte dei casi la strada intrapresa è quella dell’affidamento condiviso.

AIDAA: migliaia le richieste di consulenza

Per riuscire a compiere una scelta oculata, sono migliaia le richieste di consulenza presentate allo sportello animali dell’Aidaa. “Mediamente in Italia il dieci per cento delle famiglie che si separa ogni anno vive con animali, si tratta di un fenomeno vasto”, afferma Lorenzo Croce, presidente nazionale dell’associazione. La stessa ha avviato un corso online “per insegnare alle coppie in fase di separazione a gestire in modo condiviso il proprio animale, evitando di portare in tribunale anche Fido e Micio, e trovando così una soluzione giudiziale che tenga conto, però, anche del benessere degli animali, vittime inconsapevoli delle coppie che scoppiano”. In molte di queste situazioni la soluzione imposta dalla legge è semplice: la persona alla quale è intestato il microchip dell’animale ne è di fatto il proprietario e ne rimane il detentore.

Alcuni casi

E’ quanto è accaduto a Silvia, proprietaria di Marte, splendido meticcio di Pinscher. La ragazza al momento della separazione da suo marito è riuscita a ottenere l’affidamento del cane, il tatuaggio del quale era intestato a lei. E che dire dell’uomo della provincia di Alessandria che dovrà pagare all’ex moglie gli alimenti anche per gli animali domestici? I due coniugi piemontesi si erano separati nel 2007. Lui aveva fatto il diavolo a quattro per portare con sé i loro animali, nove gatti, tre cani e quattro criceti, senza i quali pareva non potesse più vivere. Ma dopo due anni l’uomo è tornato dall’ex moglie e glieli ha riconsegnati, sostenendo di non potere più tenerli per impegni di lavoro lasciando alla donna ben sedici animali da mantenere e accudire. Sarà l’Aidaa, con i suoi legali, ad affiancare la malcapitata nella sua battaglia in tribunale per vedersi riconosciuto il diritto al mantenimento della “prole a quattro zampe”. Presto scatterà anche una denuncia a carico dell’uomo per maltrattamento e abbandono di animali.

Più fortunate Chira e Luna, le due Boxer madre e figlia. Durante l’udienza al Tribunale di Cremona gli avvocati che li rappresentavano in giudizio hanno trovato un accordo che prevedeva l’affidamento di Chira alla “mamma” e di Luna al “papà”, sostenendo ognuno le rispettive spese di mantenimento e cura, e permettendo a entrambi di vedere le due cagnette ogni qualvolta lo desiderassero. Una soluzione che è andata incontro a tutti e due: lei, infatti, era più legata a Chira, lui alla piccola Luna.

Ridurre al minimo il trauma

Al di là delle esigenze economiche e affettive degli esseri umani, proviamo a metterci nei panni degli animali. Nei casi di separazioni, l’allontanamento di un familiare provoca nel cane e nel gatto una sorta di trauma, perché determina la perdita di un punto di riferimento importante, al quale dare e dal quale ricevere attenzioni, affetto e amore. Molto spesso, quando ci si separa, il pet è un ricordo troppo doloroso, rievoca il momento felice di quando lo abbiamo scelto insieme al nostro partner. Ma allontanarlo o escluderlo completamente dalla vita dell’altro coniuge non è la soluzione più adatta. Così come per i figli, occorre agire per ridurre al minimo i traumi derivanti dalle separazioni.

Non alterare la routine…

“Bisognerebbe muoversi per gradi, non alterando la routine quotidiana dell’animale”, spiega Costanza De Palma, la comportamentalista nostra esperta di Qzlife.it, “i cambiamenti repentini e gli sballottolamenti da una casa all’altra provocano in cani e gatti ansia e stress”. Ma a volte anche depressione, apatia, noia e senso dell’abbandono possono essere la conseguenza della separazione dei proprietari. “Il gatto soffre meno una situazione di questo tipo”, continua l’esperta, “perché è più legato all’ambiente in cui vive, quindi, in genere, soffre maggiormente un trasloco piuttosto che l’allontanamento di un membro della famiglia”.

… e neanche la gerarchia

La comportamentalista ci racconta un recente caso di separazione nel quale il cane stava creando problemi al proprietario. “Tra moglie e marito era lei la figura più autoritaria per il cane. Andata via di casa, il quattro zampe è subentrato alla donna con un atteggiamento da capobranco e il proprietario”, continua De Palma, “diventato ormai un gregario per l’animale, non riusciva più ad uscire di casa. Frequenti erano, inoltre, gli episodi di distruzione. E’ stata necessaria una regressione gerarchica guidata per invertire i ruoli e far diventare l’uomo il leader all’interno del nuovo ‘branco’”. L’esperta conferma che situazioni del genere, purtroppo, capitano spesso. Meglio ricorrere subito a un professionista del settore quando, come in questo caso, non si riesce più a gestire la situazione.

Se avete trovato interessante questo articolo, scoprite di più su questo argomento sul numero di febbraio 2014 di Quattro Zampe!

Di Federica Forte

Foto Shutterstock

 

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