A Brescia una mostra sugli animali nell’arte
C’è tempo fino al 9 giugno per visitare “Gli animali nell’arte dal Rinascimento a Ceruti”, la mostra curata da Davide Dotti e allestita a Brescia nelle sale di Palazzo Martinengo.
Un viaggio nella pittura che ha ritratto gli animali, per scoprire come venivano raffigurati e qual era il loro rapporto con l’uomo, ma anche una lezione di ecologia ed etologia.
La mostra, inaugurata il 19 gennaio, infatti ha ottenuto il patrocinio del Wwf e comprende anche delle schede dedicate alla salvaguardia dell’ambiente, delle specie protette e della biodiversità.
Gli animali nell’arte sacra
Il percorso della mostra attraversa 80 opere ed è diviso in dieci sezioni. La prima sala ospita i dipinti a soggetto sacro, ispirati ai testi biblici. I visitatori possono ammirare capolavori come l’Entrata degli animali nell’Arca di Noè del Grechetto, San Giorgio e il drago di Melchiorre Gherardi e la Visione di Sant’Eustachio di Giuseppe Cesari. Tra babbuini, cani, gatti, draghi e cavalli, la prima sezione mette in mostra un repertorio di animali che sembrano guardare chi li osserva.
Dagli animali mitologici a quelli fantastici
La seconda stanza della mostra è dedicata agli animali mitologici come il cane di Diana, l’aquila di Ganimede, il toro che rapisce Europa e il cigno divino che concupisce Leda. Nelle stanze successive si possono ammirare cani, gatti, uccelli, pesci, rettili e animali della fattoria, spesso raffigurati in compagnia dell’uomo. L’ultima stanza della mostra ospita gli animali esotici e fantastici, come quelli dipinti dal misterioso Maestro della fertilità dell’uovo.
Vecchio con carlino e vecchio con gatto bianco
I pezzi forti della mostra però sono due dipinti di Giacomo Ceruti, detto il “Pitocchetto”. Nel Ritratto di vecchio con carlino si può vedere un anziano nobiluomo con la barba fluente e curata, vestito con un colbacco una giubba di velluto, che stringe la zampa del suo carlino. Nel Ritratto di vecchio con gatto bianco la scena è speculare, ma al posto del nobiluomo c’è una figura più dimessa e al posto del carlino c’è un gatto bianco dagli occhi scintillanti.
Due modi diversi per dire attraverso l’arte che gli animali erano parte della famiglia già nel Settecento.
Indirizzario:
Gli animali nell’arte dal Rinascimento a Ceruti
Approfondimenti:
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