Beagle di Green Hill: la storia di Libero
“Quando avevamo preso Libero ci dissero che prima o poi sarebbe capitato: la rottura del crociato. Ma ci sembrava una cosa strana, sono cani così forti da sopportare qualsiasi dolore fisico. E invece, una sera di gennaio del 2016 è successo. Libero è un ex-Green Hill e come tutti i suoi compagni di sventura, non fanno capire di provare dolore e malessere come gli altri cani”. Veronica Giraldo è affranta. Lei ha avuto la gioia di adottare una delle vittime di Green Hill.
La difficile vita di un Beagle di Green Hill
Ma ora il dolce Libero sta iniziando a manifestare degli acciacchi precoci e insoliti, purtroppo causati dagli assurdi esperimenti dell’allevamento della discordia, Green Hill. È un po’ di tempo che non torniamo a parlare di questo spregevole allevamento di Beagle destinati alla sperimentazione scientifica, chiuso a Montichiari nell’estate 2012 e per le cui atrocità la prima sezione penale del tribunale di Brescia ha condannato tre dei quattro imputati.
Zompettava al parco, ma poi…
Tempo fa abbiamo raccontato alcune storie di adozioni del cuore e della loro nuova vita. Oggi parliamo di Libero, salvato da Green Hill. “Eravamo all’area cani e Libero stava zompettando con suo fratello Teodoro e all’improvviso ha iniziato a tirare su la zampa, non appoggiandola mai”, prosegue Veronica. “Il momento era arrivato, purtroppo, lo portammo la mattina seguente con urgenza dal nostro veterinario che, dopo lastre e controlli vari, ci diede la brutta notizia, bisognava operare e con urgenza, perché il crociato era molto lesionato. Fu l’inizio di un piccolo incubo”.
Prima operazione
Così la sua mamma adottiva porta Libero a una clinica veterinaria consigliata da un’amica dove praticano questo tipo di intervento, semplice, ma delicato.
Dopo neanche due giorni il quattro zampe è sotto i ferri. La convalescenza è lunga, ma sembra che tutto sia tornato in ordine, diciamo così. Libero riprende la sua vita normale, coccolato più che mai, va anche al mare a fare lunghe passeggiate, nel mese di agosto. “Purtroppo, al rientro dalle ferie, Libero peggiora”, continua preoccupata Veronica, “si forma una massa nel ginocchio, un accumulo di liquido per l’eccessivo sforzo fatto. Da qui iniziamo una serie di cure varie, tra antidolorifici e integratori per le ossa, alternando e diversificando ogni due settimane, intervallate da una di riposo. Purtroppo, finito l’effetto delle cure, Libero riprende a zoppicare”.
Di nuovo problemi
Il 19 gennaio scorso il culmine: Libero salta dal divano e da quel momento ricomincia a non appoggiare più la zampa, proprio come un anno prima. Lo portano con urgenza in clinica e in un primo momento l’esito non sembra dei migliori.
La capsula della rotula non ha retto, di nuovo lastre e analisi. Veronica dopo due giorni incontra la chirurga che lo ha già operato, lei controlla le lastre e scongiura, per il momento, una nuova operazione per Libero, che dovrà, però, sottoporsi a una lunga fisioterapia, sotto stretto controllo veterinario (ogni due settimane) e dovrà assumere un integratore specifico per le ossa.
Gli ex-Green Hill sono molto delicati
Veronica tiene a sottolineare che purtroppo il nostro protagonista è un ex-Green Hill e come tutti loro, per le atroci sperimentazioni subìte, soffre in silenzio, fa il minimo indispensabile per far capire il proprio stato, sia mentale che di salute. E sono cani molto delicati.
E Libero non è l’unico, tanti altri ex-Green Hill hanno subìto la stessa sorte. “Oltretutto”, conclude la sua mamma adottiva, “il rischio per Libero è che sia da operare anche la zampa sinistra, perché sovraccaricata dal dolore della destra”.
Fisioterapia e tante attenzioni
Libero, dunque, dovrà praticare molta fisioterapia, perché la zampa operata è quasi senza muscolo e sforza troppo sull’altra. La sua famiglia dovrà cambiare un po’ di abitudini, a partire dalla sua alimentazione. Poi dovrà fargli fare camminate brevi. È un cane sofferente, come si sa, Libero, in questo senso, è ancora un po’ apatico. E come dargli torto… “Ora aspettiamo, solo il tempo può dirlo, come in tutte le cose. Grazie a chi si è interessato a lui, per me è un figlio. Se dovrò comprare un passeggino per portarlo in giro, lo farò senza problemi. Solo chi ha un cane e lo ama come lo amo io può capire”. Certo, Veronica, che capiamo.
Anch’io ho portato col passeggino, persino al lavoro (!), il mio Yorkshire Zorro, quando aveva problemi motori. Sono cose che facciamo senza riserve per loro, che per noi sono come figli.
di Maria Paola Gianni – foto Veronica Giraldo
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