Pubblicità
Pubblicità

Stop al taglio di code e orecchie

di Redazione Quattrozampe

taglio di code e orecchie

Si chiamano “caudotomia” e “conchectomia” il taglio di code e orecchie. Ma ora è finita l’epoca dell’impunità: aumentano i controlli grazie a un accordo virtuoso tra Fnovi, la Federazione nazionale degli Ordini veterinari, Anmvi, il sindacato dei veterinari, e l’Enci, l’Ente nazionale per la cinofilia

Comunicano con il linguaggio del corpo

Non stiamo tagliando rami secchi. La scienza e l’etologia ci spiegano ormai da generazioni che i cani comunicano col linguaggio del corpo. E tra le parti cosiddette sociali con cui costruiscono le loro relazioni (con gli uomini e con i loro simili), le loro gerarchie, parlandosi, code e orecchie sono tra le prime a produrre messaggi e linguaggio.

Estetica e ragioni di lavoro

Eppure l’uomo, per ragioni estetiche e per l’impiego dei cani in funzioni “da lavoro”, aveva deciso che code e orecchie dovessero essere troncate, inutile accessorio.

I tempi cambiano, e l’etologia si fa strada nella giurisprudenza e diventa legge.

Che la cultura del rispetto e della scienza facciano, però, fatica a farsi strada, lo dice il fatto che di taglio illegale di code (caudotomia) e orecchie (conchectomia) se ne parli ancora, seppure a distanza di quasi trent’anni dalla Convenzione europea del 13 novembre 1987 per la protezione degli animali da compagnia, ratificata con la legge 201 nel 2010 (articolo 10), e passata non inosservata attraverso ordinanze ministeriali, e successive circolari del ministero della Salute basate su pareri, a volte contrastanti e non vincolanti del Consiglio superiore di sanità (citato dai sostenitori delle amputazioni “funzionali”, per eccezionali ragioni di medicina preventiva…) per non citare, poi, il rischio della caduta di un governo nel recepimento della norma.

Maltrattamento e controlli

Di certo le amputazioni non motivate da provate e gravi ragioni mediche, per la legge italiana sono maltrattamento, un reato perseguibile penalmente, secondo l’articolo 544 ter del codice penale.

L’accelerazione sui controlli nasce da un accordo virtuoso, il protocollo firmato da Fnovi, la Federazione nazionale degli Ordini veterinari, Anmvi, il sindacato dei veterinari, e l’Enci, l’Ente nazionale per la cinofilia.taglio di code e orecchie

E i risultati non si sono fatti attendere: un migliaio di documenti esaminati, nel solo periodo 2015- 2016, esibiti nel corso di esposizioni di bellezza sotto l’egida di Enci, che ha raccolto documenti al vaglio ora anche della magistratura.

Certificazioni con timbri di ditte edili passati per buoni al controllo prima di entrare in esposizione, cani cuccioli mordaci che hanno strappato orecchie al piccolo fratello… tali da argomentare il taglio delle orecchie o della coda con motivazioni etiche del tipo, testuale: “su richiesta del proprietario e in regime di volontariato, come prestazione caritatevole, presso il domicilio del proprietario”.

Citazioni sarcasticamente rese pubbliche dalla stessa rivista di Fnovi, “30 Giorni”, a firma di Roberta Benini, per dichiarare una guerra senza frontiere a chi dimentica che prima della deontologia e del benessere, “l’onestà e l’indipendenza intellettuale sono patrimonio dell’umanità da proteggere”.

Bernasconi (FNOVI): “Certificati falsi, abusi denunciati”

Fino a poco tempo fa”, ci spiega Carla Bernasconi, vicepresidente di Fnovi e presidente dell’Ordine dei veterinari di Milano, “il fenomeno ha goduto di una certa impunità. Ora, invece, possiamo avere dati da incrociare sui cani oggetto di caudotomia e conchectomia. Il protocollo firmato con Enci ha aperto la strada a verifiche capillari”.

Cosa è emerso? “L’iter non è ancora concluso”, continua Bernasconi, “ma i documenti raccolti dall’Enci, un migliaio tra certificati, addirittura scontrini fiscali, ci hanno permesso di esaminare per la prima volta: certificati veterinari falsi, con nomi di veterinari o centri veterinari inesistenti, disconosciuti dai professionisti; certificati che abusavano del nome di veterinari a loro insaputa, falsificando timbri e firme. E ancora: certificati che non giustificavano l’amputazione e, quindi, Fnovi ha inviato ai rispettivi Ordini territoriali di competenza la segnalazione per ‘malapratica’, avviando l’iter del procedimento disciplinare”.

In ogni caso, gli abusi sia di allevatori, sia da parte di proprietari di cani e veterinari, qualora vi sia rilevanza penale, compresa l’ipotesi di maltrattamento, sono stati oggetto di denuncia in Procura.

Dogo Argentino, Amstaff e Dobermann

Ma quali sono le razze particolarmente vittime delle amputazioni illegali e con che diffusione in Italia?

Come precisa la vicepresidente della Fnovi, i casi sono piuttosto omogenei in tutta Italia.

Due razze, principalmente, sono interessate: il Dogo Argentino e l’American Staffordshire. Di Dobermann solo un paio.

Val la pena precisare che l’amputazione immotivata comporta l’annullamento della gara del cane da parte di Enci. E denunce a firma congiunta Fnovi ed Enci sono già sul tavolo delle procure. E contro la malapratica di un vet si avvia un procedimento disciplinare di sospensione”.

Bernasconi: il taglio di code e orecchie va eliminato

Il lavoro Fnovi-Enci sta sradicando le pratiche illegali. L’obiettivo è eliminare del tutto nelle razze canine il taglio di code e orecchie. Già il fatto che i tedeschi, che hanno fatto nascere il Doberman, abbiano adeguato lo standard vietando le amputazioni (dal 1 gennaio 2016 le razze italiane “Cane Corso” e “Mastino Napoletano” non prevedono più la conchectomia estetica nello standard ufficiale taglio di code e orecchieinternazionale), fa capire che è solo questione di tempo. La stessa convenzione di Strasburgo, ha lasciato zone grigie, e l’unica eccezione ammessa è quella in cui il medico veterinario consideri l’intervento necessario nell’interesse dell’animale e ai fini del suo benessere. È ovvio che se a una esposizione internazionale si concentrano casi di interventi “necessari” qualcosa non torna. Insomma, è un processo culturale lungo, ma che porterà al rispetto pieno dell’etologia. Fnovi, peraltro, ha elaborato Linee guida per l’applicazione delle norme e da dieci anni fa su questo tema formazione continua”.

Dall’Enci, infine, fanno sapere che stanno monitorando tutte le expo, nessuna esclusa. Anche se, assicurano, non c’è ancora in Italia una legge che vieti la presenza in gara ai cani con amputazioni che arrivino da alcuni paesi esteri, che non siano europei o che non abbiano aderito alla Convenzione di Strasburgo.

Andrebbero incrementati i controlli veterinari e rese più puntuali le veri che negli accessi alle manifestazioni.

Per ogni cane con le orecchie o le code amputate, c’è un veterinario che lo ha fatto. Peraltro l’anagrafe canina prevede che le amputazioni siano registrate e sottoscritte da chi le ha svolte.

 

 

 

A cura di Stefania Piazzo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità

© Riproduzione riservata.

Partner

I più letti