A scuola con il gioco

di Redazione Quattrozampe

A scuola con il gioco

Il gioco è l’unico comportamento del cane che non viene compiuto per raggiungere uno scopo, ma semplicemente perché è autostimolante, è divertente di per sé. Durante le attività giocose l’animale utilizza moduli comportamentali propri di alte sfere che vengono espressi in maniera esagerata e senza alcuna serietà.

FONDAMENTALE PER LA SALUTE FISICA E PSICHICA DEL CANE

Pur essendo un comportamento fine a se stesso, il gioco rappresenta un elemento determinante nella salute fisica e mentale del cane, ed è per questo che è necessario dargli la dovuta importanza. Attraverso il gioco vengono messi in atto, senza serietà, dei moduli comportamentali propri della sfera riproduttiva, di caccia, alimentare e così via, che vengono perfezionati attraverso i momenti ludici per poi essere riprodotti nei corrispettivi comportamenti seri.

MIGLIORA LA COMUNICAZIONE

L’attività ludica favorisce il processo di socializzazione, agevolando lo sviluppo di nuovi legami sociali e il miglioramento della comunicazione.

Il gioco è la via principale per imparare a relazionarsi, ed è per questo fondamentale dare al cucciolo la possibilità di giocare libero con tantissimi cani, diversi per età, sesso e caratteristiche estetiche. I cani cominciano a giocare intorno alla terza settimana di età e sentono il bisogno di farlo per tutta la vita. Esistono essenzialmente due tipi di gioco: quello “con oggetti” e quello, ancora più importante, detto “sociale”, vale a dire con i conspecifici e con il proprietario.

SEGNALI DI “INVITO AL GIOCO”

Il cane utilizza alcuni segnali di “invito al gioco”. Il più utilizzato di questi è l’inchino nel quale abbassa la parte anteriore del corpo e solleva il posteriore, scodinzolando. È stato dimostrato che, per quanto i cani mantengano per tutta la vita la necessità di giocare con i loro consimili, il gioco tra di essi non riduce la frequenza del divertimento tra cane e proprietario (Horwitz, 2003). Inoltre, i cani che vivono con altri con specifici non presentano una minore incidenza di gioco con i proprietari (Rooney, 1999). È, quindi, fondamentale giocare con loro, le caratteristiche di auto remunerazione e apprendimento rendono lo stesso uno strumento utilissimo nell’educazione di Fido e nella costruzione di una relazione solida ed equilibrata con lui.

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A cura di Ludovica Pierantoni

Medico veterinario, dipl. Ecawbm, specialista in Etologia applicata e benessere degli animali, master in medicina comportamentale, resp. Can ssdrl Napoli

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