A Capo Nord con Opi
Daniele Infante, in esclusiva, racconta la sua avventura durata un mese, a Capo Nord con Opi. La partenza da Anguilla Sabazia (Roma): 2 agosto 2018, ritorno: 2 settembre 2018
Daniele collabora con una federazione sportiva e si trova spesso a viaggiare
[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=”Daniele Infante”]Viviamo soli io e Opi in un paesino vicino Roma, ad Anguillara Sabazia quando non posso portarla con me nei viaggi di lavoro, Opi torna qualche giorno da quello che era il suo vecchio branco. Sono felice di avere la possibilità di lasciarla con loro, so che lì sta bene come non potrebbe stare in nessuna pensione. È felice quando arriva nella sua vecchia casa ed è felice quando la riprendo con me. Ma ogni volta che posso, Opi viaggia insieme a me.[/penci_blockquote]
Le strade di Daniele Infante e la sua Opi si sono incrociate nel 2013
[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=”Daniele Infante”]Tornai a casa presi la macchina e, con la mia compagna di allora, andammo a prendere uno di quei cuccioli. Scelsi quella che mi sembrò la più monella e spavalda tra tutti i fratellini e la chiamai Opi, proprio come il posto dove è nata e dove le nostre strade si sono incontrate.[/penci_blockquote]
Erano i primi di settembre, lui stava tornando da un viaggio in moto in giro per l’Europa. Prima di raggiungere casa si fermò un paio di giorni in un campeggio sull’appennino, nel comune di Opi, in Abruzzo. Proprio lì c’era una cagnolona con sei o sette batuffolotti in evidente difficoltà di allattamento. Avevano circa quarantacinque giorni, erano già abbastanza grandicelli e lei non riusciva ad allattarli tutti come avrebbe voluto. Da quel momento Opi è divenuta la compagna di viaggi preferita di Daniele, su e giù per l’Italia. Finché un bel giorno i due si avventurano in un posto ben più lontano: Capo Nord, situato nel profondo del Circolo Polare Artico: un luogo affascinante che offre avventure indimenticabili tra cani da slitta d’inverno e mesi di infinita luce solare d’estate.
Capo Nord: Pernotto per lo più in tenda
[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=”Daniele Infante”]Un mese sembra tanto, ma per un viaggio così lungo non lo è. Abbiamo privilegiato piccoli centri, attrazioni naturali e circuiti poco frequentati dai turisti. Dove volevamo, dove ci sentivamo bene, dove ci piaceva il contesto, quella poteva diventare la nostra casa per una notte. L’unica città grande alla quale abbiamo dedicato due giorni è stata la capitale della Finlandia, Helsinki. Bellissima.[/penci_blockquote]
Daniele, da quanto tempo viaggia con Opi?
Abbiamo sempre viaggiato, tuttavia non eravamo mai usciti dall’Italia. Capo Nord è stato “il primo vero viaggio insieme”, sia per la distanza, che per la durata e la moltitudine incredibile di situazioni vissute insieme, che hanno reso ancor più forte il nostro rapporto.
Avete mai avuto problemi di accoglienza a causa di Opi?
A onor del vero pochi, in quanto scelgo sempre la modalità di viaggio “On the road” in campeggio. In questa dimensione non si presentano molte difficoltà di accoglienza. Certo, se viaggiassimo in alberghi, B&B, ristoranti, mezzi pubblici sarebbe diverso, ma oggi esistono molti siti dove si trovano preventivamente strutture che ospitano volentieri anche i nostri amici a quattro zampe. E in questo viaggio verso il punto più a nord d’Europa, l’unica struttura ove non è stato consentito a Opi di accedere è stata proprio quella di Capo Nord, un maxi-edificio pieno di ristoranti, negozi e altri servizi, oltre a qualche edificio di culto o museo. Poco male, comunque.
Ma come le è venuto in mente di andare a Capo Nord con la sua cagnolina?
Ho sempre amato viaggiare. Lo faccio per lavoro, per passione, per me stesso. Avevo il desiderio di condividere qualcosa di unico con Opi. Ero già stato a Capo Nord nel 2011, in solitaria, in moto. Sapevo più o meno a cosa saremmo andati incontro e sapevo che sarebbe stato pienamente nelle corde di Opi. Non mi sono sbagliato. E poi, sinceramente, mi sentivo come di dovermi sdebitare con lei di tutto l’amore che mi ha sempre donato e che, in alcune circostanze, si è rivelato fondamentale per superare delle difficili situazioni personali. Era un regalo per noi, per noi solo, ed è stato stupendo.
Come si è organizzato per garantire a Opi l’accoglienza che merita? Come avete superato le difficoltà?
Opi ha sempre dimostrato un grande spirito di adattamento. Quando si dice: dove la metti sta! In realtà, è stato semplice: una tenda, un materassino, le sue crocchette preferite, le sue ciotole, qualche stuzzichino, una corda da quindici metri nei campeggi dove doveva stare legata (quasi mai) e tante, tante coccole e sorrisi. In base alle regolamentazioni di alcuni Paesi attraversati, in auto Opi doveva viaggiare nel trasportino, dove le ho adattato un ventilatore che garantisse un ambiente arieggiato nei pochi giorni caldi del nostro viaggio.
E per preparare i documenti per la sua amichetta pelosa?
Ecco, questa è stata l’unica fase un po’ complessa e macchinosa. Una volta completati tutti i vaccini dal nostro veterinario, compreso quello per la rabbia, abbiamo dovuto presentarci alla Asl veterinaria del nostro Comune per la visita medica di sana costituzione e per il rilascio del passaporto. I tempi di attesa sono stati un po’ lunghi, dopodiché ho dovuto tradurre in inglese il certificato medico. Il problema principale è stato somministrare a Opi il vermifugo nelle settantadue ore antecedenti l’ingresso in Finlandia, come richiesto dalle leggi del posto, con rispettiva certificazione della somministrazione.
Qualche aneddoto durante il viaggio a Capo Nord?
Ce ne sono tantissimi, troppi. Ricordo con emozione tutte le persone alle quali Opi ha elemosinato cibo con quell’espressione “affamata” che solo lei sa assumere: in questi casi mi ricorda il gatto con gli stivali del cartone animato Shrek. Ebbene, Opi con la sua coda scodinzolante “a tergicristallo” ha saputo sciogliere tutti gli atteggiamenti duri, freddi e impassibili tipici della gente del Nord. Per non parlare, poi, di tutti i chilometri che ho dovuto fare di corsa per fermarla mentre inseguiva decine di specie animali diverse, di solito di notte, ahimè, pure in qualche boschetto. Memorabili i bagni fatti da Opi a 0° centigradi e quel “piacevole” odore di cane bagnato in tenda.
Di più. Non potrò mai dimenticare l’arrivo col sole di mezzanotte a Capo Nord, ma, prima su tutti, i bisogni lasciati con gusto e disinvoltura davanti a un palazzo di Stato finlandese della capitale in un giorno in cui Opi aveva qualche problemino intestinale, davanti alle guardie in alta uniforme, a soli due metri di distanza da loro. Ovviamente impossibile da raccogliere completamente data la scarsa “consistenza”… Mi sarei sotterrato!
Ci racconta una giornata tipo, dalla mattina alla sera, con la sua cagnolina durante il viaggio a Capo Nord?
Sveglia presto, bisogni mattutini, colazione con caffè italiano per me e crocchette per Opi davanti paesaggi spettacolari, smontaggio di tenda e attrezzatura, caricamento dei bagagli in macchina e via per una nuova giornata di avventure. Un po’ di chilometri in auto fino alle mete programmate, grazie alla lettura della guida, con visita dei luoghi stessi. Prediligevamo natura o piccoli centri. Entrambi non amiamo molto le città. Il bello di un viaggio in solitaria “on the road” è proprio il fatto di essere liberi da vincoli e obblighi. Pertanto, se lungo la strada trovavamo posti belli, non preventivamente stabiliti, ci fermavamo, percorrevamo strade non segnate, entravamo a contatto con i posti e le culture lontane dai circoli turistici. Le giornate andavano avanti così: trasferimenti e soste, visite, turismo, pasti cucinati in luoghi incantevoli, bagni nei fiumi o laghi ghiacciati (per Opi), quattro chiacchere coi pochi turisti incontrati e con la gente del posto. Nel pomeriggio, verso le cinque, a seconda di dove eravamo, sceglievamo un campeggio o un’area libera dove pernottare, per poi montare la tenda alle sette, lavarsi e cucinare. La sera si mangiava verso le nove. Dopodiché si ripercorreva la giornata con la mente, davanti a una grappa, sotto le stelle e accanto alla propria compagna di viaggio. Alle undici tutti in tenda. Viaggiare col proprio amico a quattro zampe non è solo possibile, ma è anche un’esperienza che segna in modo indelebile la vita di entrambi. Lo consiglio a tutti, non ve ne pentirete!
[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=”Daniele Infante”]Viaggiare col proprio compagno a quattro zampe non è solo possibile, ma è anche un’esperienza che segna in maniera indelebile la vita di entrambi[/penci_blockquote]
Foto di Daniele Infante
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