Cani aggressivi, cani infelici: aiutiamoli
Troppo spesso sui media leggiamo di episodi violenti in cui i protagonisti sono purtroppo cani aggressivi, i nostri amici a quattro zampe.
Sull’aggressività dei cani esiste una corposa letteratura ed è bene fare chiarezza, perché la difficoltà che trovano in molti non è solo individuare il potenziale aggressivo del proprio cane, ma soprattutto porre un rimedio iniziando un percorso di educazione che possa aiutare l’animale.
Cane, mammifero predatore
Iniziamo, intanto, con una definizione generica dei nostri amici a quattro zampe. Il cane è un mammifero predatore appartenente all’ordine dei carnivori. Discende, tramite l’addomesticazione, dai lupi, ma ne è molto diverso.
Esistono al mondo circa 350 razze riconosciute, ma tra incroci, mutazioni e ibridi si parla di più di seicento tipi diversi e attualmente circa 600 milioni di cani al mondo. I primi a determinare un processo selettivo sistematico per creare delle nuove razze furono i Romani nel IV secolo a.C.
Razze “aggressive” e razze utili
Esistono, quindi, delle razze che sono state selezionate per la loro indole potenzialmente aggressiva, appunto per svolgere compiti di difesa o di attacco. Al contrario, invece, ci sono razze il cui potenziale aggressivo è stato deselezionato dall’uomo per renderle utili in altre situazioni come il riporto durante la caccia.
Ma che cos’è allora l’aggressività? Senza una buona definizione è impossibile capire di cosa stiamo parlando.
Eliminazione di competizione
Qui vorrei citare Roger Abrantes PhD dell’Ethology Institute Cambridge: “L’aggressività è un comportamento diretto all’eliminazione di competizione da un avversario, ferendolo, causando dolore o dandogli un avvertimento di conseguenze imminenti se non assume azioni evasive. È distinguibile dal comportamento dominante, in quanto quest’ultimo non include atti dannosi anche se può necessitare di misure forzate. L’aggressività varia da avvertimenti efficaci di un comportamento dannoso imminente come ringhiare, ruggire e scalciare, a comportamenti dannosi come mordere, calciare o graffiare. Il comportamento predatorio non è comportamento aggressivo”.
Comportamento predatorio
Quindi, solo perché il cane è un predatore non vuol dire che deve essere aggressivo.
Il pastore dell’Anatolia (Kangal) ha un alto potenziale di reazione agli intrusi durante il periodo notturno. Viene lasciato alla guardia del gregge, da solo durante la notte, per proteggerlo dai lupi. Non è ovviamente un cane adatto a vivere in un appartamento con una famiglia.
Il Cavalier King Charles Spaniel che è stato selezionato per essere un cane da compagnia avrebbe dei seri problemi con un branco di lupi dell’Anatolia. La genetica e la selezione giocano, quindi, un ruolo fondamentale nell’uso delle razze.
Se si sente minacciato…
Potenzialmente tutti i cani possono essere o diventare aggressivi in certe situazioni. Essenzialmente il cane nella vita ha solo due scelte quando si sente minacciato o compromesso: o la lotta o la fuga.
Quando noi esseri umani parliamo dell’aggressività dei cani, ci riferiamo all’aggressività o verso gli altri cani o verso noi stessi. Queste due tipologie di aggressione non sono necessariamente collegate, non è detto che esistano nello stesso individuo.
Dall’ansia alla poco socializzazione
I fattori che contribuiscono all’aggressione sono tanti:
- ansia,
- paura,
- fobia,
- mancanza di strutture di vita,
- mancanza di socializzazione sia con altri cani sia con esseri umani,
- esperienze traumatiche,
- comportamento territoriale,
- disfunzioni della tiroide o altre condizioni mediche,
- abuso da parte del padrone,
- malattie,
- allevamento o predisposizione genetica,
- sottrazione prematura dalla madre,
- mancanza di guida o educazione da parte del padrone,
- metodi di addestramento coercitivi con uso di forza e dolore (che purtroppo sono ancora molto diffusi tra gli educatori).
Specializzazione dell’esperto
La specializzazione in cani aggressivi è una delle più difficili e complesse per un educatore comportamentalista. Richiede una fondata conoscenza della materia e una lunga esperienza. Molto spesso mi imbatto in persone disperate con dei cani titolati “aggressivi”.
Indagando sul passato di questi ultimi vengono fuori molto spesso delle situazioni che sarebbero state facilmente evitabili con la giusta cura e conoscenza. Lavorare con successo per trasformare e riabilitare questi soggetti richiede molta pazienza e dedizione.
I cani aggressivi sono infelici
Il cane aggressivo è un cane infelice, come d’altronde anche il suo padrone. Bisogna, quindi, indagare considerando tutti i fattori già menzionati prima, per cercare di determinare con precisione la fonte dell’aggressività. Dopodiché si può definire un percorso di riabilitazione mirato.
Fortunatamente la maggior parte dei cani che mi viene presentata come “aggressiva” è semplicemente molto paurosa e ha imparato che mostrando un comportamento aggressivo riesce a tenere lontano le sue paure. Anche questi casi richiedono tempo e pazienza per essere riabilitati.
Essenzialmente bisogna mostrare a questi cani un comportamento alternativo trasformando le loro paure in esperienze positive appunto tramite un condizionamento con rinforzo positivo.
Il coraggio di riconoscerlo
Avere un cane aggressivo ci aliena dal resto del mondo e, quindi, francamente uno dei lati più gratificanti del mio lavoro è vedere la trasformazione di cani ex-aggressivi in cani felici e ben equilibrati.
Ci vuole coraggio da parte del padrone ad ammettere che il proprio cane ha un problema e a cercare aiuto professionale per risolverlo invece di rinchiudere il cane in casa privandolo di contatti sociali o addirittura portarlo al canile.
Se pensate di avere un cane aggressivo, abbiate il coraggio di affrontare il problema consultando un professionista specializzato che vi aiuterà ed infine vi cambierà la vita.
A cura di Vieri C. Timosci – Dr Dog
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